Il prossimo 8 luglio 2023, a Celle di Bulgheria, si svolgerà il Convegno/Dibattito, Tavola Rotonda in seduta pubblica – Assemblea Interattiva, dal titolo:
“Cilentanità e Genius loci: processi identitari”
Dopo i saluti di GINO MAROTTA – Sindaco di Celle di Bulgheria, gli interventi saranno affidati a:
PASQUALE CARELLI – Scrittore, Autore Teatrale e Storico Cellese
DAVIDE MAROTTA – Consigliere Comunale, già Organizzatore Sagra “A. Cillisi”
ANTONIO DI RIENZO – Studioso di Cultura e Tradizioni Cilentane
LUIGI LEUZZI – Studioso di Mito-Archeologia, Antropologo
MICHAEL SHANO – Storico e Ricercatore, Studioso Meridionalista
PASQUALE MARTUCCI – Sociologo, Autore del Volume: “Del Cilento e del suo Genius Loci”
ANGELO PERRIELLO – Esperto di Cooperazione Territoriale e Internazionale
Il moderatore è ANGELO CARELLI – Consigliere Comunale con Delega alla Cultura, Rappresentante Gruppo Mingardo/Lambro/Cultura.
I relatori interverranno per discutere di Cilento, a partire dagli ultimi volumi di Pasquale Martucci: “Del Cilento e del suo Genius Loci. Epistemologia di un territorio tra tradizione e cambiamento”, e di Luigi Leuzzi: “Megalitismo nel Cilento e nella Lucania Occidentale”.
Le riflessioni si concentreranno su una storia millenaria che ha dato origine alla stessa definizione di Cilento, con l’alternarsi e concatenarsi di culture che hanno costruito un’identità fondata su valori, comportamenti, linguaggi, modi di vita e di comportamento, forme e manifestazioni mito-protettive, ovvero la religiosità popolare come elemento di coesione comunitaria.
Le comunità si sono create nei secoli e si sono anche differenziate, con un ruolo determinante delle donne che hanno provveduto ad organizzare le famiglie. Esse si consolidano quando le genti abbandonano il nomadismo e diventano stanziali: si creano organizzazioni per superare i pericoli, rappresentati dalle continue invasioni di altri popoli che cercano di perseguire una sostituzione, che tuttavia non può mai essere integrale. Ed allora si assimila tutto ciò che c’è di buono dalle stesse diversità.
C’è da dire che nell’alternarsi di secoli e dominazioni il territorio è diventato sempre più esteso, dall’idea originaria che gravitava intorno al Monte Stella: di recente, per artifizi umani, ovvero l’istituzione di un Parco Nazionale, si sono via via allargati i confini, occupando uno spazio molto vasto che va da Paestum a Sapri, dal mar Tirreno al Vallo di Diano.
In quest’area, è ancora riscontrabile un Genius Loci, uno spirito, un’anima, un’atmosfera che si respira; in essa sono ancora presenti i colori, gli odori, i suoni, il linguaggio della popolazione, il silenzio, una identità/cilentanità come aggregazione comunitaria.
Se si osserva e si vive questo territorio, se si apprende la sua storia, tra forme tradizionali e cambiamento, se si conosce la cultura in tutte le sue espressioni, si può affermare una sorta di resilienza/restanza per riconsiderare l’idea stessa di cambiamento e limitare le forme di abbandono.
I relatori pensano che ci sia ancora qualcosa da fare per un riscatto e una restanza, che possa interrompere la pericolosa deriva: è l’agire di soggetti che devono credere nelle possibilità del territorio e affidarsi alle sue risorse per creare le occasioni più favorevoli per un’inversione di tendenza.