Chiusura con successo oltre le aspettative per l’ottava edizione di Un Libro Sotto Le Stelle, la rassegna di editoria nazionale promossa ed organizzata dall’Associazione Meridiani con il patrocinio del Comune di Maiori e la collaborazione del Centro Studi Tecnoscuola e l’Associazione Albergatori Maiori.
Protagonista della sesta ed ultima serata della rassegna, che ha avuto teatro come di consueto l’Anfiteatro dei Giardini del Lungomare Amendola a Maiori, è stato il magistrato Giovanni Tartaglia Polcini, già sostituto Procuratore della Repubblica di Benevento ed attualmente Consigliere per il Ministero degli Affari Esteri in materia di lotta internazionale alla corruzione, autore del volume “231 ed usura, tra responsabilità bancaria e abuso del contenzioso”, scritto insieme a Marco Levis ed uscito per Plenum Editore.
La serata, condotta dalla anchorwoman di RAI TGR Annalisa Angelone, è iniziata con i ringraziamenti dell’instancabile Alfonso Giarletta, rappresentante dell’Associazione Meridiani, presente a Maiori anche con il presidente Luigi Franciulli e con Luca Della Corte, che ha sottolineato come sia obiettivo dell’Associazione promuovere valori positivi come la cultura o la sicurezza stradale creando la giusta rete di relazioni e sviluppando sinergie, e quindi con i saluti del Sindaco di Maiori Antonio Capone che ha confermato l’ appuntamento alla nona edizione nel 2016, aggiungendo di essere stato profondamente toccato dalla dignità e dal decoro di Antonella Leardi, madre di Ciro Esposito, che è stata la protagonista della seconda serata di Un Libro Sotto Le Stelle.
Passando alla presentazione del volume, il Dott. Tartaglia Polcini ha sottolineato come quello dell’usura bancaria e del Decreto Legislativo 231 del 2001 sia un problema che coinvolge una moltitudine di cittadini perchè sono in tantissimi a contrarre un finanziamento con un istituto di credito.
Nel corso degli anni nelle dinamiche di stipulazione di contratti di questo tipo si è verificato un progressivo sbilanciamento del rapporto a favore delle banche, sbilanciamento che di fatto finisce per modificare la natura dei contratti e questo genera inevitabilmente una pletora di contenziosi sia sul piano civile sia sul piano penale.
Una ulteriore difficoltà nella disciplina della materia è rappresentata dal quadro normativo frammentato dove concorrono potestà legislative nazionali e sovranazionali.
Sul piano civilistico gran parte del contenzioso è dirottato presso l’organismo dell’arbitro bancario finanziario, che cerca di usare ragionevolezza, anche perchè, se dovesse applicare ad esempio quanto dettato dalla Sentenza della Cassazione 350/2013, ossia che gli interessi moratori vadano conteggiati nel computo della soglia di usura, renderebbe di fatto oltre il 90% dei contratti di mutuo oltre la soglia di usura.
C’è però un problema etico, oltre che giuridico, l’usura è un reato, un delitto, uno dei più gravi, nonchè una delle principali fonti di approvvigionamento della criminalità organizzata, ragion per cui un ordinamento giuridico avanzato come quello italiano non può essere carente sotto questo profilo. In questo senso va la proposta di legge del senatore socialista Enrico Buemi, che ha recepito praticamente in toto la proposta fatta proprio dal Dott. Tartaglia Polcini, cioè quello di inserire l’usura tra i reati presupposto per i quali sanzionare la banca come istituzione, perchè i tassi di interesse che conducono un contratto di mutuo oltre la soglia di usura non vengono determinati dal direttore di filiale o dal promotore finanziario che propone il contratto, questi soggetti sono solo intermediari commerciali e vendono di fatto un prodotto a scatola chiusa, prodotto che viene determinato invece nei consigli di amministrazione delle banche. Quando il TAEG è superiore al tasso soglia (denominato TEGM, Tasso Effettivo Globale Medio) esiste usura. E l’usura, come detto, è un reato che va perseguito.
A fine serata, stimolato dalle domande di Annalisa Angelone, il Dott. Tartaglia Polcini si è soffermato sulla sua attività di Consigliere per il Ministero degli Affari Esteri in tema di lotta alla corruzione internazionale, spiegando come in Italia la lotta alla corruzione ed al malaffare sia più viva che mai, e che nonostante questo, nelle classifiche sul livello di corruzione fatte da enti terzi come Transparency International, l’Italia sia sul fondo della classifica: “Ma quale altro ordinamento giuridico prevede la possibilità di incriminare il Presidente del Consiglio? Quale altro ordinamento ha un’Autorità Nazionale Anticorruzione? Ci sono paesi avanzati come il Messico che hanno chiesto all’Italia l’importazione di know how sulla lotta alla corruzione ed alla criminalità organizzata, questo purtroppo sui giornali non esce, mentre invece si fa sensazionalismo sugli scandali come quello di Mafia Capitale, che però avvengono perchè ci sono colleghi magistrati che lavorano perchè questo cancro sia debellato. Io credo, e credo anche di avere i mezzi per dimostrarlo, che se si adottasse un ambiente economico legalmente orientato cci sarebbero benefici per tutti gli attori del sistema economico.”