Pubblichiamo la risposta della Soprintendenza ai Beni Archeologici in merito alla Chiesa di San Filippo Neri.
In esito all’esposto della S.V. nel quale si segnalava lo stato di degrado della Chiesa di San Filippo Neri questo Ufficio evidenzia che proprio a seguito del degrado nel quale versa l’edificio da anni a causa della mancata utilizzazione dello stesso come edificio di culto, questa Soprintendenza era intervenuta per avviare almeno un’azione di conservazione del bene, nonostante la mancanza di risorse in merito.
Purtroppo negli ultimi decenni, forse anche a causa del calo di vocazioni nel campo ecclesiastico, molti edifici religiosi sono stati chiusi alla pubblica fruizione (e questo non solo nella città di Salerno). A ciò si aggiunge anche una carente disponibilità finanziaria degli enti proprietari dei beni.
Per ovviare a tali inconvenienti questo Ufficio ritiene opportuno attivare azioni di valorizzazione alla quali partecipino soggetti pubblici (Stato, Regione, Province e Comuni) e privati, ma anche le istituzioni ecclesiastiche.
Tali forme di gestione del patrimonio culturale potrebbero avviarsi senza aggravi per gli enti proprietari dei beni che non siano strettamente collegabili alla manutenzione e conservazione del bene stesso. In realtà al di là delle segnalazioni, degli esposti e di tutto quanto viene inoltrato agli Istituti deputati alla tutela del patrimonio culturale italiano, la cui primaria responsabilità deve ricadere sui proprietari dei beni, si ricorda che l’art. 9
della Costituzione Italiana recita “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”.
Evidentemente la “Repubblica” non può essere assimilata esclusivamente agli Istituti del MiBACT, né la “Nazione” può ritenersi costituita esclusivamente dai funzionari pubblici (siano essi del MiBACT oppure delle altre istituzioni); la Nazione comprende l’intero popolo italiano il cui patrimonio immateriale è costituito dai Beni Culturali.
La tutela dei Beni Culturali è quindi un preciso dovere di ogni cittadino. Nonostante le norme di tutela e valorizzazione prevedano esplicitamente l’integrazione fra il pubblico e il privato, auspicabile affinché il patrimonio culturale italiano possa veramente generare economia diretta e indotta, tale integrazione non si riesce ancora a fare.
In particolare a Salerno, al di là delle varie Associazioni senza scopi di lucro che lavorano a titolo volontario nella gestione di alcuni (pochi per la verità) Beni Culturali, non risultano molte “imprese culturali” in grado di mantenere e gestire un complesso architettonico, finalizzando il tutto alla fruizione pubblica, anche per allargare l’offerta culturale nella città.
Ci si occupa più di criticare l’operato delle Istituzioni senza attivarsi in un settore nel quale le possibilità di impegni lavorativi possono essere inimmaginabili.
In questo panorama si inserisce anche la Chiesa di San Filippo Neri.
Negli anni passati questa Soprintendenza per cercare di reperire fondi per un intervento di restauro della Chiesa di San Filippo Neri, ha promosso ben due tesi di laurea (una presso la Facoltà di Architettura dell’Università Federico II di Napoli e l’altra presso la Facoltà di Architettura dell’Università “La Sapienza” di Roma) ed una tesi di specializzazione in restauro dei monumenti presso l’Università “La Sapienza” di Roma.
Quest’ultima tesi è stata utilizzata da questa Soprintendenza per partecipare al bando regionale del Parco Progetti Regionale di cui alla D.G.R.C. n. 104112006. La scheda – progetto (Codice DRBC_50S_9S_S12_M) fu inoltrata alla Regione Campania per la XII Sessione con scadenza 16.01.2009. L’intervento fu valutato positivamente dal Nucleo di Valutazione degli Investimenti Pubblici e gli esiti della valutazione furono inseriti nel Decreto Dirigenziale del Coordinatore dell’A.G.C. 03 n. 22 del 19.3.2010 (pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Campania n. 26 del 6.4.2010).
La scheda – progetto, redatta da questa Soprintendenza, comprendeva anche altri edifici situati nel centro storico di Salerno. L’esatta denominazione del progetto è “Restauro, allestimento, fruizione e valorizzazione delle architetture storiche di Salerno (Chiesa di San Giorgio, Chiesa di Santa Trofimena, Chiesa di San Filippo Neri,
Chiesa di Sant’Andrea de Lama, Complesso di San Domenico, Chiesa di Santa Maria de Alimundo) per il miglioramento dell’offerta turistico culturale della città”.
L’importo previsto nella scheda progetto era di € 4.850.000,00.
Purtroppo però, nonostante la proposta progettuale fosse stata ritenuta ammissibile dal Nucleo di Valutazione degli Investimenti Pubblici, l’intervento non è mai stato finanziato. Ciò però non deve far perdere di vista la possibilità di intervenire sui complessi culturali anche grazie alla semplice volontà dei cittadini.