In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, anche i soci del Cos (consorzio operatori dello spettacolo) gestori del Teatro Delle Arti di Salerno, aderiscono alle iniziative di sensibilizzazioni. E così a partire dalle ore 17 di sabato 25 novembre e fino alla mezzanotte, la facciata esterna della struttura di via Guerino Grimaldi sarà illuminata di rosso, colore simbolo di questa giornata, per dire stop alla violenza sulle donne.
Inoltre, prima dell’inizio dello spettacolo, per ricordare Giulia Cecchettin, sarà fatto un minuto di silenzio in sala.
CETRA UNA VOLTA
“Conosci il Quartetto Cetra?” se lo chiedi ad un ventenne scuoterà la testa mettendo la boccuccia a emoticon dispiaciuto. Ma basta canticchiare “Nella vecchia fattoria…” che lui con gli occhi accesi di chi torna all’infanzia risponderà “ia… ia… ò!” Questa è tutta la magia dei Cetra, che fanno parte della nostra vita anche se qualcuno non lo sa ancora. La loro eredità musicale non ha bisogno di essere riconosciuta; c’è e basta.Ed è così che la musica, le canzoni, le parodie memorabili dell’indimenticabile Quartetto Cetra sono riproposti nello spettacolo “Cetra una volta”, di scena sabato 25 novembre (ore 20.45) e domenica 26 novembre (ore 18) al Teatro Delle Arti di Salerno, da tre interpreti eccezionali che costituiscono un concentrato esplosivo di bravura, simpatia, bel canto e che trascinano il pubblico nell’epoca splendente dei grandi varietà televisivi.Prodotto da Andrea Maia e Vincenzo Sinopoli “Cetra una volta” è un concerto spettacolo tributo al quartetto più celebre del palcoscenico e della televisione italiana dagli anni ’40 agli anni ’80: il quartetto Cetra.
Lo spettacolo vuole essere un rispettoso omaggio al “Quartetto Cetra”, un gruppo che ha fatto veramente la storia della televisione e del teatro italiano.In questa occasione Stefano Fresi si riunisce straordinariamente con Toni Fornari ed Emanuela Fresi, gli altri due componenti del trio vocale “Favete Linguis”, gruppo nato agli inizi degli anni ’90 che si è ispirato proprio al Quartetto Cetra stesso, ricalcando il loro elegante stile comico-parodistico.
In questo spettacolo i Favete Linguis interpretano tutte le canzoni di maggior successo dei Cetra esibendosi altresì in esilaranti parodie musicali, facendo in modo che il gioco continuo si mescoli al divertimento scenico esaltando il virtuosismo vocale.Importantissima è la presenza di un trio musicale diretto dalla sassofonista – cantante Cristiana Polegri.Entrati nel dna di un popolo, hanno accompagnato generazione dopo generazione a suon di canzoni indimenticabili. Con loro si respira aria di famiglia.
“Ed è proprio in famiglia che è nato il nostro amore per loro. – spiega il regista Augusto Fornari – Io, mio fratello Toni, Stefano, sua sorella Emanuela, molti anni fa, ascoltavamo le loro canzoni. Poi Stefano, Toni ed Emanuela iniziarono a cantarle, prima, poi a modificarle, a riscriverle, a reinventarle. Ed eccoci al senso di “Cetra una volta”: non un racconto filologico, non solo la storia di un gruppo che ha fatto la storia, ma un atto d’amore per ciò che ci ha ispirato; canzoni, sketch, parodie musicali, gag e soprattutto leggerezza, divertimento e amore per questo nostro mestiere.Ho voluto, insieme allo scenografo Alessandro Chiti, creare una scena che abbracciasse gli interpreti, li contenesse e che potesse essere, di volta in volta, radio, studio televisivo, album di ricordi, teatro. Un viaggio tra passato e presente, tra malinconia e risate, sulla scia magica di un quartetto diventato leggenda”.
“Ed è proprio in famiglia che è nato il nostro amore per loro. – spiega il regista Augusto Fornari – Io, mio fratello Toni, Stefano, sua sorella Emanuela, molti anni fa, ascoltavamo le loro canzoni. Poi Stefano, Toni ed Emanuela iniziarono a cantarle, prima, poi a modificarle, a riscriverle, a reinventarle. Ed eccoci al senso di “Cetra una volta”: non un racconto filologico, non solo la storia di un gruppo che ha fatto la storia, ma un atto d’amore per ciò che ci ha ispirato; canzoni, sketch, parodie musicali, gag e soprattutto leggerezza, divertimento e amore per questo nostro mestiere.Ho voluto, insieme allo scenografo Alessandro Chiti, creare una scena che abbracciasse gli interpreti, li contenesse e che potesse essere, di volta in volta, radio, studio televisivo, album di ricordi, teatro. Un viaggio tra passato e presente, tra malinconia e risate, sulla scia magica di un quartetto diventato leggenda”.