“C’ERA UNA VOLTA TROTULA?” LO SPETTACOLO DI CARMEN PIERMATTEO GATTO AL DUOMO DI SALERNO

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Trotula De Ruggiero è stata realmente, nell’XI secolo, la prima medichessa della Storia, nella nostra Salerno? O piuttosto una leggenda? E’ stato questo il tema del dibattimento processuale tenutosi in un immaginario e ideale   “Tribunale della Storia” ambientato nelle splendido loggiato sovrastante il lungo colonnato del quadriportico del Duomo di Salerno dalle cui bifore si sono affacciati: il Presidente del Tribunale della Storia,( Claudio Tringali), l’avvocato dell’accusa, (Luciana Barela Coscioni), che ha tentato di dimostrare che Trotula è un personaggio leggendario, e l’avvocato della difesa, ( Rosanna Belladonna Tringali), che ha cercato di dimostrare che Trotula è un personaggio storico realmente esistito. Sul palco, montato nell’atrio del Duomo in occasione dei molteplici eventi organizzati da Don Michele Pecoraro per la festa di San Matteo, si sono avvicendati i testimoni, vissuti in varie e diverse epoche precedenti che a favore e contro hanno sostenuto le loro posizioni. La giuria, costituita dal numeroso pubblico, alla fine dello spettacolo, all’unanimità, con un caloroso applauso, ha deliberato il verdetto finale letto dal Presidente Tringali:” “Trotula de Ruggiero è un personaggio della Storia che con i suoi ideali ha gettato le basi per la crescita dell’universo femminile”. Attraverso l’affascinante testo storico, scritto dalla professoressa Carmen Piermatteo Gatto, è stato ricostruito tutto l’arco della vita di Trotula De Ruggiero, partendo dai suoi primi tenaci passi nel cammino della ricerca scientifica, della conoscenza. Carmen Gatto è riuscita a tracciare il profilo psicologico di Trotula coniugando sapientemente indizi documentali e immaginazione, facendo vivere l’atmosfera che si respirava a Salerno nell’undicesimo secolo quando le donne erano considerate creature del diavolo. La regia è stata curata dal regista Andrea Carraro che ha coordinato i bravi attori della compagnia teatrale amatoriale “Arena Historica”. Al “banco” dei testimoni sono stati chiamati a deporre, per l’accusa: il professor Karl Shudoff (Bruno Maione) che in vita fu medico, direttore dell’Istituto di Storia della Medicina presso l’Università di Lipsia, intorno al 1920, il quale ha affermato che, secondo il suo parere, una donna, nel periodo medievale, non poteva essere ammessa in un’ università come la Scuola Medica Salernitana; l’eminente medico e scienziato catalano Arnaldo di Villanova, vissuto nel XIII secolo (Vittorio Salemme) che ebbe il grande onore di frequentare la scuola medica salernitana e di scrivere un commento al” Regimen Sanitatis Salernitanum” non aveva grande stima delle “Mulieres Saleritanae”, le donne che curavano le malattie femminili e aiutavano le partorienti al momento del parto, che lui considerava “più ciarlatane che scienziate”. Per la difesa hanno testimoniato: il monaco anglo- normanno Orderico Vitale ( Guglielmo Barela) vissuto tra la fine dell’XI e l’inizio del XII secolo il quale ha assicurato che a Salerno nel 1059 l’unica medichessa, riconosciuta in tutte le nazioni, era appunto Trotula; il professor Ferruccio Bertini, (Michele Di Filippo) professore di Storia Medievale all’Università di Genova, scomparso da qualche anno, che ha ricordato che da circa quarant’anni è stato scoperto un manoscritto, inserito in una raccolta madrilena, indicato col nome di “Pratica Secundum Trotam”, scientificamente riconosciuta opera autentica di Trotula. A deporre è stata chiamata anche a stessa Trotula De Ruggiero, (Mariella Pasca Bottiglieri), che ha raccontato di essere nata nell’anno 1020, in epoca longobarda, di aver studiato nel Monastero di San Giorgio e poi alla Scuola Medica Salernitana e che diventata medico si dedicò agli studi di ginecologia. Trotula ha raccontato anche di aver parlato, nelle sue ricerche, di prevenzione, d’igiene, di alimentazione equilibrata, di attività fisica, di aver cercato di diminuire il dolore al momento del parto e studiato dei metodi per il controllo delle nascite; di aver trovato che le cause d’infertilità possono essere dovute anche all’uomo e di aver parlato anche della bellezza della donna; di essere stata considerata un uomo e momentaneamente, eliminata dalla storia della medicina. Hanno testimoniato anche la madre di Trotula, (Valeria Romanelli) che ha ricordato di Trotula bambina che tutti chiamavano Trotella; la suora del Monastero di San Giorgio (Anna Di Filippo) che fu maestra di Trotula e la accolse ancora bimbetta per iniziarla agli studi di grammatica ed aritmetica; la herbaria – guaritrice (Francesca Maione), che insegnò a Trotula a riconoscere le erbe, a raccoglierle, a preparare le misture per curare i mali; la sua amica (Lucia Montera Costabile), che ha raccontato di quanto Trotula abbia dovuto combattere per realizzare il suo sogno di essere una medichessa; il marito Giovanni Plateario (Nunzio Di Filippo) che ha ricordato quanto fosse bella Trotula; il collega di studio alla Scuola Medica (Riccardo Notari ) che conobbe Trotula alle lezioni del Magistro Petrocello; il figlio Giovanni Plateario il giovane ( Marco Notari ) che ha raccontato di essere cresciuto insieme al fratello Matteo respirando l’aria della scuola medica salernitana; il servitore Pietro ( Luigi Tarabbo), che ha confessato di essere sempre stato segretamente innamorato di Trotula. Nella terza parte dello spettacolo teatrale è salita sul palco anche la simpatica dottoressa del XXI secolo, Gina Cologa, un nome, un destino, (Carmen Piermatteo Gatto) che ha raccontato le sue esperienze di donna – medico nel XXI secolo. Suggestivo il ritratto di Trotula De Ruggiero dipinto dal Maestro Salernitano Pasquale Avallone, esposto su un poster di grandi dimensioni fatto realizzare dalla nipote del Maestro Avallone, la dottoressa Antonella Porpora.

Aniello Palumbo