In occasione del centenario della nascita di Maria Callas, l’Orchestra Filarmonica Campana ha in programma una serie di eventi in onore della più grande soprano del XX secolo. Il contributo della Divina all’arte operistica del Novecento è immenso e universalmente riconosciuto. Il primo concerto della serie di omaggi si terrà a Battipaglia in collaborazione con il Comune e prevede un Gala Lirico con in programma le principali arie e duetti d’opera tratti dalle opere interpretate dal celebre soprano. Protagonisti della serata le voci di Antonella De Chiara (soprano), Sara Vicinanza (mezzosoprano) e Francesco Napoletano (tenore) con l’Orchestra diretta dal maestro Giulio Marazia. L’occasione del centenario della nascita di Maria Callas ci offre l’opportunità di celebrarne la personalità, evidenziando il suo contributo al rinnovamento dell’opera.
Maria Callas, al secolo Maria Anna Sofia Cecilia Kalogheropoulos, nacque nel dicembre 1923 a New York da genitori greci. Franco Zeffirelli, regista di prestigiose prime alla Scala, riferendosi a lei esclamò «Ci sono il prima Callas e il dopo Callas» tanta è l’importanza di Maria Callas. «Era quasi una persona immortale incarnata nell’arte lirica, è stata per il canto quello che Toscanini è stato per la direzione d’orchestra». A queste parole del maestro Riccardo Muti si aggiunga che la lirica, grazie a lei, tornò a essere (forse per l’ultima volta) arte popolare, business, colonna sonora delle nostre vite. Merito del suo talento da “soprano drammatico d’agilità”, definizione ottocentesca riesumata per il suo timbro unico. Dotata di “tre voci”, si disse, per la sua eccezionale estensione vocale. Possedeva una tecnica superlativa, ma soprattutto è ricordata per la maestria, mai vista fino ad allora in teatro, nel fondere canto e recitazione. A questo unì le sfuriate da diva, il mistero del dimagrimento improvviso e la love story da copertina con il miliardario Aristotele Onassis, che fece vendere pile di rotocalchi quando lui lasciò la moglie per lei, ma poi la piantò in asso sposando Jackie Kennedy, la vedova del presidente americano. Dimostrò il suo talento fin da bambina e i genitori le imposero una vita di rinunzie e sacrifici: «fu sfruttata come un enfant prodige; non visse l’infanzia, come non visse la giovinezza. Ecco perché si bruciò in questo suo desiderio finalmente realizzato di follia, di divertimento, con Aristotele Onassis. Lui le fece vivere quello che lei non aveva mai provato prima» racconta il giornalista Alfonso Signorini, autore di un romanzo su Maria Callas. Con la fine della guerra venne accusata di collaborazionismo perché aveva cantato anche con compagnie dirette da tedeschi e italiani. Torno allora a New York dove le difficoltà non terminarono e dove la Callas non riuscì a sfondare. A salvarla fu un italiano, il tenore Giovanni Zenatello che nel 1947 la scritturò per la Gioconda di Ponchielli all’Arena di Verona. Il ruolo non fu un successo, ma fu l’occasione per Maria Callas per conoscere l’industriale Giovanni Battista Meneghini che si innamorò di lei a prima vista e si offrì di aiutarla, proponendole di diventare il suo manager. Fu un’accoppiata vincente. Maria Callas diventò l’idolo di tutti i teatri. L’accesso al concerto è libero. Più informazioni su www.filarmonicacampana.it