Caso Arianna Manzo, appello a De Luca: autorizzi pagamento risarcimento danni. Confermata responsabilità medici Cardarelli.

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dall’Avv. Mario Cicchetti riceviamo e pubblichiamo

Egregio Direttore,

sono certo ricorderà la storia della piccola Arianna Manzo di Cava de’ Tirreni, la c.d. “bambina di legno” alla quale, in più occasioni, i media locali e nazionali hanno dedicato la loro attenzione.

Dopo la nota sentenza di primo grado -che aveva riconosciuto la responsabilità dell’AORN “Antonio Cardarelli” di Napoli nella causazione della gravissima patologia che affligge la minore, condannandola al pagamento in suo favore dell’importo di tre milioni di euro-, attualmente si sta celebrando la fase di gravame dinanzi alla Corte di Appello civile di Salerno.

La stessa, nel maggio 2020, ha delegato ad nuovo Collegio peritale composto da illustri professionisti scelti, come da me richiesto, tra medici non appartenenti al Distretto sanitario Campano (prof. Cristoforo Pomara -medico legale di Catania- prof. Antonino Giarratano -anestesista di Palermo- e la dott.ssa Serenella Pignatti -pediatra di Firenze-) di riesaminare il caso.

Il Collegio, la cui estrema professionalità ed equilibrio ho avuto, personalmente, modo di apprezzare sin dall’inizio delle operazioni peritali, ha, in data odierna, inviato a tutte le parti processuali la bozza dell’elaborato (alla quale le parti potranno far pervenire eventuali osservazioni, cui seguirà il deposito della relazione definitiva).

Si tratta di un lavoro poderoso che si compone di poco meno di 400 pagine (le conclusioni iniziano a pag. 359), attraverso il quale i Consulenti tecnici d’ufficio hanno confermato la inequivocabile responsabilità dei sanitari dipendenti dell’AORN “Antonio Cardarelli” di Napoli nell’aver causato i gravissimi e irreversibili danni alla Piccola. Ossia, hanno confermato le conclusioni cui era pervenuto il Collegio tecnico nominato nel primo grado di giudizio e che il Giudice di prime cure aveva fatto proprio, approfondandone, addirittura, anche ulteriori aspetti. Gli stessi hanno, tra l’altro, evidenziato che:

  • “…dall’analisi della documentazione sanitaria in atti relativa al ricovero della piccola Arianna dal 18 marzo 2005 al 12 maggio 2005, che, a seguito di una diagnosi di polmonite nosocomiale da Staphilococco Aureus (2 aprile 2005), Klebsiella Pneumoniae, e Acinetobacter Baumanii (8 aprile 2005), non solo non venivano attuate tutte le terapie idonee al suo trattamento ma non vi è traccia documentale di un’idonea prevenzione della stessa”;
  • “è possibile operare unicamente un giudizio dedutivo che, basandosi sui dati clinico-strumentali-laboratoristici, è dimostrativo tanto dell’assenza di un corretto percorso diagnostico e terapeutico del processo bronchiolitico prima, quanto di un non adeguato trattamento e di una totale assenza di strategia preventiva e di contrasto alle infezioni successivamente che portarono ad un progressivo peggioramento delle condizioni generali della piccola Arianna spinti sini alla condzione di sepsi e che di fatto devono causalmente correlarsi a un progressivo quanto inevitabile danno cerebrale irreversibile. La documentazione sanitaria, appare orfana (e quindi non dimostrativa) di tutte quelle strategie di prevenzione delle infezioni nosocomiali garantite da opportuni dispositivi di protezione inidividuale, da opportune procedure di sterilizzazione e disinfezione degli ambiti nosomocomiali e soprattutto delle terapie intensive pediatriche. L’assenza di tali certificazioni e, di conseguenza, la verosimile mancata effettuazione di suddette strategie, in uno al prolungato allettamento in intubazione (da tale vacatio derivata), sono con elevate probabilità logiche e scientifiche (e molto più probabile che non) responsabili dell’alternarsi di diverse e progressive forme infezioni polmonari ad opera di plurimi diversi agenti patogeni (S. Malthophila e S. Aureus” in data 2 aprile 2005Kl. Pneumonia e Acinetobacter Baumanii in data 8 aprile 2005) culminate in un quadro di sepsi e paralesi cerebrale.”;
  • “In sostanza, a far data da 31 marzo/primi di aprile la piccola Arianna sviluppava un severo quadro di sepsi durante il quale, per la severa compromissione cardiocircolatoria, si è concretizzato il danno neurologico che affligge la bambina”;
  • “Censurabile risulta, il management diagnostico-terapeutico adottato dai sanitari durante tutto il ricovero 18 marzo-12 maggio 2005 presso l’A.O. A. Cardarelli di Napoli. Durante il ricovero venivano somministrati alla piccola Arianna farmaci di II scelta o di sicurezza non comprovata in ambito pediatrico:

THAM o bicarbonati -in quanto la cartella clinica non permette una lettura completamente comprensibile; per il riequilibrio di una lieve acidosi metabolica; ma soprattutto, basti in tal senso segnalare anche l’utilizzo di Tiopentale Sodico adoperato in modo continuativo per una durata di 15 giorni (dal 21 marzo- 4 aprile 2005), in assenza di qualsivoglia annotazione in cartella relativa a dosaggio (ad oggi non definibile) e monitoraggio. Secondo le Linee Guida pubblicate dalla Società Italiana di Anestesia Analgesia Rianimazione e Terapia Intensiva (SIAARTI) del 2004, il Tiopentone risulta essere un farmaco non di I scelta e di sicurezza non definita35. Il monitoraggio laboratoristico strumentale, si discosta, altresì, in più frangenti dalle buone clinicheassistenziali: l’esame EEG, deponente per una depressione diffusa dell’attività elettrica cerebrale, veniva eseguito soltanto in data 6 aprile 2005, a distanza cioè di 19 giorni dall’ingresso del nosocomio napoletano; monitoraggio cerebrale strumentale che veniva effettuato attraverso esami TC cerebrali, ampiamenti sconsigliati in letteratura. Questi ultimi, infatti, sono meno sensibili e specifici non solo della Risonanza Magnetica (RM), ma anche di un più semplice esame ecografico trans-fontanellare molto meno invasivo/dannoso rispetto ad un esame TC, in ragione delle alte radiazioni di quest’ultima, e mai eseguito durante tutto il ricovero della piccola Arianna36,37,38.”;

  • Risulta, quindi, inescusabile il non aver sottoposto la bambina a monitoraggio della situazione neurologica dall’inizio del ricovero in poi, cosa che avrebbe permesso di ricavare informazioni sulla situazione cerebrale, in una restante situazione clinica assolutamente ingravescente. Informazioni che avrebbero permesso, o addirittura indicato, la modifica di scelte terapeutiche, sia farmacologiche che assistenziali (ad esempio nella tecnica di assistenza ventilatoria – si segnala infatti come la bambina sia stata collegata ad un ventilatore volumetrico, strumento non di scelta alla sua età, in ragione dei piccolissimi tydal volume, a confronto dei ventilatori neonatali su base pressumetrica, molto più accurati).”;
  • “Parimenti, incomprensibile il non avere mai effettuato una diagnosi eziologicamente certa della “Bronchiolite”, diagnosi di accesso presso l’A.O. Antonio Cardarelli di Napoli; né aver appprofondito la diagnosi del quadro polmonare iniziale che già deponeva per un processo broncopneumonico di natura batterica o complicato da sovrammissione batterica (Globuli bianchi 17300/mm3 con spiccata neutrofilia PCR 50.90). In conseguenza di ciò mai veniva ricercata una diagnosi etiologica precisa in modo da impostare una terapia mirata, per cui la bimba, fino al giorno 2 aprile, quando lo specilista eseguiva la broncoscopia chiedendo l’esame colturale dell’aspirato bronchiale ed identificando a quel punto i germi responsabili col relativo antibiogramma, interruppe la terapia empirica.”;
  • Infine da segnalare, una gestione della cartella clinica estremamente confusa e non diligente, dalla quale si estrapolano notizie con enorme difficoltà.”;
  • “Inescusabile, poi, l’aver sospettato il virus sinciziale sin dall’esordio e avere addirittura prescritto in data 22 marzo 2005 e ancora il 26 marzo 2005 la sua ricerca, senza che mai essa sia stata effettuata, smentita o confermata o almeno annotato il risultato in cartella. I sanitari, di fatto, effettuavano in una bambina in così gravi condizioni cliniche, un trattamento sintomatico, prolungando la durata dell’ospedalizzazione e complicando il decorso con le già citate complicanze: polmonite nosocomiale- sepsi- paralisi cerebrale.”.

Considerata la necessità della Piccola di sottoporsi a cure urgenti e indispensabili alla sua sopravvivenza -evidenziata in diverse occasioni nel corso di questi anni e, da ultimo, anche attraverso l’istanza da me depositata alla Corte lo scorso 10 settembre (anch’essa in allegato alla presente)- non garantite dal Servizio Sanitario Nazionale, l’impossibilità per i genitori di offrirgliele perché estremamente costose e la disponibilità (che, immagino, anche Lei ricorderà durante la campagna elettorale del 2020) manifestatami dal Presidente della regione Campania a riprendere ogni trattativa all’esito del deposito di questa bozza di elaborato, rivolgo, per il Suo tramite, un appello al Presidente De Luca affinchè fissi, al più presto, un incontro a palazzo Santa Lucia al fine di veder definita questa tanto triste quanto indecorosa vicenda dietro il pagamento alla minore del noto risarcimento che le era stato riconosciuto in primo grado in modo tale che la stessa possa, finalmente, iniziare a curarsi.

Con i più cordiali saluti.

Mario Cicchetti