Il Segretario Regionale Cisal Terziario esprime un severo giudizio su quanto, ormai da anni, sta accadendo e pretende risposte: «Orario di lavoro ridotto di anno in anno. Assurdo che una struttura dello Stato giochi al massimo ribasso sulla pelle dei lavoratori. Alla luce di questo le condizioni igieniche della caserma quali saranno?»
Meno di un’ora di lavoro al giorno e un salario di circa 80 euro. È questa la situazione di 14 lavoratrici di un’impresa di pulizie che presta il proprio servizio presso la caserma Capone che si trova nel comprensorio militare di Persano. Come se non bastasse, le operatrici sono obbligate a percorrere non meno di 40 chilometri al giorno al fine di raggiungere il proprio posto di lavoro. La conseguenza? Per queste lavoratrici, ognuna delle quali ha anche dei figli, oltre al danno anche la beffa di portare a casa uno stipendio praticamente nullo. A ciò si aggiunge anche la questione delle condizioni igieniche della caserma stessa, alla luce del ridotto servizio di pulizia.
Una situazione piuttosto complessa in merito alla quale interviene il Segretario Regionale della Cisal Terziario Giovanni Giudice che si schiera nettamente a favore delle lavoratrici, chiedendo un serio intervento per migliorare la loro condizione lavorativo-economica e sottolineando il poco lusinghiero e poco dignitoso trattamento di cui queste donne sono state e sono oggetto. Una condizione che potrebbe ben presto portare ad una drastica decisione da parte delle lavoratrici che potrebbero decidere di dimettersi in massa.
“L’appalto delle pulizie della caserma Capone della zona di Persano – afferma Giudice – ha dell’incredibile. Da anni, queste 14 lavoratrici vanno incontro ad una costante e considerevole riduzione dell’orario di lavoro fino a giungere alla drammatica situazione odierna. Queste donne, tutte mogli e madri, svolgono il proprio lavoro per meno di un’ora al giorno per uno stipendio che definire tale è davvero un azzardo. Questo è intollerabile”.
La vicenda relativa agli appalti delle pulizie nella zona militare di Persano si protrae ormai da diverso tempo ma – sottolinea ancora Giovanni Giudice – “il passato non è servito a far imparare dai propri errori. E’ assurdo, infatti, che ancora una volta sia stata espletata una gara di appalto in una struttura dello Stato, ovvero il Ministero della Difesa, in cui non si non ci si è fatti scrupolo di giocare, ancora una volta, al massimo ribasso sulla pelle dei lavoratori. In tutto questo c’è anche da chiedersi in quali condizioni versi la Caserma stessa, vista l’esiguità delle ore di servizio: indubbiamente la situazione di bagni, spogliatoi e della intera struttura non è delle migliori”.