La Corte europea dei diritti umani ha respinto tutti i ricorsi – ben 3.564 – ricevuti negli ultimi anni dai carcerati italiani contro il sovraffollamento degli istituti penitenziari. Secondo i giudici europei, i rimedi risarcitori introdotti in Italia sono validi e i ricorrenti possono ora ottenere giustizia dai tribunali nazionali.
La Corte di Strasburgo ha comunicato oggi all’Ansa di aver proceduto a rigettare la seconda e ultima parte dei 3.564 ricorsi dopo che una prima tranche era stata respinta tra il 16 e 23 ottobre scorsi. Le azioni avviate nel corso degli ultimi anni dai carcerati italiani lamentavano la violazione dei loro diritti a causa delle condizioni in cui vivono come conseguenza del sovraffollamento degli istituti di pena.
Fondi della Corte hanno precisato che la decisione di non dare seguito ai ricorsi ricevuti è stata presa poiché a Strasburgo si ritiene di non avere motivi per considerare che i rimedi risarcitori introdotti in Italia non funzionino e che quindi i carcerati italiani non possano ottenere giustizia dai tribunali nazionali. I rimedi a cui fa riferimento Strasburgo sono stati introdotti con le leggi 146 del 2013 e 92 del 2014 dopo che la stessa Corte aveva condannato l’Italia, con la sentenza Torreggiani, per aver sottoposto a trattamento degradante sette detenuti avendoli tenuti in celle dove disponevano di tre metri quadrati a testa. Nel condannare L’Italia i giudici avevano dato al governo e al Parlamento un anno di tempo per assicurare ai detenuti di poter ottenere la fine della violazione e un risarcimento per la stessa dai giudici nazionali. Il governo è riuscito a dimostrate di aver introdotto tali rimedi e quindi a convincere Strasburgo che i tribunali italiani possono prendere in carico tutti i ricorsi giunti a Strasburgo.(ANSA).