“Io distinguo gli esseri umani in canaglie e galantuomini”. Questa dichiarazione pubblica pronunciata nel 1956 a Capo di Sorrento dal famoso storico e politico italiano Gaetano Salvemini ha spinto il suo pronipote, Cosmo Giacomo Sallustio Salvemini, a scrivere un libro che s’intitola proprio: ” Canaglie e Galantuomini”, edito dalla “Edizioni Movimento Salvemini”, che evidenzia i comportamenti delle canaglie in contrasto con quelli dei galantuomini; scritto in occasione del 53° anniversario della fondazione del Movimento dedicato all’illustre intellettuale barese.” In questo libro ho voluto offrire ai giovani il confronto tra disonesti e onesti, proponendo loro il modello dei galantuomini. Ho messo a confronto personaggi che negli ultimi tre secoli hanno mostrato la dualità tra il bene e il male”.
Tanti i personaggi citati dal giornalista barese Cosmo Salvemini, che sono stati inseriti tra i Galantuomini: Joe Petrosino; don Tonino Bello :” Il “Vescovo dei poveri”; Don Luigi Ciotti, Presidente di” Libera”; Padre Pio; Papa Francesco; Gandhi, Kennedy, Martin Luther King, Gaetano Salvemini e tanti altri. Tra le canaglie, invece, sono stati inseriti: Torquemada, il torturatore demoniaco; Giovanni Giolitti, il Ministro della malavita; Marcial Degollato, il fondatore (depravato) dei Legionari di Cristo; Per il giornalista barese ( è nato a Molfetta), Presidente di varie associazioni culturali, fondatore e direttore delle riviste: “L’Attualità” e “Il cuore della Madre” e direttore di una scuola di giornalismo:” Il più grande galantuomo di tutti i tempi è Gesù. La più grande Canaglia è Satana”. Credo fermamente che l’unica forza che sarà capace alla fine dei tempi di eliminare il male, sarà una donna, madre di tutte le madri: Maria di Nazareth”.
Il professor Salvemini, durante il suo intervento, ha sostenuto che le canaglie possono convertirsi in galantuomini:” Chiunque lo voglia può redimersi, riscattando un’intera vita. Anche i peggiori delinquenti, se lo vogliono, possono convertirsi”. A tal proposito il professor Salvemini ha citato alcuni esempi di conversione:” Il “buon ladrone” , crocifisso insieme a Gesù, al quale chiese di salvare la sua anima dopo aver riconosciuto, all’ultimo momento, le sue colpe. Anche l’Innominato, personaggio de “I promessi sposi” di Manzoni, si redime e libera Lucia dalla prigionia dopo aver ascoltato le parole di Fra Cristofaro che dice: ”Iddio perdona tante nostre colpe per una sola opera di misericordia”.
Il trentaquattresimo libro di Cosmo Salvemini è stato presentato nella “Sala Moka” durante un incontro organizzato dalla Presidente dell’associazione culturale :”Il Caffè dell’Artista”, della quale Salvemini è Socio Onorario, presieduta dalla professoressa Florinda Battiloro, che ha annunciato il grande evento del “Maggio Uniacense” Saranno organizzate mostre d’arte, concerti e presentazioni di libri in occasione di uno dei più importanti appuntamenti organizzati in tutta Italia dall’Unione Italiana Associazioni Culturali di cui fa parte anche la nostra associazione”. A presentare il libro è stato il professor Francesco D’Episcopo, già docente dell’Università Federico II di Napoli, il quale ha spiegato che:” Le canaglie e i galantuomini si possono trovare nei posti più impensabili. L’immagine che emerge da questo libro, di grande coraggio e dignità, è dantescamente infernale: quella di un mondo alla rovescia nel quale non tutte le canaglie vengono punite e non sempre i galantuomini vengono valorizzati. Bisognerebbe ripristinare una giustizi universale. Ciascuno però potrebbe impegnarsi nel proprio piccolo per ricostituire la società, rifondandola sulla famiglia. Anche la cultura, la scuola, possono aiutare a sconfiggere la “canaglite”.
Tra i galantuomini D’Episcopo ha ricordato Alfonso Gatto: ”Anche il suo papà lo era”. Alcuni brani del libro sono stati letti dal dottor Aldo Sessa, Addetto alla Comunicazione dell’associazione culturale.
Aniello Palumbo