“Nessuno scippo, ci mancherebbe, compete all’amministrazione realizzare le proposte, mica a La Nostra Libertà. Meglio tardi che mai”.
Stempera le polemiche Cammarota sulla notizia della delibera che istituisce il marchio luci d’artista, antico cavallo di battaglia dell’avvocato salernitano e dell’associazione La Nostra Libertà : “lo sanno veramente tutti che da anni con La Nostra Libertà sosteniamo l’idea del Marchio pubblico, continua Cammarota, “la mia prima istanza risale al 18 ottobre 2012, seguita da interrogazioni nel 2013, la discussione sul “marchio” in commissione il 29 ottobre 2013 inspiegabilmente senza esito, e quindi in ogni consiglio comunale di quest’anno
e nelle conferenze dei capigruppo direttamente a De Luca”.
Ma qual’era la proposta di Cammarota? “Un marchio per la nostra terra, nel 2013 facemmo anche un manifesto, per istituire in mano pubblica con le associazioni di categoria e la Camera di Commercio il marchio commerciale e turistico della Città delle Luci, con il quale monetizzare il ritorno di immagine, con la realizzazione di prodotti della tradizione e con l’industria salernitana di produzione delle luci, esaltando così la nostra terra, la nostra economia, creando lavoro per i nostri giovani”.
“Tuttavia”, continua Cammarota, “la delibera non dice nulla, se non la registrazione tecnica affidata agli uffici anzicchè a scelte politiche di governo, non vorrei si nascondesse il tentativo di favorire i soliti amici degli amici con opere di clientela e di piccolo cabotaggio. Occorre invece partecipare le scelte ai soggetti istituzionali territoriali e alle categorie produttive se si vuole fare sistema, come l’idea del marchio, almeno la nostra, impone”.
“Creare ricchezza e lavoro con le proprie risorse è un imperativo morale”, conclude Cammarota, “anzicchè far cassa dubbia con Soget o con la svendita urbanistica della città o della sua identità come per Centrale del Latte, o utilizzando le “luci” per portare soldi ai mercatini di natale torinesi mentre i nostri negozi chiudono. Ora ci aspettiamo delibere sulla clausola sociale e sulle pratiche giacenti di condono edilizio, altre antiche proposte nel cassetto. Anche se non ce lo diranno, ognuno ha il suo stile”.