dall’Avv. Antonio Cammarota, Consigliere Comunale, riceviamo e pubblichiamo:
Con il voto di domenica alla Provincia, si è consumato un punto di non ritorno della frattura tra popolo e potere.
D’altro canto, l’affluenza altissima –oltre il 90%-, la riconoscibilità del voto, l’attivismo delle segreterie politiche dei gruppi di potere, parlano da soli.
È stato, quindi, il voto della casta per il potere senza il popolo.
Quella foto, che ritrae in fila tutti gli amministratori della Provincia di Salerno nelle scale di Palazzo S. Agostino in attesa di votare, rappresentano uno spettacolo indegno, che ricorda quello della Reggia di Versailles.
Tuttavia, la legge appare incostituzionale.
Infatti, sia Provincia che il Senato sono riferiti in Costituzione insieme alla sovranità popolare, ovvero l’obbligo di eleggere direttamente da parte del popolo queste Istituzioni.
Ora, una legge ordinaria può cambiare un metodo elettorale sia del Senato che della Provincia; ma, se si elimina il suffragio popolare sostituendolo con una elezione di secondo grado, ovvero quello dei Consiglieri, deve procedere con una riforma della Costituzione, esattamente come è avvenuto per la riforma elettiva del Senato che verrà votato dai Consiglieri Regionali.
D’altro canto, la legge Delrio è ancora più incostituzionale laddove, per giustificare la propria costituzionalità, affida ad una legge -…costituzionale!-la futura abrogazione delle provincie.
Pur augurando buon lavoro ai nuovi consiglieri provinciali, si valuterà in questi giorni di proporre la questione di incostituzionalità che, come è noto, dovrà essere eccepita nel corso di un giudizio, provocato attraverso un ricorso al Tar da parte di chiunque nei 30 gg dalla proclamazione degli eletti.
Contemporaneamente, occorrerà rifondare, almeno a destra, l’appartenenza politica ai valori di libertà, partecipazione, meritocrazia e democrazia, e non più all’arroganza dei gruppi di potere.
Avv. Antonio Cammarota