E’ stata la lotta al bullismo ed al cyberbullismo il tema del convegno svoltosi nell’aula consiliare del Comune di Mercato San Severino (Salerno), organizzato dall’ATF (Associazione Forense della Valle dell’Irno), con il patrocinio dell’Amministrazione comunale e del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Nocera Inferiore. Relatori l’avvocato Giuseppe Annunziata, la dirigente scolastica del Liceo Virgilio di Mercato San Severino, Luigia Trevisone e la criminologa Roberta Bruzzone.
“I temi trattati – spiega sintetizzando quanto discusso l’avvocato Angela Boccia, moderatore del convegno – hanno suscitato notevole interesse fra il pubblico di addetti ai lavori (avvocati ed insegnanti) soprattutto per il taglio squisitamente pratico che è stato dato.La lotta alla repressione dei fenomeni di bullismo e di cyberbullismo rappresenta ormai da anni uno dei temi di maggior interesse ed impegno di tutte le istituzioni scolastiche italiane; l’ATF lo ha affrontato uscendo fuori da un ambito strettamente specialistico ma quale fenomeno sociale e nei suoi aspetti legali”.
L’avvocato Giuseppe Annunziata, penalista del Foro di Salerno, ha delineato i requisiti professionali ed umani richiesti dalla legge all’avvocato specializzato in diritto penale minorile, a fronte di una normativa (la legge 71/2017) che, invece, non individua in maniera chiara gli estremi della fattispecie presentando profonde lacune. La dirigente scolastica Luigia Trevisone ha ricordato il lavoro di formazione continua del personale docente in corso negli ultimi anni nella scuola italiana, elogiando l’assiduo lavoro di controllo svolto dagli insegnanti del Liceo Virgilio che ogni giorno devono interfacciarsi con una popolazione scolastica di oltre 1200 alunni, sottolineando la preziosa collaborazione con le forze dell’ordine e con i servizi sociali del Comune che sono risultati preziosi nella gestione dei pochi comportamenti rilevanti che hanno dovuto affrontare.
Roberta Bruzzone ha preferito delineare i caratteri salienti delle vittime piuttosto che dei bulli o cyberbulli ritenendo, dal suo punto di vista che è necessario imparare a cogliere i segnali di disagio piuttosto che dover intervenire quando ormai è troppo tardi, come purtroppo capita sempre più spesso. La vittima è di solito un soggetto non in grado di gestire le frustrazioni, figure ben distinte con modelli educativi disfunzionali: adolescenti che vogliono occupare quanto meno spazio possibile. I bulli sono capaci di cogliere i minimi segnali di questa fragilità, di fiutarla a distanza e di colpire con precisione sempre maggiore sui punti deboli fino a spingere la vittima a sentirsi addirittura colpevole di non essere come gli altri o all’altezza delle aspettative riposte in lui dalla famiglia o dalla società. La psicologa ha invitato la scuola e le famiglie a imparare a cogliere i diversi segnali di fragilità, oltre che, ovviamente, tutte quelle piccole modifiche comportamentali che ad un occhio attento possono indicare che il ragazzo o la ragazza sta subendo pressioni fisiche o psicologiche: comportamenti ossessivi e ripetitivi, maniacale ricerca delle perfezione, stanchezza e/o tristezza estrema e, talvolta, incuria personale. Tutti quegli atteggiamenti, cioè, che molto spesso liquidiamo identificandoli come generico problema adolescenziale e che, invece, sono avvisi di un malessere molto più profondo. “Il dibattito sviluppatosi – sottolinea l’avvocato Boccia – ha reso evidente il successo del Convegno che ha quindi rappresentato un vero e proprio evento formativo per i presenti e una crescita per l’associazione forense che negli ultimi anni si è impegnata sul territorio nel campo dell’aggiornamento professionale continuo, condiviso anche con altre categorie professionali, oltre che per la difesa degli interessi di categoria”.(ANSA)