Bruno Marquardt. Narrazioni dal quotidiano da venerdì 11 a Positano

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Venerdì 11 agosto alle ore 18:30, presso la Pinacoteca Comunale di Positano, sarà inaugurata la mostra “BRUNO MARQUARDT. Narrazioni dal quotidiano”, promossa e realizzata dal Comune, dall’Associazione Positano Arte e Cultura in collaborazione con il Museo-FRaC Baronissi.

L’esposizione, curata dallo storico dell’Arte contemporanea Massimo Bignardi, presenta un repertorio di venti opere realizzate dall’artista tedesco Bruno Marquardt tra la fine degli anni Trenta, vale a dire al suo arrivo a Positano e gli anni Settanta: un’attenta ricostruzione storico-critica che ha analizzato decine e decine di dipinti su tela, su masonite, acquerelli e disegni, opere per la quasi totalità inedite, conservate in collezioni private presenti a Positano, gli eredi a Napoli e, in particolare, quelle proposte dalle case d’asta. Una vera e propria ricostruzione storico-critica che ha restituito la personalità dell’artista, al di là dell’aneddotica che fino ad oggi l’aveva avvolta.

“Con la mostra dedicata a Bruno Marquardt – scrive Giuseppe Guida sindaco di Positano nella nota introduttiva al catalogo edito da Gutenberg – , continua l’attenzione verso gli artisti stranieri che hanno scelto Positano quale luogo del proprio essere. E questo già sarebbe sufficiente per far comprendere l’importanza dell’appuntamento che da anni, nei giorni del solleone, il Comune in collaborazione con l’Associazione Positano Arte e Cultura  propone all’ampio pubblico del turismo internazionale. Marquardt è un artista per il quale l’aggettivo “misterioso” appare forse anche troppo sobrio […]. Tutti i connotati di questa mostra, curata dal prof. Massimo Bignardi in collaborazione con Enzo Esposito, si ritrovano infatti nelle precedenti esposizioni, tra queste la personale di Peter Ruta del 2006, quella di Ed Wittstein del 2008 e poi del 2021 e quella recente del pittore cubano Vicente Hernández, vale a dire porre in evidenza la storia, gli avvenimenti, le personalità artistiche che hanno contribuito e contribuiscono ha rendere Po – sitano un luogo ‘magico’, un ‘paesaggio’ che attraversa la storia del XX secolo.”

“È una ricostruzione concentrata a far luce sulla formazione artistica e sulle varie esperienze – aggiunge Giuseppe Vespoli delegato alla cultura e al turismo –, oggi testimoniate da oltre trenta opere che disegnano un percorso che giunge alle tavole realizzate per “La storia della tartarughina”, del 1958. Si propone, quindi come una pagina di storia che doveva essere ricostruita nella sua pienezza, registrando anche le piccole cadute, ma che, trasversalmente, richiama un’ulteriore riflessione sulla Positano di quegli anni, sul clima culturale che si respirava, sulle presenze, suo essere un luogo della cultura internazionale.”

“Chi è Bruno Marquardt?” Si chiede Massimo Bignardi nelle prime pagine del lungo saggio al catalogo. “ È un artista tedesco, nato nel 1904, a Insterburg […]Studia presso la Kunstakademie di Königsberg, un centro che nel secondo decennio del XX secolo presenta il volto di una cittadina urbanisticamente e socialmente ben sviluppata: famosa per il noto Viadukt di Rathshof, inaugurato nel 1915, il Caffè Ristorante Füestenteich, luogo di ritrovo mondano dei primi anni Trenta, oppure l’ Adolfsruh Kolthof Königsallee, frequentatissimo caffè dal 1920. Königsberg sarà nota per la sua Kunstakademie, fondata nel 1838 da Theodor von Schön, orientata, principalmente, allo studio della pittura di paesaggio e di genere. Negli anni nei quali il Nostro frequentò le sue aule, l’istituto era già nella sede di Rathshof, nell’area occidentale della città, nel nuovo edificio costruito da Friedrich Lahrs. Nel corso della seconda metà degli anni Venti, nei quali è da collocare la formazione artistica di Marquardt, da poco ventenne, l’accademia era sotto la direzione di Richard Dettmanns e il suo maestro di pittura era Alfred Partikel, che insegnava paesaggio. Partikel è stato maestro di Andersson e di Ulrich Knispel, nonché ha condiviso con Werner Gilles – che abbiamo ricordato tra le figure presenti a Positano – il soggiorno di studio a Villa Massimo a Roma, nel biennio 1930-1931.

Tracce significative degli insegnamenti di Partikel si riscontrano ponendo a confronto, per esempio, un’opera del Nostro, l’acquerello Pescatori e barche, databile alla fine degli anni Quaranta, passato nell’asta da Roseberys (West Norwood, Regno Unito) del 12 Aprile del 2014, erroneamente attribuito all’omonimo pittore Bruno Marquardt (1878-1916), con Boddenlandschaft bei Ahrenshoop, un olio su tela di Partikel, attribuito agli anni Venti, che declina un tardo espressionismo, scarico di tensione e con una tavolozza affidata più ai toni che hai valori cromatici […]Una vicinanza, inoltre, si scorge nella texture del segno, prerogativa delle opere di Marquardt, in particolare quelle del suo arrivo a Positano: in tal senso, si confronti la Veduta di una strada tortuosa (nella parte alta di Positano) un dipinto su tavola, anch’esso erroneamente attribuito al Marquardt ottocentesco, passato nell’asta di Sworders Fine Art del 27 aprile del 2021, con Ahrenshoop, un carboncino su carta, realizzato da Partikel nel 1940. Dopo l’accademia, Marquardt lascia la Germania trasferendosi dapprima a Parigi, poi alle isole Baleari, infine giunge a Positano, dove si stabilirà definitivamente. […] Poche le fotografie che ritraggono l’artista, ad eccezione di quella ben nota, con gli occhialini da sub e la ‘molletta da bucato’ al naso, più volte pubblicata sui periodici e i giornali locali. Invece una fotografia presente tra i documenti messi a disposizione della signora Stefania Sorace, moglie di Alberto Marquardt, figlio dell’artista, che qui ringrazio per la disponibilità, ci offre il volto del giovane artista giunto da qualche anno a Positano. È quella del “Reisepass”, rilasciato dal Deutsches Generalkonsulat di Napoli, in data 26 giugno del 1942: essa ci mostra il volto dell’artista trentottenne che farà colpo sulla giovane nobildonna napoletana. I dati riportati sul “Reisepass” ci dicono dell’altro: che è di professione, pittore accademico; la statura, grande; il viso, ovale, con gli occhi, di color marrone, i capelli, biondo scuro. Nessun segno particolare. […]Prima di questa data si conosce ben poco del lavoro artistico di Marquardt: i dipinti dedicati a Positano, vale a dire Case a Positano, una tempera grassa su masonite, oggi in collezione privata e la piccola tela raffigurante la Chiesa ai Mulini, nella collezione del Comune di Positano, dichiarano la sua formazione di pittore di paesaggio, capace di muoversi tra il racconto dettagliato dell’habitat e la sintesi espressionistica di forma e colore. Rilevante è l’effetto impressivo che spinge l’artista a segnare, con un colpo di azzurro, il riflesso del cielo sui vetri delle finestre, unitamente alla capacità descrittiva del reale, che ci portano ad attribuire queste opere tra la fine degli anni Trenta e i primi dei Quaranta.”

Bruno Enrico Marquardt è nato il 2 novembre del 1904 a Insterburg, oggi Černjachovsk, nell’Oblast di Kaliningrad nell’ex Prussia orientale, da Julius Robert ed Enrichetta Preszeit. Dopo la formazione artistica presso la Kunstakademie Königsberg e l’Akademie der Künste in Berlin, lascia la Germania e vive dapprima a Parigi, poi in Spagna alle isole Baleari. Nel 1936 si trasferisce in Italia, a Positano, dove si stabilisce definitivamente. Negli anni Trenta Positano ha offerto rifugio a innumerevoli profughi ed emigranti, tra cui molti artisti e intellettuali, fuggiti dagli orrori nazisti. A Positano conosce Emilia, detta‚’ Pupa‘. Discendente di un’aristocratica famiglia napoletana, Tuttavilla di Calabritto, aveva lasciato la città dopo i bombardamenti e l’occupazione da parte delle truppe della Wehrmacht. Nella cittadina, incastrata nella punta estrema della penisola sorrentina-amalfitana, Marquardt apre il suo studio in via Fornillo, dove dipinge le barche a vela, le case, soggetti che ripeterà più volte. Il suo studio, negli anni, sarà tra i punti  d’incontro degli artisti stranieri che troveranno rifugio a Positano: pittori quali Kurt Craemer, Martin Wolff, Eduard Gilhausen nei primi anni Venti membro del Bauhaus, Karli Sohn-Rethel, nonché gli scrittori Stefan Andres e Armin T. Wegner e sua moglie, la ceramista Irene Kowaliska. A questo nutrito gruppo di artisti si affiancheranno quelli esuli dalla Russia stalinista, tra loro i pittori Giovanni Zagoruiko, Gregorij Oscheroff, Boris Georgiev, Vassillij Issupoff e più tardi (nel 1950) Burliuk. Nell’ampia compagine figura anche Ettore Pignone del Carretto che ritroveremo, con gli altri nell’elenco degli artisti invitati alla Prima Mostra d’Arte tenutasi nel 1935, promossa dall’Ente per il Turismo. Marquardt terrà diverse le mostre personali e presenze a collettive allestite a Berlino, Königsberg, Lugano, Napoli e Roma. Nel novembre del 1946 gli viene concessa la cittadinanza italiana: giura fedeltà alla Repubblica e alla Costituzione italiana, nell’aprile del 1947 nella casa comunale di Positano. Muore il 2 maggio 1981 ed è sepolto nel cimitero di Positano, sua città di adozione.