cura del Dr. Vincenzo Carrella, dottore commercialista, giornalista economico ed analista
L’Iva sulla bolletta di gas ed elettricità non va calcolata anche sulle accise come avviene attualmente: quanto pagato in più dai consumatori va restituito. Lo ha stabilito un giudice di pace di Venezia qualche mese fa , imponendo ad Enel di rimborsare un utente. Un precedente che potrebbe condurre ad un danno miliardario per l’erario. L’Iva sulla bolletta di gas ed elettricità non va calcolata anche sulle accise come avviene attualmente: quanto pagato in più dai consumatori va restituito.
Lo ha stabilito un giudice di pace di Venezia che per questo ha ingiunto ad Enel di rimborsare poco più di 100 euro all’utente che aveva fatto ricorso. Ora il Rischio è quello di vedere valanghe di ricorsi catapultarsi presso i tribunali di tutta italia Una decisione questa – passata al momento inosservata – che crea un precedente importante: se tutti i clienti domestici facessero ricorso – e i giudici di pace condividessero l’interpretazione data nel capoluogo veneto – le entrate per l’erario potrebbero diminuire di circa un paio di miliardi di euro. Tra i principi che hanno dato ragione al consumatore che sarà rimborsato, quello stabilito dalla Cassazione, in seduta 3671/97, secondo il quale, salvo deroga esplicita,un’imposta non costituisce mai base imponibile per un’altra.Per l’Iva indebitamente pagata su 8 fatture per la fornitura di gas e 12 per l’elettricità, Enel avrebbe pagato al ricorrente 103,78 euro, più interessi e spese.
Il decreto ingiuntivo azionato dal consumatore è infatti passato in giudicato perché l’ Enel non ha fatto opposizione: probabilmente ciò è dipeso “ da disorganizzazione e/o affollamenti di carte giacenti in tutte le sedi italiane della società elettrica ”,
Un Dubbio però esiste e persiste : perché a tutt’oggi le stesse società di gestione dell’energia non hanno intrapreso nessuna azione a loro tutele , compresa quella di avviare autentici contenzioni tributari nelle sedi opportune? Infatti restiamo dell’avviso che a contestare l’Iva sull’accisa dovrebbero essere le società energetiche trasferendo la questione alla pura competenza delle Commissioni tributarie.
Probabilmente – e ciò resta la pura convenzione – tali società non hanno interesse a farlo anche – e soprattutto- perché possono continuare a riversarla sui consumatori finali.
Al momento il problema si è spostato in sede civile
Nel momento in cui la controversia è tra chi emette la fattura e chi la riceve, si instaura un diritto civilistico al rimborso, per cui è competente il giudice ordinario, in questo caso il giudice di pace, dato l’importo contenuto e limitato nell’ammontare .
Esisterebbe comunque , in tutta questa paradossale situazione , una responsabilità anche dell’Ue .Perchè, ci si potrà chiedere ?
La direttiva europea sull’Iva, così come recepita nell’ordinamento italiano, avvallerebbe il fatto che l’Iva sia calcolata anche sulle accise.
Tornando alla decisione del giudice di pace di Venezia , la sentenza si colloca invece sulla scia di quanto stabilito da varie sentenze proprio sull’Iva di altra tassa : quella dei rifiuti e precisamente la Tia : una battaglia vinta – quest’ultima – proprio dai consumatori, visto che la nuova TARI non prevede più il pagamento dell’Imposta sul valore aggiunto.
Cosa succederà adesso? La decisione su questa sentenza veneziana vale come precedente – c’è da giurarsi – sia per il giudice di pace che per gli altri tribunali ordinari, che potranno emettere sentenze basandosi sull’interpretazione data in questo ricorso ( sempreché – e non vi sono dubbi in proposito – la condivideranno) .
Occorre comunque fare un Distinguo , tra le imprese e i consumatori finali. Gli utenti commerciali, che possono scaricare l’Iva pagata, non avrebbero, infatti, interesse a ricorrere. Diversa, invece, la questione per i clienti domestici. “la lecita storsione” ammonterebbe a quasi 2 miliardi di euro. Se tutti i circa 21 milioni di utenti domestici italiani , infatti, ricorressero e fosse loro garantito un rimborso paragonabile a quello che Enel deve pagare all’utente veneziano, per l’erario sarebbe un danno da oltre 2 miliardi di euro.
Secondo la stima di Federconsumatori, per una famiglia media, con un consumo di 1.400 metri cubi di gas, se l’Iva non venisse applicata su tali imposte, si avrebbe un minor esborso tra i 50 e i 75 euro annui sulla bolletta energetica .
Se Moltiplicassimo tale importo per le annualità non prescritte ( cinque anni) il rimborso totale si assesterebbe su una media di 500 euro a famiglia.
Non è da escludere, quindi, un “fronte comune tra i consumatori “ per fare ricorso ad un’autentica class action. In tale caso .. il “forziere italiano” potrebbe seriamente impoverirsi di circa 2 miliardi di euro