Un patrimonio culturale, quello dell’Italia, di elevata qualità, le cui potenzialità sono “ampiamente inespresse”. E’ la premessa da cui parte quella che è stata definita “mozione di Paestum”, nata dalla prima seduta che il Consiglio Superiore “Beni culturali e paesaggistici” del MIBACT ha tenuto fuori dal Palazzo, questa mattina a Paestum in apertura della XVIII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico. A coordinare la seduta il Presidente del Consiglio Giuliano Volpe che ha spiegato come con la mozione, il Consiglio ha chiesto dunque “un deciso cambio di passo” e un sempre crescente impegno del Governo in questa direzione: “Deve maturare la capacità di avviare virtuosi percorsi di valorizzazione del patrimonio culturale – recita la mozione – che siano in connubio e non in conflitto con le prioritarie esigenze di tutela e di conservazione”. E, a tale proposito: “Il Consiglio auspica la rapida adozione in tutte le regioni meridionali dei Piani Paesaggistici Territoriali, che rappresentano strumenti essenziali per l’affermazione di una nuova politica di tutela e per innovative forme di sviluppo sostenibile”.
Il Consiglio ha sollecitato inoltre lo sviluppo di capacità nel portare sul territorio e nei processi gestionali delle istituzioni culturali delle regioni meridionali conoscenze e competenze pluridisciplinari “che coprano in modo sistemico tutto il sistema dei saperi di cui necessita il patrimonio culturale”.
Il Consiglio ha espresso la consapevolezza che non siano sufficienti le sole risorse finanziarie a consentire processi di valorizzazione del patrimonio culturale e di sviluppo economico del territorio: “Serve la capacità di utilizzare adeguatamente tali risorse, indirizzandole verso coerenti percorsi di viluppo”.
Apprezzamento per le iniziative imprenditoriali, attenzione alle regioni del Sud, che “proprio grazie al proprio patrimonio culturale, potrebbe svolgere un ruolo centrale nel dialogo interculturale e nelle nuove dinamiche euromediterranee”.
La conclusione sulle risorse del PON cultura: “Si invita infine il MiBACT a proseguire nel percorso avviato, finalizzato ad una migliore gestione delle risorse del PON cultura, anche in connessione con i POR territoriali delle regioni del Sud, anche al fine di poter realizzare azioni olistiche ed integrate per un nuovo percorso di valorizzazione del patrimonio culturale del Mezzogiorno, nell’ambito di politiche di sviluppo socio-economico in grado di coniugare ricchezza, occupazione, benessere sociale, qualità della vita, educazione, senso di appartenenza, cittadinanza attiva e partecipazione dei cittadini”.
Potrebbe, invece, nascere la prossima primavera il nuovo organismo unitario rappresentativo di tutti gli archeologi italiani: ad annunciarlo oggi a Paestum ancora il Presidente Giuliano Volpe nel corso dell’incontro “Verso una rappresentanza unitaria degli Archeologi Italiani”, primo appuntamento pubblico del Coordinamento delle Associazioni degli Archeologi italiani di vario tipo che, a partire dalla primavera scorsa, ha cominciato a dialogare per tentare di dar vita proprio ad un’unica rappresentanza che riunisca tutte le sigle. A Firenze il 19 febbraio è prevista l’assemblea nazionale degli archeologi italiani.
Ad oggi sono state già fatte quattro riunioni ed hanno aderito circa quindici sigle (ANA, Assotecnici, Archeologi del CNR, Archeoimprese, CIA, CNAP, Coordinamento archeologi CNA, FAP, FAS, Legacoop, SAMI e quattro Consulte Universitarie tra cui la CAMC di cui è membro lo stesso Volpe).
I quattro neodirettori dei Musei archeologici a gestione autonoma del Sud Italia sono stati intervistati dal Direttore de Il Mattino, Alessandro Barbano. Eva Degl’Innocenti (museo archeologico nazionale di Taranto), Paolo Giulierini (museo archeologico nazionale di Napoli), Carmelo Malacrino (museo archeologico nazionale di Reggio Calabria), Gabriel Zuchtriegel (parco archeologico di Paestum). Comunicazione e valorizzazione sono i temi che tutti e quattro hanno indicato come quelli che caratterizzeranno il loro lavoro, utilizzando le risorse umane che hanno a disposizione. Primo obiettivo: aumentare il numero dei visitatori (60mila a Taranto, 350mila a Napoli, 80mila a Reggio Calabria e 270mila a Paestum), dal momento che la riforma Franceschini offre l’occasione di utilizzare gli introiti dei biglietti venduti. Collaborazione, attraverso una programmazione e un percorso legato ai quattro musei, l’idea nata anche dall’incontro.
“E’ stato fondamentale implementare la strategia per divulgare i beni materiali e immateriali della nostra regione, promuovendo anche la fruibilità di alcuni siti ancora sconosciuti alle grandi masse – ha detto il Direttore generale per le Politiche Culturali, Rosanna Romano, intervenuta nell’ambito del convegno “I beni e le attività culturali nei fondi comunitari e nel piano di azione e coesione 2014-2016” – Ritengo oggi sia necessario destagionalizzare l’offerta turistica, individuando nuovi segmenti del mercato per intercettare nuovi flussi provenienti dal mercato europeo. Abbiamo individuato e sostenuto economicamente anche alcuni eventi culturali che negli anni hanno saputo costruirsi un certo appeal e divenire elementi attrattivi di rilievo internazionale”.
Prima uscita ufficiale oggi a Paestum anche per il Segretariato Generale del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo con il convegno intitolato “ Risorse e Strumenti per la Cultura e lo Sviluppo dei Territori. La programmazione Strategica del Mibact tra fondi europei e risorse nazionali”, moderato da Dora Di Francesco, Dirigente Servizio Il segretariato Generale del Mibact. All’evento ha presenziato anche Antonia Pasqua Recchia, Segretario Generale del Mibact.