Bimba sbranata da pitbull, veterinari: “Per evitare tragedie serve corretta gestione dei cani”

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(Adnkronos) – Per evitare il ripetersi di tragedie come quella di Acerra, dove una bambina di nove mesi è stata azzannata e uccisa dal pitbull di famiglia, è necessario lavorare su strategie di prevenzione. A dirlo è la Federazione nazionale degli Ordini dei veterinari italiani (Fnovi) che "di fronte a questa ennesima tragedia, ribadisce con forza l'importanza di una corretta gestione degli animali domestici, in particolare dei cani, che tenga in debito conto le loro caratteristiche etologiche e le potenziali implicazioni per la sicurezza delle persone".  Fnovi sottolinea come "la consapevolezza e la responsabilità siano i pilastri fondamentali per prevenire incidenti di questo tipo e in quest'ottica si rende disponibile a collaborare attivamente con le istituzioni e le altre parti interessate per contribuire a definire strategie efficaci volte a prevenire il ripetersi di simili tragedie". "La sicurezza delle persone e il benessere degli animali – si legge nella nota della Federazione – sono valori che vanno tutelati con il massimo impegno. L'aggressività canina può avere diverse cause, come per esempio una base genetica, ma anche una serie di fattori ambientali (alterazione delle fasi di sviluppo, ambiente di vita in cui il cane cresce e diventa adulto, stati di paura e/o di ansia, dolore, malattie organiche)". Per quanto riguarda la componente genetica, spiegano i veterinari, "l'unica strategia in nostro possesso è quella di escludere dalla riproduzione individui che hanno manifestato questo tipo di comportamento, incompatibile con l'inserimento dell'animale nel nostro contesto di vita". Relativamente ai fattori ambientali, invece, proseguono i camici bianchi, "l'educazione e la socializzazione degli animali fin dai primi mesi di vita, rappresentano elementi imprescindibili per garantire una convivenza pacifica e sicura. A ciò si aggiunge la responsabilità che hanno i proprietari di informarsi adeguatamente sulle esigenze specifiche fisiologiche ed etologiche dell'animale adottato, cercando di imparare a comunicare con lui in modo chiaro e coerente". Si tratta, conclude la Fnovi, "di impostare una gestione consapevole dei cani, che tenga anche conto delle potenziali difficoltà e dei rischi connessi alla convivenza con soggetti che hanno caratteristiche fisiche e comportamentali tali da renderli, in alcuni casi, potenzialmente pericolosi". 
Marco Melosi, presidente dell'Associazione nazionale medici veterinari italiani (Anmvi), interpellato dall'Adnkronos Salute, spera che "il Governo intervenga per mettere un freno alla diffusione, in crescita, di cani pericolosi come il pitbull o il rottweiler. Non devono stare in mani sbagliate e non nella stessa stanza con una bambina".
 "Lo dico anche perché queste situazioni sono semplici da evitare se i proprietari di certe razze canini sanno cosa si sono messi in casa – prosegue Melosi – . Devono sapere come gestirlo e agire, ecco perché chiedo al Governo o al ministro della Salute Schillaci di prendere come esempio quello che ha fatto la Lombardia con il progetto di legge per il patentino per i cani pericolosi", obbligatorio per i cani della tipologia dei terrier tipo bull e molossoidi, quali pitbull, american staffordshire, bull terrier, cane corso, dogo argentino e cani morfologicamente similari. Ma ci sono nazioni che hanno deciso di vietare alcune razze pericolose, "l'hanno fatto in Germania e nel Regno Unito. E' una scelta drastica – rimarca il veterinario – però davvero è il momento di voltare pagina e il patentino può essere la soluzione". Perché il pitbull, ciclicamente, si macchia di episodi di violenza anche gravissimi come ad Acerra? "Sono cani strani – risponde Melosi – Molto spesso con i familiari sono tranquilli e anche affettuosi, e questo trae in inganno le persone che li comprano, ma sono cani che se si sentono in pericolo aggrediscono. I proprietari pensano di saperli gestire, ma non ci sono avvisaglie di questi comportamenti a rischio soprattutto verso i bambini. Per questo dico che questi cani non devono stare nella stessa stanza con un bambino". Anche l'infettivologo Matteo Bassetti si è espresso in merito alla morte della bimba, riflettendo con un post su X sulle possibili regole da introdurre per i cani di razze mordaci. "Una tragedia che poteva essere evitata – scrive Bassetti – dal momento che il cane assassino la scorsa estate sarebbe scappato dall'appartamento dove era custodito dalla famiglia della bambina, e avrebbe aggredito un altro cane che passeggiava nel rione in compagnia di una dog sitter. Fatti sconcertanti di fronte ai quali l'opinione pubblica si divide tra chi sostiene che 'sono cani troppo aggressivi, bisogna vietarli' e chi ribatte che 'il cane non ha colpa, la responsabilità è dei proprietari che non li educano e li trascurano'. Io non sono un esperto dell'argomento, ma amo i cani e penso che sul tema occorra intervenire con urgenza".  Per Bassetti, direttore Malattie infettive dell'ospedale Policlinico San Martino di Genova, occorre regolamentare "particolarmente la detenzione di razze impegnative e mordaci per limitare la moda del momento: comprare o adottare un cane senza avere le competenze necessarie per gestire questi tipi di animali. Istituire una sorta di patentino per detenerli, vietarli nelle abitazioni dove risiedono bambini piccoli, oltre all'obbligo della museruola e del guinzaglio nei luoghi comuni o pubblici con sanzioni pesantissime per chi non segue le regole".  —cronacawebinfo@adnkronos.com (Web Info)