Benevento- Salerno: narrativa andata e ritorno

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ImmagineUn editore di origini scafatesi, un maestro d’arte nato a Milano ma che vive e lavora a Salerno e un’autrice beneventana…non poteva certo sfuggire al nostro giornale l’occasione di intervistare tutti e tre in un colpo solo a seguito della recente pubblicazione del romanzo tascabile “Donne Maledette” che si annuncia, sic stantibus, come un prodotto made in Campania ma destinato, ben presto, a superare i confini regionali.
La storia, ambientata a Parigi nel periodo a cavallo tra le due guerre mondiali, narra di una famiglia ricca ma sventurata in un contesto borghese fatto più di maschere pirandelliane che di volti sinceri e trasparenti. È il ritratto emblema di una borghesia in pieno disfacimento di valori che non riesce più a rispondere con l’ipocrisia al disvelamento del marcio, della cancrena sociale che precipitosamente e impietosamente avanza.
Protagoniste, con la loro forza e con i loro limiti, con il potere narrante a cui fa da sfondo l’emancipazione femminile incipiente, sono le donne, maledette perché vittime della malasorte.
Abbiamo rivolto qualche domanda ai protagonisti di questo nuovo prodotto editoriale.
Mariagrazia De Castro è l’autrice. Docente a contratto presso l’Università del Molise, è nata e vive a Benevento. Da qualche anno scrive racconti e ha vinto anche diversi premi nella sezione della narrativa e del componimento breve.
D. Quali sono gli autori che ti hanno ispirata?
R. Nella mia vita ho letto parecchio e ci sono dei classici che mi rimangono nel cuore e che tuttora influenzano la mia esperienza di vita: Pirandello, Thomas Mann, la Austen, la Woolf solo per citarne alcuni. Ma negli ultimi tempi la vera folgorazione è stata la scoperta di Irène Nèmirovsky. Adoro il suo stile di scrittura, i suoi racconti e il modo lucido e coinvolgente col quale analizza a fondo i suoi personaggi, uomini e donne, tutti complessi e pieni di risvolti. D’altronde ella stessa in Suite francese scrive che “non ci si può illudere di conoscere il mare se non lo si è visto nella quiete come nella tempesta: solo chi ha osservato gli uomini e le donne in tempi simili a questo può dire di conoscerli a fondo”.
D. Quali sono le soddisfazioni maggiori che hai ricevuto dai tuoi scritti?
R. Sicuramente i premi letterari: essere arrivata in finale e anche aver vinto dei premi con racconti ispirati alla memoria di mia madre mi ha aiutato a sollevarmi dalla sua incolmabile perdita e poi aver vinto il Premio “Versi sotto gli irmici” che mi è stato consegnato il 17 agosto, anniversario della morte della Nèmirovsky ad Auschwitz, assassinata dai nazisti. Una curiosa coincidenza…
D. Cosa bolle in pentola?
Altro…e sicuramente proporrò a Milena Edizioni. Ho lavorato con diversi editori e sono rimasta sempre soddisfatta, ma la casa editrice in questione mi ha colpito favorevolmente per l’innovazione e la capacità di saper cogliere con eleganza e raffinatezza molti trend in fatto di narrativa.
Ed infatti, Milena Edizioni è una casa editrice che da diverso tempo si è imposta sul mercato con prodotti editoriali di qualità caratterizzati anche da cura grafica e con collane innovative cui afferiscono diversi autori di prestigio. Abbiamo rivolto qualche domanda a Moreno Casciello, titolare e responsabile.
D. Cosa significa credere in un autore?
R. Significa investire su di lui. In genere non guardo mai solo il testo in sé, ma cerco di capire se l’autore è un vero scrittore o solo una persona che si è cimentata nella stesura di un testo. Singoli libri non aiutano la casa editrice.
D. Chi è il lettore tipo di Donne Maledette?
R. Donne maledette è un libro per romantici, inteso nel senso più ampio del termine. Alla Fiera del Libro di San Giorgio a Cremano “Ricomincio dai libri”, tre donne lo hanno acquistato solo per aver letto in quarta di copertina che è ambientato a Parigi. E’ un libro per chi vuole emozionarsi.

Il Maestro Eugenio Siniscalchi, vive e lavora a Salerno. Spazia nell’ambito allargato delle arti: dalla pittura al restauro impegnandosi con passione, dedizione e competenza anche all’insegnamento. Uno dei suoi ultimi dipinti è proprio la copertina di “Donne maledette”.
D. Maestro, sappiamo bene che il lettore, molto spesso, si fa influenzare dalla copertina e così giudica il libro. Cosa vuole comunicare al lettore il suo dipinto in copertina?
R. Il titolo del dipinto è “Sospensione gravitazionale universale”: le due ragazze che avanzano su di un comune orizzonte verso un’attesa luce in uno spazio temporale indefinito, comunicano completa empatia e coesistenza. La luce che pervade la scena e l’espressione delle protagoniste suggeriscono predisposizione positiva alla vita nel medesimo avanzare.