Benevento città dei contrasti

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Anna Zollo, stimata blogger originaria di Benevento, attenta alle tematiche ambientali ed agroalimentari, collabora con “Gazzetta” già da qualche tempo. I suoi contributi sono seguiti ed apprezzati dai lettori di “Gazzetta” così tanto che “Gazzetta” si pregia ed onora di dedicare ad Anna, a partire da oggi, una rubrica tutta sua. “Impatto 2.0” sarà quindi la rubrica di Anna Zollo, ma anche la finestra attraverso la quale “Gazzetta di Salerno” guarderà la realtà di Benevento, con gli occhi di Anna. Buona lettura.

Le immagini che un visitatore coglie andando verso Benevento sono molteplici, s’intrecciano tra loro in un denso groviglio di memorie storiche e tradizioni.

Ma quello che sicuramente colpisce è l’aspetto morfologico. Un’ampia conca interna, tipica dell’Appennino Meridionale, molto fertile, punteggiata da edifici sparsi nei quali si notano ancora vaghi ricordi delle tradizionali forme di architettura rurale e prima ancora di “forme” tradizionali di origine longobarda, e delle famose colombaie.

A sovrastare il tutto la Dormiente del Sannio, un massiccio montuoso di circa 1400 metri (Monte Taburno) che per la sua forma è assimilata ad una donna sdraiata, che con le sue forme di donna Mediterranea si staglia all’orizzonte, dividendo quelle che sono le due Valli principali Valle Telesina  e Caudina.

L’ambiente agricolo è a coltura prevalentemente intensiva, le produzioni più diffuse sono gli ortaggi (insalate, cavoli, cavolfiori, peperoni pomodori) la vite, la frutta (pesche, pere, mele, susine, noci, ciliegie).

Ancora oggi, così come nel passato, è  presente l’usanza delle distese di ortaggi e verdure sovrapposte da vigneti e frutteti. La conduzione aziendale è ancora di tipo familiare, arretrata e poco meccanizzata.

I centri storici circostanti, disposti lungo le valli ed adagiate sulle pendici collinari e montane, conservano le connotazioni originarie, modificate principalmente dai terremoti.

I centri di fondo valle hanno origine romano longobarda, mentre quelli di altura hanno prevalentemente origine medioevale.

Benevento città è formata da 4 rioni distinti sia morfologicamente che  storicamente: centro storico, rione Ferrovia, rione Libertà, rione Mellusi. A questi si sono poi uniti (Pacevecchia e Capodimponte).

Il centro Storico è il rione più antico, in parte di origine romana ed in parte longobarda, con amie zone di sovrapposizione dei due antichi insediamenti e con una edilizia quasi tutta post settecentesca, frutto delle imponenti opere di ricostruzione seguire ai terremoti del 1688 e del 1702.

Il rione Ferrovia costituisce l’espansione urbana post-unitaria.

Il rione Libertà costituice l’espansione urbana pre seconda guerra mondiale, gli edifici sono stati realizati da Piccinato e sono tipiche dell’epoca fascista

Il rione Mellusi, espansione della città del post secondo conflitto mondiale.

Le origini della cttà si fanno risalire alla confluenza del Fiume Sabato e Calore, dove era presente porta San Lorenzo (ora non più esistente) e la zona archeologia dei SS Quaranta, dove oggi è stato realizzato il parco archeologico di Cellarulo.

Così come è tipico per i centri di origine romana, sono presenti due direttrici  trasversali fra loro : una longitudinale est-ovest ed una trasversale  che ha all’estremità due ponti per l’attraversamento dei fiumi. Una struttura  quindi, cardo-decumanica, concretizzando il tessuto urbano in maglie regolari di conformazione rettangolare con partiture di grandi  dimensioni ( m.100 per 40).

Il decumanus maximus si indirizza verso il corso Garibaldi, mentre  il cardus maior nei pressi di via torre . nei pressi troviamo il foro, il teatro, le terme, mentre  il grande complesso dei mercati è rinvenibile nei pressi dell’antica direttrice  Sabato- Calore, nella zona di convergenza della via Appia con la via Latina.  

Quindi per poi spostarsi nell’epoca imperiale verso l’Arco Traiano  dove aveva inizio la nuova via Appia Traiana che si indirizza verso la Puglia.

L’insediamento medievale si trova più in altura, abbandonando quasi la parte bassa dell’insediamento romano.

La nuova città medievale prende forma  in età longobarda, quando si realizzarono i quartieri orientali strutturati attorno al Monastero di Santa Sofia ( ora bene Unesco) e al Sacrum paltium, dove si costruiscono nuove mura, creando una nuova tipologie di tessuto urbano, differente da quello romano e caratterizzato da  forme complesse attorno a precisi poli di interesse (tante piazze). Formando forme concentriche nella zona Piano di Corte, zona Trescene, mentre nella zona a sud si realizzano forme più aperte  lungo il percorso curvilineo dell’Annuziata, dove i tipi edilizi hanno caratteristiche seriali e si aggregano  in isolati di conformazione irregolare. Mentre l’insediamento tardo medievale  sposta il centro di interesse verso la Rocca dei Rettori.

Alla fine del XVII secolo la città fu distrutta dal terremoto,  e solo dopo il secondo terremoto dle 1702, grazie al Cardinale Vincenzo M Orsini detto Papa Benedetto XIII fu ricostruita ed arricchita da edifici baroccheggianti sia civili che religiosi.

Ancora oggi la città risente dell’impronta Pontificia.

Ma oltre alle stratificazioni storiche la città di Benevento è famosa per la città delle Janare, delle streghe bianche. Tale mito lo si fa risalire sia all’influenza di Iside e  della dea Diana   che dall’influenza dello stato Pontificio.  Famosa la  danza delle streghe sotto il noce  sotto il solo il vento sotto il noce di Benevento.

Da non tralasciare la parte enogastronomica di Benevento,  una cucina basata su piatti tipici ma gustosi della tradizione contadina. Tra i piatti più tradizionali le paste fatte in casa (fusilli, cicatielli, lagane) la zuppa di cardone ( ipica del Natale), gli ammugliatielli (intestini degli agnelli), il torrone, otre che al liquore fatto con 77 erbe chiamato strega.