di Yasmina Reza
traduzione MONICA CAPUANI
con
ANNA FOGLIETTAPAOLO CALABRESI
ANNA FERZETTI DAVID SEBASTI
e con
SIMONA MARCHINI
scena e luci GIANNI CARLUCCIO
costumi GEMMA MASCAGNI
regia ROBERTO ANDÒ
Prossimo appuntamento in cartellone al teatro Municipale “Giuseppe Verdi” di Salerno è Una bella figura di Yasmina Reza, produzione Gli Ipocriti Melina Balsamo con la traduzione di Monica Capuani, scene e luci di Gianni Carluccio, costumi di Gemma Mascagni.
In scena, diretti da Roberto Andò: Anna Foglietta, Paolo Calabresi, Anna Ferzetti, David Sebasti, con la partecipazione anche di Simona Marchini.
Lo spettacolo andrà in scena, in anteprima regionale, da giovedì 8 a domenica 11 novembre.
“Nelle mie opere – ha dichiarato l’autrice Yasmina Reza – non racconto mai vere e proprie storie, dunque non dovrebbe sorprendere se lo stesso accade anche qui. A meno che non si consideri l’incerta e ondeggiante trama della vita, di per se stessa, una storia”.
Tutto ha inizio nel parcheggio di un ristorante fuori città. In auto un uomo e una donna. Lei, Andrea, madre single e impiegata in una farmacia, è ancora all’interno dell’abitacolo. Il suo amante, Boris, un piccolo imprenditore di verande, sta cercando di convincerla ad uscire, malgrado il passo falso che ha appena commesso: farsi scappare che quel ristorante gli è stato consigliato da sua moglie.
Bella Figura esplora la notte che segue a quell’errore fatale.
Poco dopo, una seconda coppia entra in scena: Eric e Francoise, insieme a Yvonne, la madre di Eric. In breve emerge che sono legati alla prima coppia da un segreto imbarazzante.
La pièce, che si svolge quasi interamente all’aperto mentre il giorno volge al termine, è stata scritta per il regista Thomas Osthermeier e per la compagnia del teatro Schaubühne di Berlino. In Germania ed in Francia – dove l’ha messo in scena la stessa Reza per l’interpretazione di Emmanuelle Devos – ha riscosso un grande successo di pubblico e di critica.
Come i lavori precedenti di Yasmina Reza, anche Bella figura può essere considerata una “tragedia divertente”, secondo l’appropriata definizione che ne ha dato il regista inglese Matthew Warchus.
Anche in questo suo ultimo testo, le contraddizioni e le nevrosi dei personaggi sono spinte all’eccesso, e si ribaltano a volte nel loro contrario, creando effetti capaci di provocare al contempo un disagio sottile e risate clamorose.
L’autrice padroneggia in modo impareggiabile l’oscillare di tono della sua scrittura e in particolare l’humor paradossale, la sua cifra più originale che l’ha fatta amare da registi e scrittori come Milan Kundera e Roman Polanski.