Obiettivo: colmare il gap infrastrutturale dell’Italia rispetto al resto d’Europa sulla copertura Internet con Banda Ultralarga e, contemporaneamente, stimolare i servizi digitali. Il Governo ha messo a punto due diversi piani, una Strategia per la Banda Larga e Ultralarga, e una per la Crescita Digitale, entrambi con orizzonte temporale di riferimento il 2020.
Entro cinque anni, si intende raggiungere l’85% dei cittadini con Internet in Banda Ultralarga ad almeno 100 Mbps, e il 100% con copertura a 30 Mbps. Si tratta di un obiettivo superiore a quelli del secondo pilastro dell’Agenda Digitale Europea, che prevede la Banda Ultralarga a 100 Mbps per il 50% della popolazione.
La strada da fare è parecchia, visto che, al momento, l’Italia è non solo ben lontana dai numeri che si prefigge di raggiungere, ma anche fra i fanalini di coda d’Europa in relazione alla copertura infrastrutturale con reti di ultima generazione (con il 20% di copertura, contro il 62% europeo). Vediamo quali sono le linee generali dei due piani.
Piano Banda Ultralarga
E’ previsto un meccanismo di investimenti pubblici e privati: per superare il 50% di obiettivo minimo europeo, arrivando al previsto 85% di copertura con la fibra ottica di ultima generazione, è necessario che le risorse private siamo almeno pari a quelle pubbliche, pari a 6 miliardi. Azioni da intraprendere:
- agevolazioni per abbassare le barriere di costo di implementazione, semplificando e riducendo gli oneri amministrativi;
- coordinamento nella gestione del sottosuolo attraverso l’istituzione di un Catasto del sotto e sopra suolo che garantisca il monitoraggio degli interventi e il miglior utilizzo delle infrastrutture esistenti;
- adeguamento agli altri Paesi europei dei limiti in materia di elettromagnetismo;
- incentivi fiscali e credito a tassi agevolati nelle aree più redditizie;
- incentivi pubblici per investire nelle aree marginali;
- realizzazione diretta di infrastrutture pubbliche nelle aree a fallimento di mercato.
I soldi per gli investimenti pubblici arrivano dai fondi europei FESR e FEASR, e dal Fondo di Sviluppo e Coesione, per un totale di 6 miliardi ai quali si aggiungono però le risorse del Piano Juncker. Significa che, per raggiungere gli obiettivi massimi al 2020, cioè una rete Internet a Banda Ultralarga per l’85% della popolazione, bisogna attirare almeno 6 miliardi di finanziamenti privati. In vista, c’è un provvedimento specifico con nuove regole e un piano di migrazione progressiva lal nuova fibra ottica, anche attraverso un meccanismo di voucher.
Piano Crescita Digitale
Qui l’obiettivo è quello di accompagnare la crescita delle infrastrutture con servizi sempre più evoluti a disposizione del cittadino, sempre utilizzando leve pubbliche e private. Azioni dell’Agenda Digitale:
- obbligo switch-off nella Pubblica Amministrazione: digital First, con il superamento della tipologia tradizionale di fruizione dei servizi al cittadino, centralizzazione della programmazione e della spesa, monitoraggio delle modalità e tempistiche;
- nuovo approccio architetturale basato su logiche aperte, standards, interoperabilità e architetture flessibili, user-centered;
- trasparenza e condivisione dei dati pubblici (dati.gov.it);
- nuovi modelli di Partnership Pubblico/Privato;
- coordinamento di tutti gli interventi di trasformazione digitale;
- diffusione di cultura digitale e sviluppo di competenze in imprese e cittadini;
- riduzione dei costi e miglioramento qualità dei servizi, con meccanismi di remunerazione anche per stimolare i fornitori a forme innovative di erogazione/fruizione dei servizi;
- progressiva adozione di Modelli Cloud;
- innalzamento dei livelli di affidabilità e sicurezza;
- Servizio Pubblico d’Identità Digitale (SPID) per un accesso sicuro e protetto ai servizi digitali;
- Digital Security per la PA;
- Sistema Pubblico di Connettività con Wifi negli uffici pubblici e nelle scuole/ospedali, in sinergia con il piano nazionale banda ultralarga massimizzando la copertura a 100 mbps e garantendo almeno 30 mbps nelle aree più marginali
Per i servizi digitali della pubblica amministrazione, il punto di riferimento del cittadino sarà la Piattaforma Italia Log In, una struttura aperta a tutti i settori della PA che rappresenta un unico punto di accesso per il cittadino. Tutto questo, specifica il governo, è stato oggetto di consultazione pubblica online dal 20 novembre 2014 al 20 dicembre 2014, durante la quale sono stati ricevuti 587 commenti da 83 diversi utenti e sono arrivati all’Agenzia per Digitale oltre 50 documenti di proposta da soggetti pubblici e privati, tenuti in considerazione per integrazioni e modiche. (Fonti: il Piano per la Banda Ultralarga e il Piano per la Crescita Digitale)