Dal 19 dicembre scorso opera anche a Salerno una interessante realtà nel sistema bancario, ha infatti aperto la propria filiale a Salerno, in via Dalmazia, “Banca Del Sud”, un operatore creditizio a vocazione decisamente meridionale, come è peraltro evidente dal nome stesso. Incontriamo il Direttore della recentemente aperta Filiale di Salerno, il Dr. Giovanni Avallone.
Dr. Avallone, qual è la mission e qual è la storia di “Banca Del Sud”?
La storia di “Banca Del Sud” è recente, siamo una banca giovane, nata a partire dal 2004, grazie all’attuale Vicepresidente ed Amministratore Delegato, Dr. Francesco Andreozzi, all’attuale Presidente, Dr. Giulio Lanciotti ed al Presidente Onorario, il Professor Adriano Giannola, che diedero vita al Comitato Promotore. La mission di “Banca Del Sud” è, come si evince dal nome, quella di essere una banca di territorio, che si propone di impiegare le risorse raccolte nel territorio di appartenenza, “Banca Del Sud” si propone quindi di diventare partner delle piccole e medie imprese meridionali e di accompagnarle nel loro processo di crescita con l’obiettivo finale di creare valore per il territorio. Le banche presenti sul territorio appartengono a gruppi non locali, e quindi non impiegano il risparmio raccolto nel territorio dove operano, ma rispondono a criteri di delocalizzazione. “Banca Del Sud” al contrario impiega i capitali che raccoglie nel tessuto economico campano ed anzi punta a porsi come riferimento per l’innovazione e lo sviluppo del territorio. La nostra Sede è a Napoli, ed abbiamo 5 filiali, 2 nel Capoluogo, una a Caserta , una ad Avellino ed una a Salerno, aperta il 19 dicembre scorso. Non da ultimo, tra i nostri Soci Istituzionali abbiamo l’Istituto Banco di Napoli-Fondazione , Fondiaria-SAI e Banca popolare di Puglia e Basilicata. Ed abbiamo oltre 500 soci privati.
Quali sono le specificità dell’area di Salerno?
Salerno è essenzialmente una città di servizi, anche perché ultimamente sono venute meno le roccaforti industriali presenti sul territorio, penso al Pastificio Amato, l’area salernitana ha un tessuto economico che si basa su equilibri delicati e che per svilupparsi dovrebbe puntare primariamente sulle risorse naturali di cui dispone come il turismo. Il terziario è quindi il comparto che la fa da padrone, con una miriade di piccole e medie imprese che riescono ad operare in modo molto dinamico e sicuramente interessante, riuscendo anche ad individuare nicchie di eccellenza, nell’agroalimentare ma non solo. Se poi ampliamo lo sguardo a tutta la Provincia, notiamo una specificità che probabilmente non ha neanche l’area partenopea, nella Provincia di Salerno infatti, grazie alla sua estensione, c’è praticamente tutto, è un’area completa, dove è possibile cogliere diverse opportunità di sviluppo, anche se mi rendo conto che il periodo che si sta vivendo è sicuramente difficile.
La banca è un osservatorio privilegiato per avere il polso della situazione sullo stato di salute delle imprese, pochi giorni fa abbiamo raccolto l’allarme del Presidente di Casa Artigiani, la situazione è così critica?
Non posso che confermare purtroppo, non nego che “Banca Del Sud” ha operato una scelta coraggiosa aprendo la propria filiale di Salerno in un momento delicato come questo, ma proprio perché il momento è delicato c’è bisogno di fare scelte coraggiose e c’è bisogno di sostenere le imprese, cogliendo le opportunità di innovazione e di sviluppo nonché le specificità che sul territorio comunque sono presenti. Si parla tuttavia di piccoli numeri, mi rendo perfettamente conto che in un periodo come questo poter avere una tranquilla ordinaria amministrazione è già un risultato importante. La situazione è oggettivamente difficile.
Qual è il bacino di utenza di “Banca Del Sud” e quali servizi offre in particolare?
“Banca Del Sud” si rivolge a famiglie, professionisti e piccole e medie imprese. La nostra struttura non ci permette di seguire grossi clienti, tuttavia riusciamo ad ottenere risultati significativi ed inoltre ad avere una base di soci importante. Il concetto chiave della nostra offerta è il conto corrente come centro delle operazioni, ragion per cui cerchiamo di fare in modo che esso venga usato il più possibile dal cliente titolare, perché ciò sia conveniente puntiamo quindi sul volume delle transazioni e di conseguenza sui bassi costi di gestione. Cerchiamo di essere attenti anche alla rimonetazione della raccolta, proprio perché il momento è difficile, ed all’assistenza negli impieghi molto frazionati, fino al microcredito.
La crisi finanziaria è iniziata a manifestarsi fin dal 2007 negli Stati Uniti, e questa crisi ha sicuramente influito negativamente sulla percezione che si ha della banca, non solo in Italia. La banca come istituzione è responsabile di questa percezione negativa?
In questi anni è mancata probabilmente la cultura della banca, credo che ci sia un concorso di responsabilità, sia da parte delle banche sia da parte delle imprese. Da un lato l’imprenditore non è stato aiutato a crescere, dall’altro la banca, nel momento in cui gestisce capitali di terzi, deve anche preoccuparsi di salvaguardarli. La stretta di credito c’è stata, ma c’è stato probabilmente anche un corto circuito a livello informativo e comunicativo, la banca deve rappresentare un’opportunità di crescita per l’impresa, che da parte sua deve essere il più trasparente possibile verso la banca, spesso questo non è avvenuto. In Italia si sconta purtroppo ancora un ritardo dal punto di vista della cultura di impresa, l’imprenditore spesso tende a gestire l’azienda, e le sue risorse finanziarie, come fosse il cassetto di casa, la commistione tra privato ed azienda non sempre è salutare. Non è pensabile impiegare per scopi personali un finanziamento ottenuto allo scopo di sviluppare l’impresa. Le banche fanno il loro mestiere, credo pertanto che l’unica soluzione sia la massima trasparenza possibile da parte di tutti. C’è anche un problema strutturale, tipico del nostro sistema imprenditoriale, le imprese italiane sono per lo più sottocapitalizzate, e per questo motivo incontrano difficoltà ad impattare con “Basilea”, c’è poco “capitale proprio” tra le fonti di finanziamento delle imprese, non si può quindi chiedere alle banche di rischiare quello che l’imprenditore non vuole rischiare, deve essere l’imprenditore il primo a credere nella sua impresa, e può farlo solo rischiando del proprio. Non dimentichiamo infine che proprio questa “rigidità” delle banche italiane ha permesso la loro stessa sopravvivenza.
Tornando a “Banca Del Sud”, che tipo di riscontri avete registrato in questi primi mesi di apertura della vostra filiale?
Salerno è una piazza bancabile sana, non ha le storture tipiche delle grandi città, ha un passo tranquillo, si privilegiano quindi le piccole realtà. C’è molta voglia di bancarizzazione, e spesso la banca non riesce a fornire supporto adeguato al cliente, che spesso non è a conoscenza di tutti quei meccanismi e di quelle dinamiche che investono i processi economici e finanziari, specie per quello che riguarda le nuove normative, il “bilancio nuovo”, in modo che l’impresa possa conseguire ratings più appropriati e quindi ottenere più agevolmente le risorse di cui ha bisogno. Da questo punto di vista è la banca che deve anche formare il cliente e, se possibile, crescere insieme a lui.
E per quello che riguarda i giovani e le famiglie di nuova formazione?
I giovani ci chiedono principalmente finanziamenti a medio/lungo termine per l’acquisto della loro prima casa, i mutui immobiliari sono al momento al palo perché il mercato immobiliare è crollato del 50% e quindi siamo in presenza di un grosso ammontare di invenduto immobiliare. Questo non toglie che in presenza di persone sane la banca fa comunque la sua parte, è nell’interesse della banca, che guadagna non con la raccolta ma con gli impieghi. Sono diminuiti anche gli importi finanziati perché sono calati i valori degli immobili.
PIETRO PIZZOLLA