I risultati dei campionamenti effettuati da Legambiente per rilevare lo stato delle acque di balneazione del mare campano sono risultati diversi da quelli diffusi dall’Agenzia regionale protezione ambientale della Campania (Arpac).
Per fare chiarezza sulla questione, l’eurodeputato del M5S Piernicola Pedicini ha presentato un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere che faccia sapere come spiega le incongruenze dei risultati forniti da Legambiente rispetto a quelli pubblicati dalle autorità competenti italiane, in particolare dall’Arpa campana?
Che garanzie può fornire che i dati comunicati periodicamente dalle autorità competenti dei diversi Stati membri e divulgati nei dossier annuali dell’Agenzia europea dell’ambiente, rappresentino il reale stato di salute delle acque di balneazione europee?
Se ritiene che ci sia bisogno di un sistema di validazione europeo “super partes” dei dati sulle matrici ambientali forniti dalle autorità competenti degli Stati membri?
Nel merito della situazione campana, Pedicini ha evidenziato che confrontando il Report di Legambiente con quello dell’Agenzia regionale protezione ambientale della Campania (Arpac), è emerso che spesso i campionamenti di Legambiente, effettuati nello stesso periodo e nello stesso tratto di costa regionale, hanno rilevato una qualità delle acque “pessima” mentre Arpac ha riportato una qualità “eccellente”.
Inoltre, esaminando i dati nazionali dei campionamenti di Legambiente è emerso che misurando i valori di enterococchi intestinali ed escherichia coli, come previsto dalla direttiva Ue 2006/7/Ce, è risultato “inquinato” o “fortemente inquinato” il 48% dei punti campionati, cioè uno ogni 59 chilometri di costa italiana.
Pedicini ha infine precisato che l’Italia è sotto procedura di infrazione della direttiva 91/271/Cee a causa della cattiva mancata depurazione delle acque reflue in numerose località, soprattutto in Campania.