Bagno di folla per Paolo Sorrentino alla Festa del Cinema di Roma.

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sorrentinoa cura di Leila Cimarelli

All’Auditorium Parco della Musica, più precisamente nella sala Sinopoli, un brillante Paolo Sorrentino è stato il protagonista del quarto appuntamento con gli Incontri ravvicinati, voluti e moderati dal Direttore della Festa, Antonio Monda. Amici da tempo, il direttore e il regista napoletano hanno regalato, al pubblico in sala, un incontro memorabile e divertente, senza tralasciare i valori della famiglia, cari a Sorrentino e l’amore per il bel cinema.

Come di consueto, il regista partenopeo, sotto richiesta del dottor Monda, ha selezionato alcuni film definiti fondamentali per la sua carriera. Iniziando con il film “Tempesta di ghiaccio” di Ang Lee, pellicola che lo particolarmente colpito per due motivi. Il primo legato più all’aspetto professionale, ovvero per l’amore verso la sceneggiatura e in secondo luogo, più intimistico, per il valore della famiglia, trattato con molta delicatezza e verità. Famiglia, argomento tanto prezioso da Sorrentino, tanto da non averlo mai affrontato in un suo film.  Secondo film, “La notte” di Antonioni, insieme a Fellini e Bertolucci, sono il trio di registi che Sorrentino predi lisce in assoluto. La scelta di questo film è per la capacità di inserire la musica jazz, definita da lui noiosa. Terza clip, come per Jude Law, la scelta è ricaduta per  “Road to perdition” – Era mio padre. Senza mezzi termini, la scena prescelta da Sorrentino è l’esempio perfetto per spiegare cos’è il cinema. Caratteristica principale e molto apprezzata dal regista premio Oscar (a prescindere da questo film) è la verosimiglianza. Elemento essenziale per il cinema di Sorrentino è di evitare di rappresentare il vero, ritenuto noioso, prediligendo più la rappresentazione della verosimiglianza.

Inevitabili le domande per il nuovo progetto con Jude Law, sulla serie tv basata sulla figura di un giovane Papa inglese, mai esistito. Ha dichiarato di aver pensato da subito all’attore inglese per la sua bravura e bellezza.

Quarta clip, “The straight story” di Lynch, definito un capolavoro per Sorrentino, vista la filmografia del regista. La scena scelta è talmente essenziale ed inquietante che andrebbe bene per qualsiasi film di Lynch, la definita “forza sottovalutata delle cose insensate”. Ed infine la quinta clip, è un film di Tim Burton, “Mars Attack”, scelta per l’occasione la scena che Sorrentino reputa più erotica, del cinema mondiale. L’approccio tra un essere umano ed un’aliena.

Giunti alla fine dell’incontro Antonio Monda, ha deciso di scegliere una clip di uno dei film di Paolo Sorrentino, introdotta da questa frase “La solitudine del potere”. La scena tratta da “Il Divo”, vede un magnifico Toni Servillo, interpretare Giulio Andreotti, mentre passeggia per le vie del centro di Roma, in totale solitudine.