“La causa della morte è ascrivibile ad asfissia per annegamento per tutte le 26 vittime.
In un solo caso la morte è stata determinata anche da uno ‘shock emorragico’ dovuto alla rottura del fegato, senza segni esterni da rapportare ad eventuali eventi traumatici avvenuti prima della caduta in acqua, potendo attribuire tale lesione al verosimile impatto contro superfici solide smusse”.
Con queste parole la Procura della Repubblica di Salerno pone la parola fine alla vicenda delle ventisei migranti i cui funerali verranno celebrati nel cimitero di Salerno venerdì prossimo alle ore 10.
Sulle salme “non sono stati riscontrati segni di violenza fisica e/o sessuale recente”.
I cadaveri delle donne si trovavano sulla nave spagnola Cantabria che aveva a bordo 401 migranti soccorsi in quattro distinti Sar (Search and Rescue) effettuati al largo delle coste libiche il 3 novembre scorso.
Sono almeno un centinaio i migranti dispersi, caduti in mare e morti quasi certamente per annegamento: sono quelli che si trovavano sul gommone insieme con le donne i cui cadaveri sono stati poi recuperati.
E’ quanto riferisce la Procura di Salerno sulla base del bilancio dei quattro interventi di salvataggio SAR (Search and Rescue) effettuati a largo delle coste libiche il 3 novembre scorso nel corso dei quali sono stati soccorsi e messi in salvo 410 migranti, oltre alle salme delle giovani arrivati a Salerno a bordo della nave Cantabria lo scorso 5 novembre. (ANSA)