Giovedi 1° Febbraio apertura della Mostra presso la Sala Marcello Torre, alle ore 17, alla presenza dell’Autore, del Consigliere Provinciale Pasquale Sorrentino, di Maria Rosaria Vitiello, Consigliere politico del Presidente alla politiche culturali, educative e scolastiche, e di Ersilia Frusciante, consigliere politico del Presidente per la valorizzazione e la conservazione del patrimonio museale.
La Provincia di Salerno invita la cittadinanza alla presentazione pubblica della monografia di Carlo Improta “Arte essenziale” edita dall’editore Elio de Rosa, in occasione dell’esposizione di opere dell’artista.
La presentazione coincide con l’inaugurazione della mostra il 01 febbraio 2018, ore 17,00. nella sala conferenza Marcello Torre di Palazzo Sant’ Agostino.
L’iniziativa ha il patrocinio del Presidente della Provincia di Salerno; del Comune di San Giovanni a Piro; e del MUVI museo villa Improta.
La monografia ha il Matronato della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee, concessa dal Presidente Pierpaolo Forte e del Direttore del Museo Madre Andrea Viliani.
Il libro e la Mostra saranno presentate da Luigi Caramiello professore di Sociologia dell’arte dell’Università Federico II di Napoli; e il Prof. Rosario Pinto storico e critico d’arte dell’università cattolica meridionale.
Sarà presente l’artista.
Ha scritto il Professore Luigi Caramiello nella presentazione della monografia dedicata all’artista: “…Improta è porta-tore di un umanesimo contemporaneo che ha incorporato pienamente la coscienza della complessità delle cose. E così quella semplicità pretesa, invocata, ostentata, di Carlo Improta, si rivela solo apparente. In realtà egli è un arti-sta “complesso”. Egli sa che il rapporto con l’altro, l’essere insieme, la comunità, la comunione, sono a fondamento di quell’universalismo spirituale, di cui l’artista è veicolo ed espressione. E l’arte, come produzione e consumo, come creazione e utenza, come emergenza e fruizione, come invenzione e come finish, è l’attrezzatura più efficace, vorrei dire lo strumento più idoneo, per attivare questo dialogo, questo confronto, questo incontro. Si tratta di una possibili-tà, di un’esigenza, che travalica i limiti dello spazio e del tempo. E’ antica e contemporanea, proviene dal profondo passato ma si situa saldamente nel nostro presente. In questo senso, l’arte di Carlo Improta, lungi dal proporsi come un rifiuto verso il divenire del mondo, come una miracolosa medicina per i mali della modernità, come una negazio-ne della realtà contemporanea, è una delle strade sulle quali essa compie il suo viaggio infinito.”
Il Prof. Rosario Pinto dichiara:Una produzione artistica, insomma, quella di Improta, che, anche attraverso il recupero di sensibilità
spiccatamente appartenenti alla delibazione creativa degli anni Sessanta ed alla temperie del ‘Realismo essenziale’ e del ‘Realismo di denuncia’, decide di riattualizzare, ma non all’insegna del vintage, quella che fu la grande stagione, ad esempio, di ‘Equipo Cronica’ e dello spirito innovatore e sarcasticamente impegnato che la distinse.
In Carlo Improta, la poesia si fa pittura e la pittura si scopre come voce interrogante in un deserto di idee.
Ciò rende la sua pratica creativa un importante tassello della riconoscibilità del nostro tempo, proponendosi, infatti, la ricerca di Improta come una voce ‘fuori dal coro’ che, con onesta originalità, viene a testimoniare l’insopprimibile urgenza di conferire dignità estetica ad un sentire profondo che solo attraverso una convincente proposizione argomentativa può essere in grado di lasciar affermare una vera e propria visione del mondo, una
Weltanschauung densa di intuizioni preziose e non di speciosi sillogismi.
Dice Improta ” …Nelle opere che qui presento,e nella maggioranza della mia produzione, il vuoto immenso e l’impossibilità per noi di convivere con esso ci rivela miseri, minuscoli e degni di essere commiserati, chi avrà pietà di noi e ci tenderà una mano?
E noi quale Misericordia abbiamo qui sulla terra per i nostri simili?
Domande alle quali non possiamo sfuggire per capire chi veramente noi siamo. Gli orizzonti dell’oltre bisogna rag-giungerli insieme, da soli non si va da nessuna parte. L’oltre o si raggiunge con gli altri o non lo si raggiunge affatto.
Mi sono girato intorno e ho visto tanti volti cari, di amici o stranieri e con loro ho oltrepassato frontiere svelando confi-ni che forse non raggiungeremo mai. L’uomo, la sua psiche viaggiano verso l’infinito ma insieme