In merito ai recenti provvedimenti della Magistratura a carico di alcuni medici che svolgono la loro attività nell’AOU “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona”, l’Ordine dei Medici rende noto che se queste accuse verranno confermate nel prosieguo delle indagini e nel successivo dibattimento si perverrà a una sentenza definitiva – la sua condanna, per comportamenti contrari all’etica medica, è ferma e decisa fin da adesso. In ogni caso sono state subito attivate le procedure previste dalla legge, ma in questo caso i medici posti agli arresti domiciliari non risultano iscritti all’Ordine di Salerno.
L’Ordine invita la Stampa, che ha il dovere di informare i lettori, di attenersi per ora alle risultanze delle indagini, non dimenticando che principio di civiltà giuridica è quello della presunzione di innocenza fino a sentenza passata in giudicato.
Pur considerando che i dati su cui poggia l’accusa sembrano avere solide basi, ciò non giustifica l’eccesso di enfasi mediatica che rischia di non consentire le necessarie distinzioni. E’ quindi inaccettabile che si stia verificando un vero e proprio attacco indiscriminato verso l’istituzione e le persone che vi lavorano, per cui episodi diversi sembrano artatamente collegati tra loro, tanto da equiparare l’AOU a una sentina di vizi e, di conseguenza, chiunque vi lavori non può essere esente da questi schizzi di fango.
Il Consiglio dell’Ordine ribadisce la sua stima versi i colleghi e il personale che opera in condizioni di estrema difficoltà con abnegazione e senso del dovere e non merita di essere coinvolto in un’azione di sistematico discredito. Questo vale anche per gli amministratori, che certamente si prodigano per garantire alla nave una navigazione tranquilla, che valga a evitare marosi e bassifondi (e gliene rendiamo atto), ma non debbono perdere la lucidità e il senso delle proporzioni.
Un collega, regolarmente autorizzato dalla direzione sanitaria ad assistere a un intervento chirurgico e che per improvvise e impreviste complicazioni si è offerto di dare una mano al tavolo operatorio (magari non indispensabile, ma utile) è stato oggetto di denunzia penale e di un autentico linciaggio e la parziale successiva ritrattazione non ha stemperato l’amarezza e l’indignazione, che l’Ordine condivide, per un attacco ingiustificato.
Conosciamo da molti anni l’ex Procuratore della Repubblica dottor Alfredo Greco, magistrato integerrimo e inflessibile custode della legge, cui va da sempre la nostra stima e ammirazione, ma ci si consenta di ritenere non opportuna la sua nomina quale responsabile di quella che è una vera e propria commissione d’inchiesta: l’Ente ospedaliero deve avere il coraggio e la forza di esperire le dovute indagini e adottare tempestivamente gli eventuali provvedimenti amministrativi. Se emergessero violazioni di norme penali è ovvio che vi sarebbe l’immediato deferimento all’autorità giudiziaria, a cui l’Ordine rinnova e conferma la piena e incondizionata fiducia. Prevenire è sempre preferibile che reprimere. Abdicare alle proprie prerogative non ci sembra atteggiamento di saggezza e di responsabilità.