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Nelle ultime settimane l’Agenzia ambientale della Campania ha ulteriormente intensificato le attività di controllo e di monitoraggio della qualità delle acque costiere destinate alla balneazione, a seguito di segnalazioni di anomalie in alcuni punti del litorale, nell’aspetto delle acque e nelle caratteristiche dell’ambiente marino. Da più parti, soprattutto lungo le coste cilentane, sono pervenute segnalazioni – riguardanti i primi metri dalla battigia – di torbidità, schiume o chiazze marroni, presenza di bollicine e pesci morti a riva, colorazione iridescente. In precedenza, a luglio l’Agenzia è stata impegnata nelle indagini per definire le cause del fenomeno del “mare verde” che ha interessato il Golfo di Napoli (si rimanda alle precedenti comunicazioni).
Ordinariamente Arpac effettua annualmente oltre 2000 controlli sui 328 tratti di costa destinati alla balneazione, attività i cui risultati vengono pubblicati non appena disponibili sui siti istituzionali (Ministero Salute, Arpac) e comunicati alle autorità locali. A questi controlli ordinari si aggiungono circa 500 ulteriori controlli all’anno (definiti straordinari) attivati in base alle evidenze rilevate dagli stessi operatori agenziali, oltre che a segnalazioni provenienti da cittadini, istituzioni e Forze dell’ordine, sulla base di oggettive valutazioni che tengono conto anche del contesto stagionale e territoriale.
Un impegno particolare, nel periodo di Ferragosto, è stato dedicato, anche in collaborazione con la Guardia Costiera, all’area compresa tra i comuni di Capaccio (Paestum) e Centola (Palinuro). Oltre a considerare gli ordinari parametri microbiologici – indicatori di contaminazione fecale e determinanti per legge la balneabilità (Escherichia coli ed Enterococchi intestinali) – sono stati effettuati rilievi atti a individuare la presenza di fioriture algali potenzialmente tossiche, attraverso indagini sul fitoplancton. Nell’area menzionata, tutti i prelievi straordinari effettuati a partire dallo scorso 11 agosto hanno restituito valori di concentrazione dei parametri microbiologici entro i limiti di legge, così come le indagini svolte sul fitoplancton non hanno finora evidenziato alcuna presenza di specie potenzialmente tossiche. Sono in corso di elaborazione i risultati del fitoplancton degli ultimi campioni prelevati nelle acque di balneazione, nei comuni di Ascea e Centola.
Non sono state, dunque, ad ora rilevate in quest’area caratteristiche tali da determinare la non balneabilità dei tratti di costa indagati. Restano ovviamente in divieto di balneazione le aree non destinate alla fruizione balneare, anche per motivi diversi dall’inquinamento, le acque in qualità “scarsa” e quelle in divieto temporaneo per superamenti emersi dai prelievi di routine, secondo quanto prevede la normativa.
Il periodo di Ferragosto è stato interessato da temperature elevate, riscaldamento dello strato superficiale del mare, elevata intensità luminosa, disponibilità di nutrienti e scarsa circolazione dell’acqua, condizioni che favoriscono la proliferazione di specie fitoplanctoniche che compromettono la trasparenza delle acque. I vari fattori citati sono ricollegabili alla stabilizzazione di un regime di alta pressione di origine africana, che contribuisce a rallentare il normale ricambio delle acque impedendone il rinnovamento. Dalle analisi finora svolte, nell’area indagata non è emersa alcuna condizione di rischio sanitario per i bagnanti.
In questi giorni proseguono le attività di monitoraggio calendarizzate su tutto il litorale campano, anche nei comuni dell’area già indagata con i controlli straordinari. Inoltre oggi sono stati svolti prelievi aggiuntivi nei comuni di Battipaglia e Pontecagnano, nei tratti di mare interessati da divieti temporanei di balneazione in conseguenza dei superamenti dei limiti di legge riscontrati in esito agli ultimi prelievi ordinari. Sono stati inoltre oggi effettuati sopralluoghi mirati in località Licola per le criticità segnalate.
Gli ulteriori risultati delle attività in corso verranno diffusi non appena disponibili.