Aree interne, incontro a Roccapiemonte a cura di Cia Campania.

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Le aree interne d’Italia rappresentano un’importante occasione di riscatto per la marginalità, l’esercizio dei diritti di cittadinanza oltre che per una migliore qualità della vita. Possono per questo essere al centro della ripartenza post-pandemia e contribuire alla transizione green e digitale guidata dall’agricoltura. L’opportunità deI PNRR serva, dunque, a risolvere criticità ataviche come il digital divide e a valorizzare l’unicità dei territori. Così Cia-Agricoltori Italiani dalla Campania, in occasione dell’evento a Roccapiemonte nel salernitano, commentando positivamente il cambio di criteri di assegnazione dell’Accordo di Programma Quadro per le aree interne e l’introduzione di maggiore semplificazione nei processi, agevolando l’accesso ai fondi dedicati.

““Politiche e strategie di sviluppo delle aree interne” il tema al centro del confronto, a Villa Ravaschieri, promosso da Cia Campania con la partecipazione del presidente nazionale Dino Scanavino e di Cia Salerno Gaetano Pascariello, l’intervento del sindaco di Roccapiemonte Carmine Pagano; di Giuseppe De Mita, responsabile Nucleo per la valutazione e la verifica degli Investimenti pubblici della Regione Campania; Franco Picarone, presidente Commissione Bilancio Regione Campania; Nicola Caputo, assessore Agricoltura Regione Campania e Domenico Gambacorta, consigliere per la Strategia Nazionale Aree Interne del Ministro per il Sud.

Nel focus di Cia, il ruolo delle aree interne nelle strategie di governo non solo nazionale, ma anche regionali e necessarie a recuperare quasi dieci anni di condizioni rarefatte. Bene, dunque, lo snellimento dei processi, nell’ambito dell’Accordo di Programma Quadro, per garantire alle 72 aree interne di tutta Italia di poter usufruire di finanziamenti, importanti e utili alla riorganizzazione dei servizi e per incentivare la produzione di ricchezza sul territorio. Un’opportunità che va colta anche in Campania, dove si fa strada la possibilità di vedere riconosciute altre 2 aree interne, passando così a un totale di 6.

Quanto alle risorse e agli investimenti, sia europei che nazionali, è chiaro per Cia che andranno canalizzati affinché analisi e sperimentazioni, ricerca e innovazione vengano calati sulle specifiche esigenze delle comunità rurali ancora indietro sul fronte delle infrastrutture digitali, ma anche fisiche, rallentate nei servizi essenziali, fondamentali nella lotta allo spopolamento e per agevolare il ricambio generazionale nei campi.

“L’Irpinia del 23 novembre 1980 ricorda il coraggio di restare dimostrato anche di tanti agricoltori -ha dichiarato il presidente di Cia Campania, Alessandro Mastrocinque-. Il settore merita riconoscimento e concretezza. Abbiamo una responsabilità nei confronti dei giovani che chiedono un’agricoltura innovativa, partendo dalla garanzia della banda larga che è cruciale anche contro i cambiamenti climatici. Occorre fare rete per costruire opportunità -ha aggiunto Mastrocinque- e incrementare il valore aggiunto del comparto sul territorio. Infine -ha concluso il presidente di Cia Campania- vorremmo una fiscalità che favorisca davvero la competitività delle aree interne”.

“Da tempo con il progetto Cia ‘Il Paese che Vogliamo’ richiamiamo l’attenzione delle istituzioni sulla centralità delle aree interne -è intervenuto il presidente nazionale Dino Scanavino-. Ora, però, l’urgenza dei temi, unita all’importanza del PNRR e della PAC, non inducano alla frenesia di spendere per timore dei tempi stretti. Drammatico sarebbe agire in emergenza, senza programmare quando, invece, occorre recuperare coscienza e capacità di ascolto sul territorio. Ragionare secondo logica di sistema resta, infine, la sfida per valorizzare l’identità e l’unicità dei luoghi e delle sue produzioni”.