Il Presidio di Libera a Pagani, in uno con il Coordinamento provinciale di Salerno, esprime immensa soddisfazione e sincera commozione per la notizia del riconoscimento di Antonio Esposito Ferraioli quale vittima innocente della criminalità organizzata.
La pronuncia del Tribunale di Nocera Inferiore dello scorso 24 ottobre restituisce un pezzo di giustizia ad un ragazzo che a soli 27 anni ha perso la vita in un agguato che da sempre ascriviamo ad ambienti camorristici.
La notte del 30 agosto 1978 Antonio Esposito Ferraioli, Tonino, rincasava dopo una serata trascorsa con la sua compagna. A via Zito, mentre saliva in auto, fu raggiunto da due colpi alla schiena. Boy scout, attivista politico e sindacalista della CGIL, Tonino fu freddato a colpi di lupara perché aveva difeso la dignità del lavoro nella sua fabbrica, la Fatme, nella cui mensa era cuoco. Ammazzato perché si era ritrovato sul bancone una partita di carni avariate e aveva deciso di non tacere. Ammazzato perché voleva vederci chiaro, capire, difendere i diritti dei propri colleghi con l’unico strumento che aveva a disposizione: l’impegno sindacale per la difesa dei diritti dei lavoratori.
Da quella notte sono trascorsi trentasei anni e cinquantacinque giorni. E non sono trascorsi invano. Tonino, finalmente, è stato riconosciuto vittima innocente dalla camorra.
Non è una novità per noi. E’ dal 1996 che “Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” ricorda il nome di Tonino nel lungo elenco delle vittime innocenti di criminalità organizzata. E’ da oltre un decennio che in memoria di Tonino e in collaborazione con l’associazione a lui intitolata e la CGIL promuoviamo iniziative nelle scuole e con gli studenti per coltivare la memoria di un giovane paganese.
E, ancora più di prima, in questi giorni il nostro pensiero va a lui, al suo sacrificio, e all’impegno di chi in questi anni, con noi, non ha mai smesso di pronunciare il suo nom e di coltivarne la memoria.
Va alla sua famiglia, che finalmente vede riconosciuto un suo diritto.
Va agli avvocati, che dopo anni di silenzio da parte delle istituzioni sono riusciti con un lavoro tenace ad ottenere un importante risultato.
Va ai tanti giovani che in questi giorni hanno accolto la notizia con il cuore pieno di gioia.
Ma bisogna stare attenti. La battaglia per Tonino non è ancora finita. La notizia del riconoscimento dello status come vittima di mafia rende infatti solo in parte giustizia, in una città che conosce facce e nomi e che per troppo tempo ha tenuto nascosta la polvere sotto il tappeto.
È solo la verità giuridica che si avvicina a quella reale.
Quella che sappiamo e denunciamo da tempo, prima in pochi ed ora in tanti. Vorremmo adesso anche piena giustizia. Tonino non ne avrà fin quando non si riuscirà ad incastrare i mandanti e gli esecutori dell’omicidio.
Soltanto così, la storia di Tonino potrà essere risarcita e allo stesso tempo farebbe luce sul nostro paese, sulla Pagani degli anni ’80, come su quella di oggi.
Per fare questo, ancora una volta, c’è bisogno dell’impegno di tutti. Di quanti in questi anni hanno aiutato a tenere viva la memoria di Tonino, guardando al suo sacrificio come un segno di riscatto per queste terre, e a quanti da domani cominceranno a camminare insieme a noi nel suo nome.
Non a caso, come Libera, esprimiamo fortemente fin da ora l’intenzione di restituire alla città il Premio Antonio Esposito Ferraioli, da organizzare nella prossima primavera.
L’impegno infatti deve continuare e non fermarsi davanti alle notizie, belle ma purtroppo insufficienti.
Se c’è un modo per dare giustizia a Tonino e alla storia della nostra martoriata città, questo passa anche attraverso il ricordo e l’impegno per tutte le vittime innocenti della criminalità organizzata.
A Tonino e a chi, dal 1978, non ha paura di pronunciare il suo nome.