Andy J. Forest, gran finale del Baronissi Blues Festival.

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Da New Orleans alla Irno Valley, trasformatasi per tre giorni nella patria del blues internazionale in Campania. Gran finale del Baronissi Blues Festival con Andy J. Forest, on stage giovedì 19 luglio alle ore 21 con ingresso gratuito. 

Conosciuto come grande armonicista e cantante blues, in realtà Andy si caratterizza per il genio artistico poliedrico: chitarrista, attore, testimonial pubblicitario, songwriter, scrittore e  pittore, sulle scene musicali dal 1977.

Classe 1955, Andy non è solo un virtuoso dell’armonica. La stoffa del bluesman autentico emerge infatti nei suo dischi, disseminati nell’arco di un ventennio: da The list nel 1980 a Real Stories nel 2007. Una discografia che testimonia bene la crescita di un artista che, alla formidabile tecnica strumentale, unisce grandi capacità espressive, ironia e un carattere esplosivo che, dal vivo, rendono ogni suo concerto un evento da ricordare.

Forest aderisce fedelmente al formato blues trovando, all’interno di esso, il modo di crescere musicalmente. Mai ancorato a se stesso e alla sua ricerca stilistica, perennemente in fieri, Andy continua a spingere la sua struttura nel funk, nell’R&B tradizionale e nello swing per soddisfare il suo esteso lavoro lirico. Ha maturato negli anni sia le sue qualità vocali che di armonicista, ridimensionando alcune delle sue eccentricità sia come musicista che nel contenuto melodico delle sue canzoni.

Apprendendo le prime lezioni di armonica ancora ragazzo, influenzato da Sonny Terry, Walter Horton, Charlie Musselwhite e Rod Piazza, inizia a suonare nel circuito di New Orleans nei primi anni ‘70, esibendosi con James Booker, Earl King, John Mooney, Antonie Domino, Billy Gregory e altri musicisti locali con i quali da vita ai “Radiators and the Subdudes” dimostrando uno stile unico fin dagli inizio.

 

Dopo il successo con “Real Stories: of Love Labor and Other Man Made Catastrophes” con il quale vince il premio come “Best Blues Cd 2007” al the Best of the Beat” Award di New Orleans ritorna con un nuovo lavoro NOtown Story: The Triumph of Turmoil” (2010), che, definito uno dei suoi migliori progetti, è un’album dove Andy riesce a simulare al meglio le emozioni che si possono catturare solo con un concerto dal vivo, grazie anche al trio che lo accompagna composto dal chitarrista Jack Cole, il batterista Allyn Robinson e il bassista David Hyde.

Nel 2012 arriva Other rooms che, nominato ai Best of the Beat Awards 2012 come “Best Blues Album”, aggiunge un nuovo capitolo al portfolio di Andy che si è costruito, sobriamente, in uno dei più suggestivi cataloghi di compositori di New Orleans.

 

Durante le sue esibizioni dal vivo, ha avuto l’opportunità di aprire i concerti per B.B. King, Albert King, Albert Collins, Canned Heat, Magic Slim, Robert Cray, Stevie Ray Vaughan, Buddy Guy & Jr. Wells, Clarence “Gatemouth” Brown, J. Geils & Magic Dick, Terrance Simieon, Otis Grand, The Blind Boys of Alabama, Johnny Copeland, Roy Rogers, John Hammond, Melvin Taylor, Duke Robillard e Johnny Winter.

 

Dopo aver vissuto in Europa, stabilendosi a Bologna per ben 10 anni, ritorna a New Orleans nel 1991 dove suona frequentemente in numerosi clubs e partecipa a tour europei e canadesi esibendosi con grandi nomi quali Taj Mahal, Screamin’ Jay Hawkins, Matt Murphy, James Cotton, Walter “Wolfman” Washington, Jimmy Johnson, Sugar Blue, Willy DeVille, Louis Meyers, Johnny Heartsman, Bernard Allison, The Memphis Horns, Johnny Shines and John “Juke” Logan.

Tra i festival sono da annoverare il  Montreaux Jazz Festival nel 1989, dove si esibisce per una jam con B.B. King, Bobby “Blue” Bland, Joan Baez (!) e Luther Allison e ilPistoia Blues Festival con Jeff Healy sempre nello stesso anno, New Orleans Jazz and Heritage Festival per una dozzina di volte dal 1983, al King Biscuit Festival, Trois Rivieres, Ottawa Blues Festival, Cognac Blues Passions, Antwerpe Parkblues Festival, Amsterdam Blues Festival, Tamines, Beermem Blues Festival, More Blues Festival, Gulf Shores Shrimp Festival, Lokerse Feesten, San Remo, Nantes-Rendezvous dans l’Erdre, Lugano Blues to Bop ‘94, ‘96 & 2000, Sherbrooke Blues Festival, Windsor International Festival, Montremblant and molti altri.

 

Continuando la sua intensa attività live musicale con Washboard Chaz Blues Trio, la sua band americana e in Canada con la famosa band Monkey Junk, Andy riesce anche a intraprendere tours in Europa con la band italiana composta da Heggy Vezzano, Luca Tonani e Pablo Leoni con la quale si presenterà anche al Baronissi Blues Festival.

OPEN ACT – L’apertura sarà affidata, invece, a Robert L. Whiter & Ginny Vee, due artisti che hanno fuso i loro universi musicali per creare un sound unico, mixando la particolare vocalità pop di Ginny e il talento blues di Robert. L’unione di questi due distinti stili ha dato vita ad un’esperienza di forte impatto sia nel sound che dal punto di vista visivo Robert è un musicista di estrazione blues che si è esibito in diversi festival blues nazionali tra i quali il South Italy Blues Connection 2017 e 2018. Compositore, cantautore, slide-guitar, polistrumentista (chitarra, Armonica, Piano, Lap steel, Cigar box, Stomp box,Voce), Robert ha pubblicato anche tre album:  “Whiter“  nel 2015 roots blues-rock, “I will be sitting“ 2016  blues-rock e “Blue’s Gloria” 2017  pop rock blues. Ginny Vee ha già diverse produzioni musicali al suo attivo: l’ultima, “Love Strong”, è stata pubblicata nel febbraio 2018 dalla Sony Music.

 

Il Baronissi Blues Festival è promosso dal Comune di Baronissi in sinergia con l’Associazione Culturale Tutti Suonati e con il patrocinio morale della Regione Campania.

 

BLUES & SOLIDARIETÁ – Si rinnova inoltre il binomio blues e solidarietà attraverso la partnership, per il quarto anno consecutivo, con la Fondazione Avsi (www.avsi.org), impegnata in progetti di cooperazione per promuovere la dignità della persona, con particolare attenzione all’educazione dei bambini. Dopo il “sostegno a distanza” a favore degli ospedali della Siria e dei bambini dei campi profughi, l’edizione 2018 sostiene il progetto “Iraq. Un asilo per Qaraqosh” per ricostruire e ad aprire una nuova scuola dell’infanzia “perché il futuro parte dai bambini e la più grande emergenza mondiale è l’educazione”. Un programma della Campagna Tende che quest’anno sarà caratterizzata dalla parola “casa”, esplorata nel suo significato concreto e simbolico… “ concreto come gli edifici che vanno ricostruiti  dove le milizie del terrore hanno incendiato o saccheggiato tutto e simbolico come richiamo al bisogno di cura proprio di ogni uomo e donna”.

Un asilo per sostenere i bambini e le famiglie che rientrano – dopo anni di vita da sfollati a Erbil – nel loro villaggio finalmente liberato dall’Isis, assicurando loro sicurezza

Educazione per i bambini, quindi, come fonte da cui ricominciare.