L’attrice e attivista americana AMBER HEARD, incontrerà il giovane pubblico della 49esima edizione del Giffoni Film Festival il 25 luglio. La star risponderà alle domande dei giurati di Giffoni – quest’anno oltre 6200 provenienti da 52 paesi – e riceverà il GIFFONI EXPERIENCE AWARD.
Recentemente, Amber Heard ha recitato nel ruolo di “Mera” nel film di successo della Warner Bros. Aquaman al fianco di Jason Momoa. Il film è l’opera di maggior successo della serie DC Comic e ha incassato oltre 1,4 miliardi di dollari in tutto il mondo. Il suo personaggio è apparso per la prima volta in Justice League di Zack Snyder. Tra i film in cui ha recitato anche: Danish Girl, Her Smell, Magic Mike XXL, Benvenuti a Zombieland e Pineapple Express.
Heard usa la sua notorietà anche per difendere le questioni dei diritti umani come attivista e filantropa. Nel 2003 ha iniziato a lavorare con The Art of Elysium, che l’ha presentata al Children’s Hospital di Los Angeles. Sostenitrice di lunga data dei diritti delle donne e voce di primo piano nella comunità LGBTQ dal 2006, Heard si impegna attivamente con organizzazioni come Human Right Campaign ed Equality Now. In collaborazione con Amnesty International, Heard ha viaggiato fino al confine messicano per fornire assistenza umanitaria come traduttore, e lavora con la Syrian American Medical Society per portare aiuti umanitari ai rifugiati siriani in tutto il Medio Oriente.
Continuando ad espandere le sue sfere d’influenza, è recentemente diventata la nuova portavoce mondiale di L’Oréal e lavora per diffondere il loro mantra secondo cui tutte le donne “valgono”. Come Campione dei diritti umani dell’Ufficio per i diritti umani delle Nazioni Unite, Heard continua a usare la voce acquisita come attrice per difendere i diritti umani per tutti.
Heard è stata recentemente nominata Ambasciatrice ACLU per i diritti delle donne, con particolare attenzione alla violenza di genere. Inoltre, è ambasciatrice di Cyber Civil Rights Initiative e sta lavorando per aiutare a passare la legge SHIELD, che renderebbe un crimine federale condividere foto sessualmente esplicite o nude di una persona senza il loro consenso (fenomeno noto anche come “revenge porn”).