Venerdì 12 luglio, al ristorante “Mamma Rosa”, in Via Pirro 12 a Salerno, ci sarà una serata dedicata all’alimentazione biologica e vegetariana. Sarà dunque servito ai clienti un menu senza carne, e composto esclusivamente da prodotti da agricoltura biologica, in collaborazione con “BioItalia”.
Quello dell’agricoltura biologica e dei prodotti da essa derivati è un filone molto in voga, e sul quale spesso si tende a fare confusione. Cos’è dunque l’agricoltura biologica? Con questo termine si intende propriamente non tanto una tecnica agricola quanto piuttosto una filosofia (che oltre all’agricoltura si estende anche all’allevamento di animali), che si pone come obiettivo quello di limitare al massimo gli interventi esogeni nel sistema agricolo, che tradizionalmente sono prodotti da processi industriali (quindi meccanici, chimici, etc.), e quindi di mantenere quelle che sono le caratteristiche intrinseche del terreno che viene coltivato in questo modo. Ne consegue che in questo tipo di agricoltura non vengono impiegate tutte quelle tecniche tipiche delle coltivazioni intensive, cioè l’uso di concimi e fertilizzanti chimici e l’adozione di tecniche di forzatura delle crescita. Vengono così privilegiate le tecniche agronomiche, basate sulle rotazioni e sulle stagionalità, e sull’uso per quanto possibile di concimi e fertilizzanti a base organica (a parte alcuni prodotti di sintesi di base considerati “tradizionali”).
Il risultato che si ottiene è duplice, da un lato si ottengono prodotti qualitativamente migliori, che presentano le caratteristiche e proprietà organolettiche ed i sapori originari, ottenuti senza residui di prodotti chimici, per i quali a lungo termine possono svilupparsi nell’organismo allergie ed intolleranze, e non da ultimo con migliori proprietà nutritive (quindi particolarmente indicati per i bambini), dall’altro si evitano conseguenze a lungo termine per il terreno e per l’ambiente. Va da sé che proprio per le tecniche usate, che comportano un maggiore impiego di tempo e maggiori costi di produzione, per la minore resa (in termini di quantità prodotte, del resto l’impiego di concimi e fertilizzanti chimici è finalizzato proprio ad ottenere maggiori quantità di prodotto) e per la qualità superiore, i prodotti da agricoltura biologica sono venduti ad un prezzo superiore a quelli ottenuti da agricoltura tradizionale.
Proprio questo “premium price”, come viene definito nel marketing, cioè quella differenza di prezzo che il cliente è disposto a pagare per un prodotto che risponda ai suoi desideri, spesso spinge a vere e proprie contraffazioni, cioè si vende come prodotto da agricoltura biologica qualcosa che invece non lo è. Per questo motivo si sono adottate misure volte a tutelare ed a riconoscere in modo chiaro i prodotti da agricoltura biologica. Già nel 1991 l’Unione Europea aveva emanato un regolamento che disciplinava l’agricoltura biologica indicando le caratteristiche che i prodotti definiti in questo modo dovevano presentare. Nel 2007 si è quindi arrivati ad adottare un nuovo regolamento che abroga quelli precedentemente emanati e disciplina le metodologie produttive nonché l’etichettatura dei prodotti, sia vegetali, sia animali, e finanche dell’acqua così denominati.
D’altra parte, anche le imprese che operano in questo campo, allo scopo di autodisciplinarsi e di tutelare i loro prodotti, hanno dato vita all’elaborazione di standard produttivi e qualitativi, ed all’adozione di certificazioni di qualità sia per quello che riguarda le metodologie di processo, sia per quello che riguarda il prodotto finito. Uno dei sistemi più avanzati è la certificazione di qualità UNI EN ISO 22005, che certifica la “filiera biologica”. La filiera biologica è un sistema chiuso, composto da tutti i membri del ciclo produttivo, che danno vita ad un sistema che offre prodotti biologici che provengono unicamente dalla filiera stessa. A capo della filiera biologica c’è un’impresa detta capofiliera, che presiede a tutte le fasi del processo produttivo, ed è dunque responsabile della scelta e qualificazione delle aziende agricole, degli impianti di stoccaggio e trasformazione, del controllo di tutto il processo di lavorazione a partire dalla materia prima fino al prodotto finito. Legate alla capo filiera ci sono quindi le aziende agricole, le aziende di trasformazione, le aziende di confezionamento ed infine le aziende di distribuzione. I vantaggi della filiera biologica certificata sono sia esterni, in termini di maggiore garanzia di qualità per il consumatore finale, sia interni, in termini di rispetto e solidarietà tra gli operatori della filiera, grazie all’adozione di un codice etico interno, alla programmazione delle produzioni ed ai prezzi minimi garantiti.
Il sistema UNI EN ISO 22005 della “filiera biologica certificata” è quello che adotta BioItalia, in qualità di capo filiera, per assicurare la massima qualità dei suoi prodotti ai suoi clienti. Venerdì 12 sarà dunque un’occasione per conoscere e gustare i prodotti di BioItalia nell’ambito del menu biologico e vegetariano proposto al Ristorante “Mamma Rosa”, al prezzo di 15€ a persona, un menu che unisce la qualità e la provenienza sicura dei prodotti alla tradizione culinaria, dall’antipasto al dolce, vino compreso (senza alcun tipo di solfito).
ANTIPASTI: Hummus di ceci, ciotoline con patè di olive e carciofi, bruschette con pomodorini e basilicolio;
PRIMI: Rigatoni al pesto, pomodorini e scaglie di parmigiano, Lasagna vegetariana;
SECONDI: Parmigiana di melanzane, Verdure grigliate;
DOLCE: Tiramisù;
FRUTTA: Macedonia;
VINI: Aglianico o Falanghina senza solfiti;
Prezzo: €15,00 a persona
Per informazioni e prenotazioni: 089-2580555, 328-9352852