Agroalimentare: FareAmbiente, presentato rapporto 2017. Frodi alimentari viaggiano anche online.

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E-commerce e web 2.0 sono le nuove frontiere delle attività delittuose legate alla sofisticazione, all’adulterazione e alla contraffazione. La vendita dei prodotti in modalità E-commerce in Italia si aggira intorno ai 30 miliardi di euro con una crescita stimata del +25%, nello specifico il food con il 15%. Un mercato su cui hanno scommesso e stanno scommettendo le grandi piattaforme di e-commerce, con ingenti capitali e importanti iniziative commerciali.

È  quanto emerso dalla presentazione dell’annuale rapporto sulle frodi agroalimentari redatto da FareAmbiente – Movimento ecologista europeo tenutasi oggi 13 luglio 2017 presso la sala Colletti della camera dei deputati.

Altro problema evidenziato è quello dei cosiddetti “influencer”, persone mediaticamente note che prestano la loro immagine sul web per fare pubblicità occulta a svariati prodotti di cui non sanno praticamente nulla, nel caso dei generi alimentari la questione assume altra piega dal  momento che entra in gioco la salute degli acquirenti.

L’Agicom ultimamente ha messo sotto osservazione l’attività di semplici “influenzer” poiché è stato chiesto dalle associazioni di consumatori che  fosse esplicitamente descritta “la legittimità di questa sorta di product placement camuffato sui social network”.

Per quello che riguarda le attività di frode classica invece sono stati presi in considerazione le operazioni dei carabinieri dei Nas e del Nac, della guardia di finanza e dell’ICQRF.

I Nac  nel 2016 hanno controllato 1105 aziende, sequestrato 803.093 kg di merce 232  segnalazioni all’autorità giudiziaria, e accertato 138 violazioni penali.

I NAS invece si son concentrati più sul settore Pane/Pasta, alcolici, ristorazione e allevamenti. Rilevate circa 15mila irregolarità e sequestrate 65mila tonnellate di prodotti.  Nei settore alimentare ed agroalimentare si contano  34mila controlli da cui sono emerse oltre 15mila irregolarità, che hanno portato a eseguire   18 arresti, 12mila le segnalazioni alle autorità competenti (amministrative e giudiziarie).

Il  69% delle contestazioni riguardano  carenze igienico sanitarie, il 28% sulla conservazione degli alimenti etc. Il settore più a rischio è risultato essere la ristorazione,  (13139), farine pane e pasta (1622).

 

Nel 2016, l’ICQRF ( Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari

 Ispettorato centrale della tutela della qualità e della repressione frodi dei prodotti agroalimentari)

ha svolto 48310 controlli ispettivi e analitici (38756 i controlli ispettivi, 9554 i campioni analizzati in laboratorio). Ha controllato 53427 prodotti e verificato 25190 operatori.

I controlli hanno riguardato tutta la filiera agroalimentare: l’87% ha riguardato i prodotti alimentari e il 13% i mezzi tecnici per l’agricoltura (mangimi, fertilizzanti, sementi, prodotti fitosanitari).

L’attività investigativa ha portato a 311 notizie di reato, 471 sequestri per un valore economico di oltre 13 milioni di euro.

Anche nel 2016 l’ICQRF ha riservato particolare attenzione all’attività di controllo sulla produzione trasformazione e commercializzazione di prodotti agroalimentari nella cosiddetta “Terra dei Fuochi”, effettuando 562 controlli che hanno riguardato 846 prodotti, di cui il 51% relativi ai settori ortofrutticolo, conserviero e lattiero-caseario.

Sul web, in particolare, ICQRF ha rafforzato nel 2016 la cooperazione con Alibaba ed Ebay ed ha ottenuto risultati di rilievo anche su Amazon: gli interventi 2016 a tutela delle produzioni italiane sui tre web market places sono stati 383, con il 98% di successi.

Nel 2016 la guardia di finanza ha sequestrato 335720 litri e 215172 chilogrammi di prodotti. Quelli  maggiormente sottoposti a sequestro sono state le bevande analcoliche ed alcoliche (177712 litri) e vini e spumanti 155406 litri. Anche l’olio è stato oggetto di sequestro (25684 olio di oliva e 25999 olio di semi).

 

L’indicatore alimentare messo a punto da FareAmbiente infine, (per indicatore si intende la sommatoria di alcuni parametri tipo  lo stile di vita alimentare com consumo, acquisto, attività fisica, lo stile di consumi etc.),  consente di comprendere come, il ricorso allo stile di vita alimentare mediterraneo sia quello più efficace in termini sia di salute  personale che di quella del pianeta.

L’indicatore  consente di verificare come fra alimentazione da fast food/ fuori casa, alimentazione mediterranea e alimentazione vegetariana/vegana, quella che risulta più ecofriendly è quella legata alla dieta mediterranea.

Hanno partecipato al convegno il presidente Vincenzo Pepe, presidente nazionale di FareAmbiente- Movimento ecologista europeo Colomba Mongiello, vicepresidente commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo Paolo Russo, membro commissione agricoltura della camera dei deputati, Antonino Caltagirone, responsabile formazione FareAmbiente Francesco Della Corte, vicepresidente nazionale di FareAmbiente e Ufficio Studi e Ricerche di FareAmbiente, generale Giampiero Costantini, comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare (C.U.T.F.A.A.) colonnello Luigi Cortellessa, comandante carabinieri Politiche Agricole e Alimentari Oreste Gerini, direttore generale della direzione generale della prevenzione e del contrasto alle frodi agroalimentari (PREF) del ministero delle politiche Agricole, Alimentari e Forestali. Ha moderato Anna Zollo, redattrice del rapporto.