“AGOSTINO DI BARTOLOMEI E’ RIMASTO NEL CUORE DI TUTTI I SALERNITANI”. IL CAVALIER ANTONIO GUARIGLIA RACCONTA 50 ANNI DI PASSIONE PER LA SALERNITANA

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La prima partita della Salernitana vista dal Cavaliere Antonio Guariglia, noto imprenditore salernitano, Presidente Onorario del Centro di Coordinamento Salernitana Club è stata Salernitana – Potenza del Campionato di Serie C 1962 / 63, disputata allo stadio Donato Vestuti il 28 aprile del 1963:” Avevo 14 anni. Andai da solo allo stadio. All’epoca i ragazzini potevano entrare gratuitamente se accompagnati da un adulto. Io mi avvicinai a un signore che stava facendo la fila per acquistare il biglietto di tribuna e gli chiesi se potevo entrare con lui. Fu una partita di paura. Una giornata tragica perché in quella partita, dopo un’invasione di campo e l’arrivo delle camionette della Polizia, a causa di un incidente morì il tifoso salernitano Giuseppe Plaitano, il papà di Umberto. Io e i miei amici subito dopo il lancio dei lacrimogeni, con gli occhi che cominciavano a lacrimare, scappammo via e ognuno tornò a casa propria. Abitavo in Via Gian Vincenzo Quaranta, vicino Piazza Malta. Arrivò subito anche mio padre (Vito Guariglia), che aveva seguito la partita dalla Curva Nord, per assicurarsi che fossi tornato a casa ”. Il Cavaliere Guariglia, all’epoca, come tutti i ragazzini della sua età si divertiva a giocare a pallone per strada e qualche volta, senza rendersene conto, faceva anche cose pericolose:” Con l’avvocato Michele Sarno , con Salvatore Loffredo e un gruppetto di amici ci arrampicavamo, come su una pertica, sui pali della luce di Via Nizza per scavalcare il muro di recinzione della Curva Sud ed entrare gratis allo stadio. Eravamo ragazzi e, un po’ perché non avevamo la possibilità di poter pagare il biglietto, un po’ per sfida, per vincere la paura dell’altezza, entravamo allo stadio in questo modo. Fortunatamente ci è andata sempre bene”. Il Cavaliere Guariglia ha ricordato anche un’altra partita in ci furono incidenti:” Durante la partita Salernitana – Sanbenedettese al Vestuti, nel campionato di serie C1 1980/81, l’arbitro dopo aver concesso un gol fantasma alla Sanbenedettese non diede un calcio di rigore alla Salernitana. I tifosi fecero invasione di campo per picchiarlo. L’arbitro mentre scappava negli spogliatoi fu colpito da un’ombrellata del vicepresidente dei granata, Picentino. Solo due ore dopo riuscì a uscire dallo stadio, su un elicottero dei Carabinieri che lo prelevò sul campo di gioco insieme ai guardalinee. Alla Salernitana fu data la sconfitta a tavolino e sette mesi di squalifica del campo. Le partite in casa le giocammo ad Avellino”. Altra partita ricordata dal Cavalier Guariglia è stata quella giocata dalla Salernitana con l’Akragas nel campionato di serie C1 1984/85:” Andai allo stadio, in tribuna, con i miei amici Bruno Carmando e Vincenzo Iannone. Vincemmo 3 a 0 ”. Il Cavaliere Guariglia ha spesso seguito la Salernitana in trasferta:” Nel maggio del 1999, sono andato anche a Piacenza, quando la Salernitana giocava in Serie A. Vidi la partita dai distinti con mio figlio Francesco. Dopo il gol di Vierchowod, pareggiammo grazie al gol di Fresi su rigore. Pareggio che purtroppo non servì alla Salernitana che retrocesse in serie B. A partita conclusa, si scatenò una rissa tra Fresi e Vierchowod. Iniziarono degli scontri in campo e i tifosi della Salernitana volevano fare invasione di campo. Cercai di calmarli, ma a un certo punto alcuni tifosi cominciarono a rompere un chioschetto che vendeva bibite. Io portai immediatamente mio figlio in un posto sicuro, dietro le camionette della Polizia. I poliziotti cominciarono a manganellare i tifosi per impedire che invadessero il campo. Al ritorno, sul treno che riportava i tifosi salernitani a casa, si scatenò l’incendio che provocò la morte di quattro ragazzi. Io tornai con l’aereo che prendo spesso quando seguo la Salernitana in trasferta”. Il Cavaliere Guariglia ha preso l’aereo anche quando andò a seguire la partita della Salernitana contro il Brescia:” Con me c’era anche Tommaso D’Angelo. Arrivammo all’aeroporto di Milano e per andare a Brescia avevo chiesto la cortesia di mandarci un’auto a un mio collega della zona, dell’Agenzia di Pompe Funebri “San Siro”. Venne a prenderci all’aeroporto un autista con un’elegante Mercedes auto funebre che aveva quattro posti a sedere davanti e dietro il vano funebre riservato alla cassa. Quando Tommaso vide l’auto funebre, nonostante il mio invito ad accomodarsi sui comodi sedili posteriori dell’auto, si rifiutò dicendo” Io non salirò mai su quell’auto funebre. Piuttosto vado a piedi fino a Brescia”. Poi prese il taxi e ci vedemmo allo stadio”. Anche in un’altra occasione il Cavaliere Guariglia ha utilizzato un’auto funebre per andare allo stadio:” Insieme all’avvocato Luciano Provenza, per divertirci, avevamo deciso di andare a Perugia con la mia auto funebre Mercedes. Invitammo a venire con noi anche l’avvocato Americo Montera che però quando arrivò e capì che volevamo andare a Perugia con l’auto funebre disse:” Io lì dentro non ci entro. Me ne vado con il treno”. Io e l’avvocato Provenza arrivammo a Perugia con la mia auto funebre che parcheggiammo davanti allo stadio e che alla fine portò bene perché vincemmo la partita”. A dicembre il Cavalier Guariglia, che fino allo scorso anno è stato presidente del Club Vittorio Tosto, ( attualmente è presieduto dal figlio Francesco), è stato nominato Presidente Onorario del Centro di Coordinamento Salernitana Club, il cui presidente è Riccardo Santoro e il vicepresidente Alfonso Pugliese. “ Dopo cinquant’anni ho ricevuto questo riconoscimento di grande prestigio che m’inorgoglisce”. Il Cavaliere Guariglia ha trasmesso la sua passione per la Salernitana ai figli Francesco e Vito:” Andiamo spesso allo stadio insieme con i nipotini. Ho tredici nipoti otto maschi e cinque femmine”. Il Cavaliere ha conosciuto molti presidenti della Salernitana:” Gagliardi, l’avvocato Giuseppe Tedesco, Peppino Soglia, Aniello Aliberti :”Con lui, insieme a mia moglie, Martina Luisa De Simone, l’anno in cui andammo in seria A, prendemmo il caffè in un bar di Piazza San Marco a Venezia. Un ricordo bellissimo”. Tra tutti, i più bravi per lui sono stati Soglia e Aliberti:” Stavano tra i tifosi. Quello che chiedo oggi al mio amico Claudio Lotito: di essere più vicino ai tifosi. Di stare più calmo e accettare se qualcuno si lamenta un po’. Se, come ha promesso, ci porterà in serie A nel campionato 2018 /19, quando la Salernitana celebrerà i 100 anni di storia, lo porteremo sulle spalle come abbiamo portato Aniello Aliberti”. Nel frattempo la squadra punta ai play off e il Cavaliere, com’è solito fare, sta preparando dei mega manifesti, da far affiggere nelle strade della città, sui quali il Cavaliere, con il cappello e la sciarpa granata dai quali non si spera mai, campeggia con la braccia aperte e sorridendo invita tutti i tifosi ad andare allo stadio per sostenere la squadra:” Come diceva il mio amico Tobia, ex allenatore della Salernitana, i campionati si vincono a marzo – aprile. I tifosi devono sostenere la squadra in queste ultime partite. Forse riusciremo a raggiungere l’obiettivo dei play off”. Gli allenatori che il Cavaliere Guariglia ha più amato sono stati Giancarlo Ansaloni e Delio Rossi:” Ci ha fatto vedere delle belle partite in serie A. Anche se devo dire che quando seppi che la società lo aveva preso come allenatore, proveniente dalla Primavera del Foggia, fui il primo a contestare la scelta nei miei interventi sui giornali e in televisione. Quando lo incontrai durante una Festa di Natale con i tifosi, a Vietri sul Mare, mi scusai inchinandomi davanti a lui. Delio Rossi, mi diede un pizzicotto sulla guancia e disse:” Ti posso capire. Sei tifoso della Salernitana”. Di Bartolomei è il giocatore che è rimasto nel cuore del Cavalier Guariglia:” Come in quello di tutti i salernitani”.

Aniello Palumbo

 

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