Acque di balneazione in Campania, completati i prelievi di giugno a cura di Arpac.

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Arpac ha completato i controlli mensili di giugno sulla qualità delle 328 acque di balneazione in cui è suddiviso il litorale campano. Nonostante l’inizio del monitoraggio sia stato posticipato quest’anno al 25 maggio a causa dell’emergenza Covid-19, l’Agenzia ha già visitato due volte tutti i punti di prelievo, effettuando i cosiddetti controlli “pre-stagionali” e poi i controlli del mese di giugno.

L’Agenzia ha già prelevato 756 campioni e ha analizzato i parametri batteriologici (Escherichia Coli ed Enterococchi intestinali) ritenuti dall’Oms indicatori di inquinamento fecale e pertanto determinanti la balneabilità. Come di consueto, tutti i dati del monitoraggio vengono diffusi in tempo reale attraverso il sito web dell’Agenzia e attraverso l’App “Arpac Balneazione” per dispositivi mobili.

Al di là dell’analisi dei parametri batteriologici, l’Agenzia ha effettuato questo mese prelievi a Salerno (“Torrente Mariconda”), Monte di Procida (“Capo Schiano”) e Maiori (“Spiaggia Maiori 1”), in seguito a osservazioni o segnalazioni di presenza di schiume e/o anomalie, per la ricerca di parametri aggiuntivi quali idrocarburi, fitoplancton e tensioattivi, indicatori di contaminazione da scarichi civili: in tutti questi casi non è stata riscontrata contaminazione.

Per quanto riguarda i parametri batteriologici, gli esiti dei campionamenti sono tutti favorevoli, tranne che in alcuni tratti di costa, per lo più classificati come “scarsi” e quindi già in precedenza non idonei alla balneazione.

Una criticità si registra ad Amalfi, dove in esito al prelievo dello scorso 15 giugno l’area “Spiaggia delle Sirene”, classificata come “buona”, è da considerare temporaneamente non idonea alla balneazione. Già due volte, dall’avvio della stagione 2020, questo tratto ha registrato esiti sfavorevoli che hanno determinato l’emissione dei provvedimenti di divieto alla balneazione da parte del sindaco competente. A tutt’oggi sono in itinere indagini congiunte tra il Comune e il Dipartimento Arpac di Salerno, competente per territorio, per conoscere ed eventualmente rimuovere le cause che hanno determinato l’inquinamento.

È stato riammesso invece alla balneazione il tratto “Marina di Cetara” a Cetara (Salerno), sempre in Costiera amalfitana, in seguito all’attuazione delle procedure di legge previste dal decreto ministeriale 30 marzo 2010, attuativo del decreto legislativo 116/08. Il completamento della condotta sottomarina che conferirà i reflui dell’impianto di depurazione consortile di Salerno e gli interventi di razionalizzazione delle linee fognarie sottostanti il tratto tombato del torrente Cetus, documentati dal Comune di Cetara, sono stati ritenuti dalla Regione elementi in linea con i principi sanciti dalla norma che disciplina la gestione delle acque scarse. Queste azioni di risanamento, congiuntamente all’esito favorevole del controllo Arpac del 16 giugno, hanno reso possibile revocare il divieto di balneazione e l’acqua è stata ripristinata all’uso balneare come acqua “di nuova classificazione”, fino al completamento dei dati utili all’attribuzione della classe di qualità.

Caso analogo si era verificato il mese scorso per l’area, storicamente “scarsa”, del comune di Sapri, denominata “Lungomare di Sapri”. A conferma del miglioramento della qualità di questa acqua di balneazione, l’esito del prelievo mensile di giugno è risultato nei limiti normativi.

Da un’analisi complessiva emerge un miglioramento sempre più evidente di alcune acque di balneazione, probabilmente dovuto a una migliore gestione dei sistemi fognari e alla messa in atto di tutta una serie di azioni intraprese negli anni, in particolare lungo il litorale domizio e nell’area vesuviana, quale conseguenza della sinergia dei diversi enti istituzionali coinvolti. Ad esempio, le acque che erano “scarse” nel 2017, afferenti ai Comuni di  Ercolano, Atrani, Eboli, Minori e San Giovanni a Piro, trascorsi i tempi per la determinazione della classe,  sono risultate di  qualità “buona” per la stagione 2020, dopo che erano già state riammesse, negli anni scorsi, alla balneazione come acque “di nuova classificazione”, inseguito agli interventi di risanamento messi in atto dalle amministrazioni comunali.