Acqua Bene Comune, l'incontro con Padre Alex Zanotelli.

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dai comitati Acqua Bene Comune di Cava dde’ Tirreni, Vietri sul Mare e Salerno riceviamo e pubblichiamo

OGGI

DOMANI

L’AUSÍNO S.p.A. Servizi Idrici Integrati (captazione, adduzione, distribuzione, fognatura, depurazione) è oggi un’azienda di diritto privato, benché sia a “totale partecipazione pubblica”. E’ una società di capitale il cui fine ultimo è il PROFITTO. L’AUSÍNO che noi vogliamo sarà un’Azienda Speciale Consortile di diritto pubblico a norma del Dlgs 267/2001 finalizzata esclusivamente alla gestione del servizio idrico integrato (captazione, adduzione, distribuzione, fognatura, depurazione)
Il “core business”, ovvero il fulcro, la principale attività dell’AUSÍNO S.p.A.  è creare un FATTURATO ed un conseguente GUADAGNO. Obiettivo unico dell’Azienda pubblica sarà quello di garantire ai cittadini l’acqua e gli altri servizi correlati al prezzo più basso possibile, SENZA REALIZZARE UTILI.
L’AUSÍNO S.p.A. non fornisce ai cittadini notizie sulla gestione interna dell’azienda, non è trasparente nelle decisioni relative alle tariffe (sia quelle ordinarie sia quelle di tipo sociale), e presenta una bollettazione spesso del tutto incomprensibile. L’Azienda pubblica garantirà la partecipazione della popolazione dei Comuni consorziati alle scelte relative alla produzione, erogazione e gestione del Servizio idrico integrato. Acqua pubblica = controllo democratico e massima trasparenza.
L’AUSÍNO S.p.A. non è rispondente ad una gestione pubblica del servizio idrico, come prescrive il risultato del referendum sull’acqua del giugno 2011, tende a fare utili in una situazione di monopolio, in assenza di concorrenza. Con il referendum sull’acqua del giugno 2011 27 milioni di italiani hanno sostenuto la necessità di portare l’acqua fuori dal mercato d’impresa, abrogando la norma che prevede la “remunerazione del capitale”, pari al 7% del capitale investito.
L’AUSÍNO S.p.A. doveva garantire la depurazione per un mare più pulito.

 

Invece c’è stato un aumento esponenziale delle tariffe, il mare di Vietri rischia di continuo l’inquinamento, e i cittadini aspettano ancora la restituzione delle somme versate per una depurazione mai avvenuta.

Il CUC di Cava de’ Tirreni ha ospitato lunedì scorso un importante convegno per sensibilizzare la cittadinanza sul gravissimo problema della privatizzazione della gestione delle risorse idriche nella nostra città, nei Comuni viciniori della Costiera Amalfitana, in quello di Salerno e dei Comuni del circondario.

Il convegno è stato organizzato dai Comitati A.B.C. – Acqua Bene Comune di Salerno, Cava de’ Tirreni e Vietri sul Mare, ed è stato incentrato su due argomenti basilari: il primo, contingente, che riguarda la vendita da parte del Comune di Salerno della sua quota azionaria in Ausino, e sembra che vi sono ulteriori analoghe iniziative, che potrebbero preludere alla sua privatizzazione; il secondo, di carattere generale, sulla necessità che la gestione delle risorse idriche venga fatta da Enti pubblici in quanto l’acqua, bene indispensabile per la vita umana, non può divenire una merce, un bene economico sul quale si possano ricavare profitti.

La questione è annosa in quanto da tempo, da più parti, si tenta di sottrarre la gestione dell’acqua alle strutture pubbliche per affidarle ad aziende o organismi privati il cui unico interesse è quello di ricavare profitti.

Le forze politiche, nonostante l’esito del referendum del giugno 2011, che, con un risultato di circa il 95% si espresse contro la privatizzazione della gestione dell’acqua, stanno brigando affinché tale gestione si privatizzi, spesso camuffando tale privatizzazione con le pseudo Società per azioni a partecipazione pubblica (come, ad esempio, la GORI che imperversa nell’Agro Nocerino-Sarnese e Vesuviano e che sta sottoponendo le popolazioni dei 74 Comuni partecipanti al suo capitale ad ogni sorta di angheria).
Responsabili e complici di tale situazione sia il Governo centrale, che sembra sbilanciato a favore della privatizzazione in tutta Italia, sia quello regionale il cui interesse, finora, è stato esclusivamente di ingrossare (e ingrassare) le pseudo Società pubbliche consentendo alla GORI, tanto per restare in tema, comportamenti e iniziative inimmaginabili: solo chi non conosce le vicissitudini che stanno vivendo i cittadini di quelle zone non immagina cosa la GORI si sia inventata per coprire i suoi buchi di bilancio determinati da politiche gestionali scellerate.

Il rischio del passaggio alla Gori anche dei nostri Comuni è reale giacché già qualche tentativo, fortunatamente fallito anche per la reazione dei cittadini dei Comuni interessati, è stato fatto, tant’è che a Cava, ad esempio, prima delle recenti elezioni, è stato chiesto l’impegno di tutti i candidati sindaci a portare avanti il progetto della pubblicizzazione dell’Ente gestore o comunque della privatizzazione di Ausino, e scongiurare il pericolo dell’incorporazione di Ausino in Gori.

A giudizio dei promotori del Convegno la strada è difficile ma non impossibile da percorrere, con il contributo dei Comitati ma, principalmente, delle cittadinanze interessate le quali, però, non sembrano avvertire eccessivamente il problema, specialmente nelle città promotrici del Convegno: infatti, nonostante l’impegno anche promozionale per l’odierno evento, e le personalità che hanno partecipato, il più noto delle quali è Padre Alex Zanotelli, da sempre impegnato in questa battaglia, (tant’è che viene periodicamente ricevuto anche dalle alte cariche istituzionali del Paese, tra le quali la Presidente Boldrini della Camera dei Deputati), non c’è stata l’attesa ampia partecipazione di pubblico.

Come ha ben detto, nel corso dei lavori, Padre Zanotelli, la cittadinanza dovrebbe essere più sensibile al problema, nel proprio interesse ora che ancora si può scongiurare il pericolo della privatizzazione, ma per farlo debbono essere coinvolte le Parrocchie, le Scuole, gli studenti, veicolo importantissimo per sensibilizzare anche le famiglie al problema.

Durante il convengo è stato più volte ricordato che dal marzo 2014 giace in Parlamento un disegno di legge per la ri-pubblicizzazione del servizio idrico, che dà attuazione all’esito referendario del 2011, ma da oltre un anno non viene calendarizzato: segno evidente della mancanza di volontà del Governo a dare attuazione alla volontà popolare, nell’ottica di creare in Italia quattro macro-aree da affidare ciascuna ad una multinazionale: per il centro-sud è già pronta ad intervenire l’ACEA.

Ecco, allora, la necessità che i cittadini si sensibilizzino, comprendano, partecipino a tutte le iniziative, facciano sentire la loro voce, com’è già avvenuto il 17 gennaio scorso allorquando circa seimila persone dell’Agro Nocerino-Sarnese e Vesuviano, guidate da 24 Sindaci, parteciparono alla grande manifestazione No-Gori per le strade di Napoli fino sotto il palazzo della Regione: anche grazie a quella grande mobilitazione la Regione dovette soprassedere dal varare una nuova legge in favore della GORI la quale ha, in parte, rivisto la sua politica.
Padre Zanotelli, con grande lucidità, ha avvertito che il problema dell’acqua, nel prossimo futuro, sarà sempre più sentito; per le grandi aziende multinazionali l’acqua rappresenterà una delle principali fonti di lucro: venuto a mancare il primato del petrolio, la multinazionali stanno già tentando di utilizzare l’acqua per il loro “business”, ecco perché i referendum vengono ignorati, i progetti di legge ristagnano, le aziende si privatizzano, e le multinazionali premono per accaparrarsi le gestioni dell’acqua.

Padre Zanotelli ha esortato il Comune di Cava a spingere per la pubblicizzazione dell’Ausino: se lo farà anche gli altri Comuni seguiranno, contrastando così coloro che spingono in senso contrario.

Al convegno hanno partecipato, oltre a Padre Zanotelli, Maurizio Montalto, avvocato ambientalista Presidente dell’Azienda Speciale ABC di Napoli, Consiglia Salvio, Referente regionale dello stesso Comitato, i rappresentanti dei Comitati che l’hanno organizzato, ed i rappresentanti di alcuni Comuni interessati nonché di quelli dell’Agro Nocerino-Sarnese e Vesuviano.

Grande impatto emotivo ha avuto anche l’intervento di Mario Perna, ex Assessore del Comune di Casalnuovo (uno di quelli tartassati da Gori) il quale ha ricordato le parole di Paolo VI “la politica è la più alta forma di carità” ed ha citato un episodio che ha notevolmente scosso l’uditorio, quello relativo ad uno degli incontri promossi dall’on. Amedeo Laboccetta, ex missino ora berlusconiano, nel 2013 nominato da Caldoro alla presidenza della Gori, indagato dal 2011 dalla Procura di Milano per presunti finanziamenti illeciti.

Orbene Laboccetta, nel mentre spiegava agli studenti come risparmiare consumi inutili di acqua, autorizzava, tra i tanti altri, il distacco del contatore di una famiglia che aveva un bimbo di 10 anni disabile, allettato, colpito da piaghe da decubito, quasi in fin di vita; Laboccetta faceva togliere l’acqua a quella famiglia, indigente e bisognosa: toglieva a quel bambino il diritto all’acqua, quindi alla vita.
Una delle tante vergogne legate alla privatizzazione, vera o camuffata, della gestione dell’acqua.