Dopo la pubblica denuncia che il nostro circolo ha operato nei confronti dell’ennesima operazione di capitozzatura dei platani cittadini operata dal Comune durante il mese di febbraio e ripresa oggi, dopo la pausa della quarantena, abbiamo deciso di coinvolgere, ancora una volta, Giuseppe Cardiello, dottore forestale e socio della Società Italiana di Arboricoltura onlus, e Carmine Grimaldi, agrotecnico e socio dell’Associazioni Arboricoltori, esperti del settore. La sintesi del confronto ha evidenziato che il ricorso a scriteriati interventi di capitozzatura è un modus operandi che non ha interessato i soli filari alberati che accompagnano la Lungoirno ma viene sistematicamente applicato depauperando il patrimonio arboreo cittadino.
A tal riguardo è bene ricordare e sottolineare che la capitozzatura è una pratica dannosa appartenente a un tempo passato e assolutamente priva di ogni fondamento scientifico. Per tale motivo, le amministrazioni comunali più sensibili rispetto alla corretta gestione degli alberi in città, hanno letteralmente bandito questa tipologia di intervento. A Salerno, nonostante le sollecitazioni ad una più consapevole salvaguardia del patrimonio arboreo, assistiamo inermi alla sistematica distruzione dello stesso. Infatti, questa errata operazione riduce drammaticamente le aspettative di vita degli alberi, trasformando i soggetti arborei in fonti di rischio per la pubblica incolumità in aree ad elevata fruizione.
Il danno provocato da tali azioni è, quindi, duplice: c’è quello economico, che nel caso dei platani presenti sulla Lungoirno i tecnici stimano tra i 500/1200€ per pianta capitozzata e che si traduce in uno spreco del denaro pubblico; poi ce n’è uno ambientale, in un momento storico in cui le città europee si stanno attrezzando per investire nella forestazione urbana per mitigare e contrastare il cambiamento climatico e rendere gli ambienti urbani più vivibili, interventi del genere annientano anche quel risicato verde già esistente.
Si ribadisce che gli unici interventi opportuni da eseguire sui giovani platani della Lungoirno sarebbero dovuti essere potature di allevamento (necessari cioè a eliminare alcuni difetti strutturali dell’albero in fase di crescita e liberare il passaggio per persone e eventuali vetture) e miglioramento del terreno circostante al fusto, caratterizzato da un eccessivo compattamento.
I tecnici si sono resi disponibili ad una dimostrazione di potatura corretta, noi ci siamo resi disponibili verso ogni azione di sensibilizzazione e informazione. Restiamo dunque in attesa di una risposta da parte dell’amministrazione.
Elisa Macciocchi
Presidente del circolo
Legambiente Salerno Orizzonti