Lunedì 12 aprile il diffuso suono di campanelle nelle scuole della penisola ha registrato la presenza di quasi 6,6 milioni di alunni sugli 8,5 milioni delle istituzioni scolastiche statali e paritarie, otto su dieci. Quasi un milione in più della settimana precedente, di cui ben 400 mila in Lombardia. Unica nota difforme, in controtendenza, è stata quella della Sardegna, dove 63 mila alunni di seconda e terza media e delle scuole superiori hanno abbandonato le aule e hanno praticato la DAD. Complessivamente due milioni di studenti sono rimasti a casa. Tutti in presenza, invece, i bambini della scuola dell’infanzia e della primaria. Soltanto il 38% dei ragazzi delle superiori hanno potuto frequentare, con la consueta alternanza del 50% e fino al 75% nelle regioni in cui è stato possibile. A determinare questo orientamento sono stati due fattori: il decreto legge 44 che ha consentito il rientro anche nelle zone rosse ai bambini della scuola dell’infanzia e, ovviamente, il miglioramento dei dati del contagio. Dal 12 aprile è mutato il quadro dei colori delle regioni italiane e, con le difformi cromature della mappa dello stivale, anche conseguentemente la tipologia di didattica per tanti alunni. In area arancione si collocano le regioni Calabria, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Toscana; in zona rossa, invece, la Sardegna. Si sono confermate in area rossa le regioni Campania, Puglia e Valle d’Aosta. In Campania le scuole secondarie di secondo grado, dalla seconda media inferiore, restano in Dad al 100% poiché in area rossa. Dopo Pasqua, ebbe a dire Vincenzo De Luca, Governatore della regione Campania, compatibilmente con l’andamento dei contagi, potrebbe essere possibile riaprire le scuole dalla fascia primaria fino alla prima media. E così è stato. La campagna di vaccinazione in ambito scolastico ha consentito il concretizzarsi di questa opportunità. “Abbiamo vaccinato il 95% del personale scolastico, riferì il Presidente De Luca, quindi abbiamo creato una condizione di base di maggiore sicurezza. Se avessimo avuto un vaccino per i ragazzi sopra i 16 anni avremmo vaccinato anche i ragazzi, per completare tutto il mondo della scuola. E aggiunse: “Non c’è dubbio che questa è una priorità, però la linea della Campania è quella di sempre: noi dobbiamo aprire tutto, ma per sempre, non aprire due giorni e chiudere due mesi, perché questo sta portando l’Italia all’esaurimento nervoso”. E mentre De Luca in merito all’apertura prossima delle scuole superiori si conferma in linea con la linea Draghi, Presidente del Consiglio dei Ministri, si manifesta contrastante la posizione del Prof. Massimo Galli: “Affermazioni tipo che le scuole non sono elemento di disturbo e di pericolo, in base ai dati che vedo io, mi sembrano azzardate. Purtroppo sono un elemento di pericolo, specie in presenza di varianti che incidono anche su bambini e ragazzi. (..) In linea generale per i bambini e i ragazzi il pericolo sta nel prima e nel dopo della scuola. Nel trasporto pubblico prima, e poi non c’è giardinetto pubblico dove sulle panchine non si vedono gruppetti di ragazzi a grappolo, spesso senza mascherina. “Queste sono situazioni che alimentano il diffondere dell’epidemia. Bisogna essere consapevoli e intervenire su questo nelle maniere lievi in modo da non esser sempre prescrittivi con i ragazzi. Sui test salivari sono d’accordo e sto provando a sviluppare idee per un’apertura che ci consenta di essere in sicurezza. Dichiariamo onestamente che il problema ha anche implicazioni negative, ma intanto, siccome la scuola e la scuola in presenza sono beni primari, individuiamo strumenti adeguati a consentirle. Vaccinare, vaccinare, vaccinare resta la prima cosa, ma fino a 16 anni non possiamo farlo”. A parere della Gelmini maggio deve essere il mese della riapertura delle scuole. “In questo mese abbiamo riaperto le scuole e fatto ripartire i concorsi, maggio deve essere il mese della riapertura delle attività economiche. Noi ci auguriamo sulla base dei contagi e delle vaccinazioni degli over 80 e dei fragili che si possa riaprire qualcosa già da aprile. Come ha detto il premier Draghi, non c’è una data, è evidente che si valuta l’andamento dei contagi e delle vaccinazioni, ma il Paese sta chiuso da un anno, il governo è consapevole che dobbiamo andare verso un metodo diverso, utilizzando vaccini, tracciamento e riaperture in sicurezza e infatti i ministri stanno lavorando ai protocolli per riaprire il più in fretta possibile”. Il Governo centrale valuta e si rappresenta fattivo a garanzia della riapertura delle scuole superiori al 100%. Si pensa di voler chiudere l’anno scolastico in presenza diffusa. Saranno, comunque, i dati elemento determinante a tal fine. Speranza sposa l’idea dell’apertura delle istituzioni scolastiche. “Sono valutazioni che dobbiamo fare, dice. E’ un tema che il Governo si sta ponendo”, come sempre decideranno i dati e il quadro epidemiologico“. Si pensa, in sostanza, a una didattica in presenza anche per le superiori nella prima decade di maggio. Di recente in Parlamento è stata approvata una mozione finalizzata al ritorno di tutti gli alunni di ogni ordine e grado. Ci auguriamo che tanto avvenga veramente in sicurezza.
Emilio La Greca Romano