“La missione morale e civile del letterato è la ragione dell’opera manzoniana. La visione etica maturata alla luce della fede religiosa ispirò a Manzoni idee di profonda modernità anche in una concezione laica dell’uomo e della storia”.
È la riflessione scaturita dal Convegno su Alessandro Manzoni tenutosi presso la Casa del Cittadino di Angri, organizzato dall’Associazione “Euterpe”, presieduta dall’Avv. Raffaele Smaldone, con la direzione artistica della Prof.ssa Maria Pia Cellerino e la moderazione del Prof. Antonio Smaldone, vicepresidente.
Don Luigi La Mura, parroco della chiesa di S. Maria di Costantinopoli, analizzando il rapporto tra Illuminismo e Romanticismo, si è soffermato a lungo sulle figure di don Abbondio e fra Cristoforo che, pur in un’antitesi profonda, rappresentano la sensibilità romantica di Manzoni che non rinuncia alla fiducia nella possibilità religiosa, e umana al contempo, della redenzione e della conversione al bene.
Nei Promessi Sposi si affronta anche il tema dei diritti. E la figura dell’Azzeccagarbugli (avvocato soverchiatore al quale si rivolge Renzo per avere giustizia) è significativa di come nel Seicento del dominio spagnolo in Italia questi fossero prerogativa dei potenti. “Il Manzoni, attraverso un siffatto personaggio, ha purtroppo delineato un ritratto negativo del ruolo dell’avvocato” ha fatto notare l’avv. Raffaele Smaldone riportando le conclusioni di un convegno in ambito ggiuridico.
Manzoni è innovazione e modernità, caratteri che emergono dall’intreccio costruttivo con le più avanzate proposte del romanticismo: le dinamiche comunicative, il senso della storia collettiva e dell’introspezione individuale.
“Manzoni segnalò all’amico Claude Fauriel la difficoltà di avere una lingua che fosse funzionale a scrivere ciò che l’autore aveva in mente e, tuttavia, egli desiderava un pubblico più ampio di lettori” ha sottolineato la prof.ssa e poetessa Giovanna Scutiero. Manzoni fu un grande innovatore quando intuì la necessità di una lingua viva, quella parlata a Firenze, che si sostituiva, così, ai modelli letterari della tradizione.
Alessandro Manzoni ha reso Lecco un simbolo di cultura e letteratura. “Non abbiamo ritratti fisici dei personaggi – ha precisato la prof.ssa Rosa Spagna, già Dirigente scolastica – perché egli li ritrae attraverso i loro luoghi: il convento di Pescarenico, il palazzo di don Rodrigo, la casa di Lucia, unitamente alle sponde del lago celebri per l’Addio ai monti”.
Il concepimento dell’idea di romanzo storico è stato un punto di arrivo di un percorso anche tormentato dello scrittore che lo ha visto confrontarsi con noti intellettuali del panorama culturale europeo del primo ottocento. “Manzoni subì apprezzamenti ma anche critiche negative, per esempio, da Chauvet e Goethe che gli dispiacquero non poco” ha rilevato la prof.ssa Rosanna Di Giaimo, docente del Liceo De Filippis Galdi di Cava de’Tirreni. “Tuttavia le stesse –ha aggiunto – rappresentarono uno stimolo ad approfondire il tema del rapporto tra storia e invenzione che lo portò alla nota affermazione contenuta nella Lettera a D’Azeglio che la poesia, e la letteratura in genere, debba proporsi l’utile per iscopo, il vero per soggetto, e l’interessante per mezzo”.
Il convegno è stato accompagnato dall’ascolto della Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, opera dedicata a Manzoni perché, come ha spiegato il prof. Antonio Smaldone, pianista e docente, il compositore fu particolarmente colpito dalla morte dello scrittore con il quale condivideva i valori risorgimentali di giustizia e libertà. Il Requiem fu, infatti, eseguito in occasione del primo anniversario della morte di Manzoni, il 22 maggio 1874, nella chiesa di San Marco a Milano.
Le attività dell’Associazione Euterpe continuano con un altro interessante appuntamento: il 2 dicembre, al teatro di S. Maria di Costantinopoli, protagonista sarà Italo Calvino, grande esempio della letteratura italiana contemporanea.