Nell’aula magna del Liceo Statale “ALFANO I” di Salerno gli studenti delle classi seconde dei vari indirizzi liceali hanno incontrato Annamaria Torre (figlia del Sindaco di Pagani Marcello Torre , ucciso dalla camorra nel 1980 ) e Francesco Clemente ( figlio di Silvia Ruotolo, uccisa da un proiettile vagante in un agguato di camorra a Napoli)del Coordinamento vittime di Camorra e LIBERA contro le mafie.
Un appuntamento annuale con l’associazione Libera e la scuola che vede coinvolti i ragazzi , i docenti e i testimoni di legalità.
“Legalità- ha dichiarato Annamaria Torre- è parola vuota se non vissuta quotidianamente nei nostri comportamenti e nelle nostre scelte di vita!”
I ragazzi hanno chiesto sia alla figlia dell’avv.Torre che a Francesco Clemente se avessero ancora oggi paura di minacce o di aggressioni, dato il loro impegno.
“Non ho paura perché non faccio nulla di male – ha affermato con gli occhi lucidi Francesco- mia madre me l’hanno tolta quando avevo cinque anni e l’ho vista morire davanti ai miei occhi,non mi resta con mia sorella Alessandra e mio padre Lorenzo che raccontare a tutti il mio dolore e la mia voglia di far qualcosa perché ciò non accada a nessuno più”. Gli studenti del Liceo “Alfano I” hanno scritto una lettera al Commissario prefettizio di Pagani, vogliono che non necessariamente una piazza, una strada sia dedicata a Marcello Torre ma che almeno un luogo di incontro per i giovani porti il suo nome e cognome.
Vorrebbero inoltre visitare al più presto un bene confiscato alla mafia , per rendersi conto di come sia possibile rendere altro un luogo costruito con disonestà, restituito alla gente, alle comunità.
Hanno concordato di fare, oltre che di conoscere . Hanno proposto azioni legali di impegno civile nelle due ore di cittadinanza e Costituzione , così utilizzate in una giornata di sole , in un’aula illuminata dagli occhi di due testimoni di “vera” legalità, pagata con la sofferenze di chi oggi si è sentito meno orfano tra tanti sguardi attenti, curiosi, di giovanissimi studenti a lezione di vita.
Gilda Ricci