Urbanistica ed edilizia sostenibile, convegno Aniem a Salerno.

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Grande interesse ha destato l’argomento posto sul tavolo della discussione dall’Aniem che, questo pomeriggio, ha convocato presso il Lunch in Music tutti  gli addetti ai lavori per parlare di Nuove città, l’investimento sostenibile in edilizia e i metodi di riqualificazione e sostituzione edilizia. Ad aprire i lavori, il presidente Aniem di Salerno  Pietro Andreozzi che ha sottolineato l’importanza di essere riusciti a far dialogare le varie componenti nelle cui mani è il futuro economico del Paese: “L’incontro di oggi assume particolare importanza in considerazione del parterre di ospiti, tutti impegnati in prima persona, ciascuno per le sue competenze specifiche, in questo progetto di riqualificazione urbana divenuto ormai improcrastinabile sia per risolvere il problema dei livelli occupazionali del comparto dell’edilizia, sia per dare risposte alle imprese locali. Il metodo proposto da Aniem, che sta incontrando grandi favori e molteplici consensi, prevede una riqualificazione degli soazi del territorio e la razionalizzazione degli stessi con il recupero di aree da destinare a pubblica fruizione. Un modello che può essere ripreso ovunque, dando così una spinta propulsiva a tutta la filiera dell’edilizia: così come in forma di progetto pilota si sta realizzando a Modena, speriamo a breve di renderlo attuativo anche a Salerno. La riqualificazione urbana con i grandi progetti deve essere vista per quello che è: una importante occasione per creare lavoro in svariati ambiti, ma anche il necessario adeguamento di preesistenti edifici a quella che è la normativa nazionale in tema di inquinamento e risparmio energetico. Fondamentale, inoltre, è l’adeguamento strutturale di edifici di vecchia data all’attuale legge antisismica. Per questo risulta estremamente valida la proposta di sostituzione edlilizia che, a costi contenuti, permette di restituire ai fruitori case perfettamente sicure e a norma.Tutto ciò, naturalmente, si può fare solo ed esclusivamenre con la certezza dell’investimento: una volta validato un progetto dagli Enti competenti, è impensabile che, in corso dìopera, ci siano  stop improvvisi. Tutto ciò frena anche gli investitori a venire a creare lavoro nel nostro territorio”.

In questo periodo in cui da ogni parte si parla di “luce  in fondo al tunnel”, di segnali di ripresa che si cominciano ad intravedere, appare chiaro che occorre una partecipazione comune per poter guardare veramente al futuro.  Chiamate a fare il loro ruolo fondamentale sono anzitutto gli istituti di credito e le dichiarazioni registrate questa sera fanno ben sperare. Estremamente interessante la dichiarazione  di Alessandro Cataldo, Deputy Country Chairman Italy e Head of Corporate Sales & Marketing di UniCredit: “La riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare delle nostre città può essere un volano per la crescita del Paese in questa fase congiunturale dell’economia  e può inoltre aiutare il settore edile ad uscire da una crisi economica che lo ha colpito pesantemente dal 2008 ad oggi. UniCredit si è posta l’obiettivo di agevolare politiche rapide per la rigenerazione delle costruzioni esistenti, cito in particolare la nostra iniziativa realizzata con il WWF e denominata “Officinae verdi – Energy-Environment Service Company” che offre sistemi innovativi per l’autoproduzione di energia pulita, in grado di garantire ai consumatori un risparmio sulle bollette dal 35 all’80%. Inoltre, voglio menzionare anche i “Piani Città” di UniCredit, ovvero il progetto di riorganizzazione di tutte le principali sedi europee del Gruppo, con l’obiettivo di riduzione di CO2 del 30% entro il 2020 e che ha in Milano il suo apice di eccellenza sotto il profilo della riqualificazione urbana e dell’ ecosostenibilità, grazie al progetto UniCredit Tower, che ha permesso di riqualificare e valorizzare un intero quartiere della città e di ridurre il numero di sedi di UniCredit a Milano da 26 a 5, ricevendo la certificazione Leed Gold per le percentuali di risparmio energetico, di riduzione dell’utilizzo di acqua potabile negli edifici e di riciclo dei rifiuti da cantiere”.

Sulla stessa linea Gabriele Gori, Responsabile Area Corporate Capogruppo Bancaria MPS: Per noi l’attuale momento è perché nei prossimi giorni faremo un importante aumento di capitale con l’intento, nel futuro prossimo, di reinvestire questi soldi mettendoli al servizio delle economie locali. Il tema in discussione oggi è molto importante perché per far ripartire il Paese bisogna guardare proprio alle infrastrutture e all’edilizia sana. Ed è nostro compito accompagnare iniziative sane”.

Il discorso, poi, si è spostato sulla necessità di poter contare sulla “certezza dell’investimento”, argomento che vede schierato da tempo in prima linea  il Presidente Nazionale Aniem Dino Piacentini: “La certezza dell’investimento è la base su cui costruire:  se non c’è quella il Paese non può ricevere investimenti sia dall’estero sia dagli italiani stessi. Attualmente sappiamo che un imprenditore che avvia un investimento riesce a vedere qualcosa dopo almeno sei o sette anni. Non è più gestibile una cosa così. Occorre che tutta la politica capisca che perdere tempo non serve a nessuno. Devono esserci i controlli, deve esserci la concertazione con il territorio, soprattutto se parliamo di  grandi infrastrutture, ma  è doveroso riuscire a cambiare la cultura che si è insediata negli ultimi anni che il controllo è fine a se stesso. Rientriamo da queste impostazioni e facciamo in modo che i progetti in poco più di un anno possano diventare realmente operativi:  sia ente pubblico, sia privato, chi mette i soldi deve veder prendere corpo all’investimento”.

Affrontando il discorso inerente i fondi e i finanziamenti, interessante è stato l’intervento di Bernardo Bini Smaghi, Responsabile Settore Business Development Cassa Depositi e Prestiti: “Tra le attività volte al sostegno della crescita del Paese, Cassa depositi e prestiti (CDP) ha avviato, tramite la sua partecipata CDP Investimenti Sgr, il “Fondo Investimenti per l’Abitare” (FIA). Il FIA è un fondo immobiliare riservato ad investitori qualificati operante nel settore dell’edilizia privata sociale (social housing) con la finalità di incrementare sul territorio italiano l’offerta di alloggi sociali per la locazione a canone calmierato e la vendita a prezzi convenzionati, a supporto ed integrazione delle politiche di settore dello Stato e degli enti locali. In tale contesto, al fine di favorire gli investimenti nelle Regioni in cui gli interventi nel social housing non hanno i requisiti minimi economici e finanziari per essere finanziati, sarà necessario impiegare i Fondi Strutturali, la cui programmazione 2014 – 2020 ha già previsto di stanziare una parte consistente (5%) per il miglioramento degli standard di vita nelle città, con specifico riferimento alla coesione sociale, all’efficientamento energetico, alla rigenerazione urbana e al sostegno dell’occupazione”.

La situazione salernitana, invece, è stata chiaramente illustrata dal Sindaco di Salerno Vincenzo De Luca allorquando il moderatore, il giornalista Fabio Angelicchio, gli ha chiesto cosa vorrebbe il primo cittadino chiedere al Presidente Piacentini: “Anzitutto gli direi di venire ad investire a Salerno, ha dichiarato, perché la nostra città è una delle pochissime in Europa in cui si sta attuando una trasformazione urbana consapevole, perfettamente rispondente alle linee del piano regolatore generale approvato. Eppure si registrano situazioni al limite della demenzialità. Vi è una palude burocratica e, pur avendo a disposizione tutto, non si riesce a fare niente. A Salerno abbiamo intrapreso una guerra contro la palude burocratica! Sburocratizzare vuol dire che quando si hanno tutti i permessi a costruire nessuno deve poter più mettere i bastoni fra le ruote. Ma a Salerno c’è anche una battaglia culturale in atto, perché stiamo cercando di spiegare che non si difende la tradizione con la mummificazione del territorio, ma portando la città nella modernità”.