Agriturismo Corbella di Cicerale, il Tar accoglie il ricorso contro la chiusura dell’unica via di accesso.

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di Renato Aiello

Una buona notizia per Cicerale e per la sua illustre cittadina, l’ambasciatrice nel mondo della dieta mediterranea Giovanna Voria: il Tar, Tribunale Amministrativo Regionale della Campania si è finalmente espresso nella giornata del 14 febbraio 2018, accogliendo il suo ricorso contro l’ordinanza comunale del comune di Cicerale (SA) che le ha chiuso dal 6 novembre 2018 l’unica via di accesso all’Agriturismo Corbella.

L’istanza accolta annulla de facto il provvedimento dell’amministrazione comunale del novembre scorso, e invita pertanto alla riapertura della strada, alla sua messa in sicurezza o a trovare un’alternativa che garantisca alla Sig.ra Voria l’ingresso nella sua attività, ferma da mesi ormai.

Il problema del tratto stradale sterrato, situato in alveo della “Fiumarella Messano – Fiume Corvella” in località Corbella, è stato da sempre una spina nel fianco di questa struttura ricettiva. Del resto lo stato di salute della rete stradale e infrastrutturale del Cilento è ben noto ai più, se persino l’attuale governatore De Luca nel 2015, nei mesi che lo videro impegnato in campagna elettorale per le regionali, lamentò l’atavica carenza di strade e la cattiva manutenzione in Provincia di Salerno, promettendo di porre all’attenzione della giunta e del nuovo consiglio regionale l’emergenza. Emergenza purtroppo cronica, se ancora ha un senso chiamarla così, dato il significato circoscritto nel tempo della parola stessa, ma purtroppo in Italia il deficit dei trasporti e delle infrastrutture, soprattutto al Sud e nelle zone di montagna, è un’unghia incarnita da decenni. Mi ritrovai personalmente a visitare nel luglio 2017, in piena estate, la struttura agrituristica per la prima volta, rimanendo incantato dalla bellezza paesaggistica e naturalistica del Parco Nazionale del Cilento in cui è immersa Corbella, ma allo stesso tempo deluso e sinceramente dispiaciuto dalle condizioni in cui versa il territorio: strada dissestata, ciottoli e pietre a ogni tornante, manto stradale in disfacimento a tratti, asfalto eroso persino in curva. Solo una 4×4, un fuoristrada, una jeep può avventurarsi in un tracciato simile da safari, mentre per una city car si tratta di un vero e proprio atto di fede e coraggio. E non sorprende se i clienti anche più affezionati e fidelizzati abbiano rinunciato nel tempo a trascorrere vacanze e week end nel bed and breakfast, dotato anche di un ampia sala ristorante in cui assaporare i tesori del Cilento che la Voria ha riscoperto e riproposto in  tavola, a partire proprio dai ceci che hanno dato il nome al suo paese. Un legume principe della dieta mediterranea, ricco di proteine vegetali, “la carne dei poveri” declinata in numerose ricette, paste, primi piatti e contorni a base di creme e insalate, persino un ottimo liquore assaggiato nella fredda giornata di febbraio in cui ho fatto ritorno alla struttura. Solo una volpe e un gatto ad attenderci, nessun ospite. E se questo fa tristezza e suscita rabbia in inverno, indigna ancor di più in estate, la bella stagione da trascorrere a piedi, in bici e facendo escursioni, trekking nella natura incontaminata, tra i laboratori didattici e gli animali di Giovanna. L’ennesima estate persa quella del 2017, mentre tasse e spese restano e vengono pagate regolarmente dalla proprietaria, che non si è mai arresa e ha combattuto come una leonessa per non far scomparire la sua attività, che usufruisce di quella strada della discordia così come tante altre piccole imprese del comprensorio. Un danno notevole a cui sarebbe il caso di porre la parola fine, con la primavera incipiente e la nuova stagione estiva alle porte. Perché se è vero che in campagna elettorale si parla di giovani e flat tax, sostegno alle pmi e ai loro imprenditori, bisogna anche riconoscere che la politica troppo spesso fa poco o nulla, si dimentica degli abitanti dei collegi elettorali e costringe un territorio vasto, ricco di presidi slow food e patrimoni materiali e immateriali dell’Umanità (su tutti il sito Unesco di Paestum coi suoi templi e il bene mondiale della dieta mediterranea) a spopolarsi. I giovani vanno via, la stessa figlia di Giovanna è andata all’estero in Svizzera e Regno Unito per trovare lavoro, il Cilento perde le sue energie fresche e innovative e rimangono solo gli anziani. Molti centenari, certo, e si sa che i vegliardi cilentani giovano dei benefici dello stile di vita alimentare più salutare al mondo, ma sono mortali come tutti gli uomini e le creature viventi. Dopo di loro, senza ragazzi e senza le nuove generazioni nei campi e nei paesi, l’eredità si perde. Ed è un vero peccato, Ancel Keys sarebbe molto malinconico al solo pensiero.

 

Servizio e montaggio video a cura di Renato Aiello: