“Lucarie’, tu stisse facendo a’ Cupola e San Pietro? E miettece duie pasture ncopp, come vanno vanno”. Lo dice la spazientita Concetta a Lucariello in una delle scene più belle e divertenti del capolavoro di Eduardo De Filippo: “Natale in casa Cupiello”. Ma i pastori, in un presepe che si rispetti, non vanno messi come vanno vanno. Ogni pastore va collocato nel posto giusto, ognuno ha un significato particolare come ha spiegato Monsignor Gennaro Matino, durante la conviviale rotariana, a lui dedicata, organizzata all’Hotel Mediterranea dal Presidente del “Club Rotary Salerno Picentia”, l’ingegner Giuseppe Giannattasio, che ha letto il ricco curriculum del teologo napoletano e sottolineato l’importanza della sua presenza : “ Un modo di avvicinarci al Natale attraverso le parole di una persona di grande cultura e di profonda preparazione, non solo religiosa: un uomo di grande sensibilità qual è Monsignor Gennaro Matino, parroco della Chiesa della Santissima Trinità in via Torquato Tasso a Napoli, docente di Teologia Pastorale presso la Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale e di Storia del Cristianesimo presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa. Editorialista de” La Repubblica”, autore di numerosi libri, di cui tre scritti con Erri de Luca , e del famoso “ Il Pastore della Meraviglia: il romanzo del presepe” che è diventato un best seller dal quale è stato tratto anche un fumetto ed una trasposizione teatrale”.
Il professor Matino ha spiegato che non sono soltanto gli angeli che annunciano che colui che è nato è la salvezza:” Ognuno dei personaggi del presepe racconta, dal proprio punto di vista, quella scena”. Monsignor Matino ha anche presentato il suo nuovo libro. “Presepiando. Quando il Natale inventò il presepe” (Edizioni San Paolo), raccontando che in tutto il mondo si prepara il presepe: ”Che non è soltanto il rimando all’avvenimento che racconta di un bambino che, per chi crede, è figlio di Dio, ma anche alla tradizione, alla cultura del passaggio. Natale è il mistero di un Dio che amando si fa uomo. Questo mistero viene celebrato da una straordinaria scenografia che è il presepe che cristallizza quel momento e lo racconta teologicamente: il presepe è un fatto artistico, culturale, ma se non se ne comprende il significato è come vedere un film muto”. .Monsignor Matino ha raccontato le origini del presepe:” Qualcuno dice che lo ha inventato Francesco d’ Assisi a Greggio, ma in realtà, come è stato scritto da Tommaso da Celano, biografo di Francesco d’Assisi, Francesco propone, nel 1100, il primo presepe vivente, senza mettere il bambino nella grotta. A Roma abbiamo una chiesa dell’anno 1000 chiamata la chiesa di Santa Maria del Presepe. La grande esplosione di costruzione e di significato del presepe parte da Napoli quando, nel 1600, prima i nobili e poi il popolo decisero che dovevano raccontare la nascita in un contesto particolare, dicendo: come allora è nato, nasce anche oggi, nelle nostre vie, nella nostra cultura. Nei primi presepi, come in quelli monumentali di San Martino, di Capodimonte, di Santa Chiara, i nobili, per raccontare il fatto divino sceglievano i poveri”. Monsignor Matino ha spiegato il significato di ogni statuina del presepe:” Il pastore più importante è il Pastore della Meraviglia: è l’unico che non fa nulla. Il suo unico compito è quello di restare stupito, con la bocca aperta e con le braccia spalancate. Va posto di fronte alla grotta, al centro della scena. E’ quello il punto di osservazione di chi guarda il presepe. Rappresenta noi di fronte al mistero, all’incanto”. Il Benino, il dormiente, è l’altro pastore raccontato da Matino:” Lui sta dormendo, ma in realtà sta sognando il Figlio di Dio, che nasce e libera tutti. Benino rappresenta la profezia “. Matino ha anche spiegato il significato della presenza della zingara:” Colei che interpreta il futuro” e della lavandaia: ” Lava il panno bianco che rappresenta la purezza e il candore della Madonna”. Anche gli zampognari hanno un ruolo importantissimo:” Il vecchio che si congeda dalla vita suona la zampogna mentre la ciaramella viene suonata dallo zampognaro giovane che si affaccia alla vita : il significato è che Dio viene per tutti, senza distinzione di età”. Matino ha spiegato che nella grotta il bue va sempre a destra e l’asinello va sempre a sinistra di chi guarda:” Il bue rappresenta il popolo orientale; l’asinello il popolo occidentale. Nel presepe la notte è rappresentata dal pescatore che rappresenta i poveri e viene messo in basso, mentre il giorno è rappresentato dal cacciatore che viene messo in alto e rappresenta la classe dei ricchi. La taverna deve essere posta accanto alla grotta perché rappresenta sia il luogo di perdizione, sia la redenzione. Tutti i mestieri sono rappresentati attraverso i venditori che vendono prodotti fuori stagione, ognuno rappresenta un mese dell’anno. Il tavolino con i giocatori di carte che giocano a tressette è collocato tra la grotta e la cantina: zio Pasquale, che rappresenta la vita, e zio Raffaele, che rappresenta la morte, giocano una partita particolare alla fine della quale, dopo la nascita del bambino, è vinta da zio Pasquale, la vita”. Matino ha spiegato che la stella cometa può camminare sul presepe: ” Seguendo i magi che rappresentano la sapienza, il mistero della salvezza”. Il castello di Erode, invece, va messo in alto: ” Io lo metto il più lontano possibile”. Monsignor Matino che ha consigliato di visitare il presepe privato della famiglia Leonetti, in via Aniello Falcone a Napoli:” E’ uno dei presepi più belli in assoluto”, ha ricordato che Gesù, Giuseppe e Maria erano migranti:” Non avevano fissa dimora. Cercavano un alloggio e non l’hanno trovato. Venivano da un paese diverso e non sono stati accolti: la famiglia di Betlemme era quindi una famiglia di profughi, di emigranti. Come allora è oggi”.
Aniello Palumbo