ANPAR: L'O.U.A. contro il C.N.F. e gli avvocati.

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L’organismo unitario dell’avvocatura, organo politico del C.N.F (sic!!!!!) contro gli avvocati. Infatti, continuano a chiedere l’abolizione della mediazione obbligatoria, “accusandola di ostacolare l’accesso dei cittadini alla giustizia”. Cosa completamente illogica e falsa. La reintroduzione della mediazione, ha favorito e sta favorendo solo ed esclusivamente gli avvocati, che hanno ottenuto attraverso i loro “patrocinatori che siedono nelle commissioni parlamentari” il possibile dell’impossibile e non sono ancora contenti.

Territorialità, assistenza obbligatoria, mediatori di diritto, svolgimerno di attività imprenditoriale attraverso la costituzione di organismi di medizione con sedi gratuite presso i Tribunali, primo incontro di programmazione senza corresponsione di alcun compenso al mediatore, nessun rimborso spese al mediatore al primo incontro di mediazione, l’esclusione di fatto di tutte le altre categorie professionali dalla mediazione, la possibilità di astenersi dal firmare il verbale di eventuali accordi per l’esecutività, l’avveramento della condizione di procedibilità se il primo incontro si conclude senza accordo, la riduzione da quattro a tre mesi del procedimento di mediazione, l’invito da parte del mediatore rivolto anche a loro sulla possibilità di iniziare la procedura di mediazione anche in presenza delle parti, la possibilità di accertare e certificare la conformità dell’accordo alle norme imperative e all’ordine pubblico, nessun compenso all’organismo di mediazione, sono tutte modifiche antieuropeiste e anticostituzionali.

Ma da quali menti contorte e scriteriate sono state concepite? Chi le ha avvalorate? Perchè il C.N.F. non interviene nei confronti di “società di mediazione” delle quali fanno parte in qualità amministratori e/o soci gli avvocati?

Queste concessioni – dice Pecoraro presidente dell’organismo internazionale di conciliazione e arbitrato dell’A.N.P.A.R – sono il vero ostacolo per una giustizia extragiudiziale prerogativa della volontà sovrana del cittadino. La conclusione di tutto questo sapete qual’è? Il cittadino è obbligato alla mediazione per la quale non paga nulla mentre è costretto a pagare l’assistenza dell’avvocato, che richiede un compenso che generalmente parte da un minimo di 600 euro per giungere fino ad un massimo di 1.000 euro.

“Conclusione – continua Pecoraro – l’O.U.A. pur di mantenere intatti gli interessi specifici personali, camuffandoli dietro una “denegata giustizia” non fa altro che fare in modo che la “palese stortura del nostro sistema giudiziario” costringa l’U.E. e il Governo italiano, ad eliminare “un filtro inaccettabile” che è quella dell’obbligatorietà dell’assistenza dell’avvocato in mediazione.