Breve ricordo di Enzo Sarno, avvocato ed attore, scomparso nei giorni scorsi, da parte del Sindaco di Minori, Andrea Reale.
Caro Enzo,
sento il bisogno di ricordarti come l’amico con cui ho fatto teatro seriamente, con grande passione e rispetto per il pubblico.
Avevi una grande amore per il teatro, lo amavi perfino più del tuo stesso lavoro.
Amavi l’arte della recitazione, ci hai coinvolti un po’ tutti nelle tue continue ricerche, nelle tue letture, negli approfondimenti culturali tra teatro classico e contemporaneo, facendoci capire che il teatro si evolve continuamente, come la vita.
Per noi dilettanti, ma credo che sia così anche per gli attori professionisti, il vero “metodo” per imparare a recitare è fare teatro, teatro, teatro, tanto teatro… e se poi si ha la fortuna di farlo con chi sa farlo, ci si forma dalla tradizione, che rende superflua qualunque teoria.
Tu hai dato al pubblico il risultato della tua continua esperienza e a noi con generosità il tuo sapere.
Non dimenticherò mai con quanto rispetto ti accingevi ad interpretare il ruolo che ti veniva assegnato, senza sopraffare e rispettando il pensiero e l’essenza del personaggio, creando con lui una vera intimità.
Con i gesti, gli sguardi, i movimenti, oltre le parole rendevi vivo il tuo ruolo. Sei stato un attore creativo, in scena altruista e generoso.
Mi passano nella mente tanti ricordi, tanti piccoli gesti, tante invenzioni sceniche, sotterfugi, malizie di quando magicamente sognavamo di essere veri attori lasciando fuori dalle scene tutta la nostra vita reale, tutte le preoccupazioni, il lavoro, la famiglia.
Curavi tutti i particolari: gli abiti, il trucco, gli oggetti, i fazzoletti, le scarpe, i cappelli, le sciarpe, i cappotti, le cravatte per creare quella affascinante e complessa simbologia teatrale che permette l’intensa magia tra lo spettatore e l’attore.
Caro Enzo, il punto di arrivo dell’uomo è la sua nascita, mentre il punto di partenza è la morte, che però è anche il lascito di esperienza e conoscenza per gli uomini del futuro: i giovani.
E’ solo la fine di un ciclo – il tuo ciclo – che servirà a dare vita ad altri cicli, legati al tuo.
La tua immortalità è l’esempio che hai lasciato come uomo e come amico a tutti noi, ma soprattutto ai giovani.
La vita che continua è la tradizione.
Se un giovane sa vivere la tradizione nel modo giusto, essa può dargli le ali.
Enzo, hai saputo indicarci il modo giusto: lo studio, la cultura, l’approfondimento delle esperienze di chi ha vissuto prima di noi, il rispetto per il passato.
Ma rispetto per il passato non significa restare nell’immobilità, bensì farne un trampolino, come hai fatto tu: è così che salteremo assai più in alto che se partissimo da terra!
Avevamo un sogno, rappresentare “Il Sindaco del Rione Sanità” di Eduardo, tu amavi il personaggio del Dottor Fabio Della Ragione, il personaggio che nel terzo atto dice:
“Proprio così, aveva un cuore enorme con una porta che si apriva puntualmente quando c’era qualcuna che ci andava a bussare”
Proprio come te.
ENZO TI VOGLIO BENE
Minori
17/03/2013
Andrea Reale