Ad Eboli il ricordo del Maresciallo della GdF Vincenzo Giudice, ucciso dai soldati tedeschi nel 1944.

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Anche quest’anno la Guardia di Finanza di Salerno e la Città di Eboli intendono ricordare
insieme la memoria della Medaglia d’Oro al Valor Militare Maresciallo Maggiore Vincenzo
Giudice, ebolitano di nascita, tributata con Decreto Presidenziale datato 5 giugno 1957 con
la seguente motivazione: “Sottufficiale della Guardia di Finanza, avvertito che la
rappresaglia tedesca si apprestava a mietere vittime innocenti fra la popolazione civile, si
presentava al comandante la formazione SS operante offrendo la propria vita pur che
fossero salvi gli ostaggi tra i quali la moglie e i figli. Di fronte allbbiezione essere egli un
militare, si liberava prontamente della giubba ed offriva il petto alla vendetta nemica.
Crivellato di colpi, precedeva i civili sull’altare del martirio.” (Bergiola Foscalina di Carrara,
16 settembre 1944).

Nonostante sia trascorso ormai molto tempo resta sempre viva la fiamma della particolare
ricorrenza che quest’anno viene preceduta dall`odierno appuntamento celebrativo.
Proprio oggi, infatti, nel comune intendimento celebrativo condiviso con i familiari dell’eroico
Militare caduto, si è tenuta una sobria ma toccante cerimonia commemorativa all’interno
della caserma sede del Comando Provinciale di Salerno, intitolata al Sottufficiale, svoltasi
dopo una breve celebrazione religiosa a suffragio.

Alla presenza delle Autorità civili, militari e religiose della provincia e delle Fiamme Gialle
della locale Sezione “A.N.F.l.”, il Comandante Provinciale e il Comandante del Gruppo di
Eboli hanno accompagnato la signora Fernanda Giudice, nipote della Medaglia d’Oro al
Valor Militare, a rendere un commovente saluto al monumento lapideo dedicato allo zio,
benedetto dal Cappellano Militare mentre un picchetto di “baschi verdi” rendeva gli onori
militari al triplice squillo della tromba, seguito dal silenzio d`ordinanza.

Il Maresciallo Maggiore Vincenzo Giudice, trucidato dalle “SS” tedesche e dalle Brigate Nere
della Repubblica Sociale Italiana a Bergiola Foscalina (MS), era discendente di una delle
più illustri famiglie ebolitane, nipote dell’insigne giurista Antonio Giudice, patriota, magistrato
e senatore a vita.

E’ un eroe dall`animo nobile, che scelse di morire senza alcuna esitazione nel tentativo di
salvare altre vite umane, in una terra che non era quella natia, dimostrando un elevatissimo
senso del dovere e un intrepido coraggio.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale fu richiamato e inviato in Toscana e al momento
dell’armistizio comandava la Brigata di Marina di Carrara.

Quel pomeriggio lontano, al suo rientro al paese di Bergiola Foscalina, dove risiedeva con
la propria famiglia ivi sfollata da Carrara perla guerra, rispose immediatamente al richiamo
di uno sgomento partigiano che lo pregò di intervenire dopo averlo informato dei brutali
rastrellamenti appena terminati ad opera dei nazi-fascisti al comando del sanguinario
Maggiore Walter Reder, condannato, dopo la fine del conflitto, per crimini di guerra. Infatti
72 tra anziani, donne e bambini erano stati radunati presso la scuola elementare del paese
in attesa di esecuzione sommaria per rappresaglia all’awenuta uccisione di un soldato
tedesco.

Per cercare di evitare quell’ennesima strage di innocenti (altre, infatti, gravissime se ne
erano consumate nei giorni precedenti in quei territori) l’Eroe corse verso la scuola, dove,
giuntovi, si rivolse, con coraggio e fermezza, al comandante delle “SS” esclamando: “Volete
un responsabile? Ebbene prendete me e lasciate liberi gli altril”.

L`ufficiale tedesco oppose un netto rifiuto evidenziando che un Militare italiano non avrebbe
mai potuto dare ordine alle “SS” di sparargli.

Ecco che la fulgida Fiamma Gialla, senza scomporsi affatto, si strappo la giubba di dosso,
la baciò, la depose delicatamente ai suoi piedi e gridò: “Non sono più un Militare,
uccidetemi!” e, quindi, si offrì nuovamente ai suoi carnefici, insistendo nel chiedere lo
scambio e presentandosi come ostaggio civile. Venne così ucciso con una raffica di mitra,
senza che ciò potesse fermare il massacro.

Tragedia nella tragedia: il valorosissimo Sottufficiale della Guardia di Finanza non sapeva
che tra i rastrellati c`era anche tutta la sua famiglia. Furono tutti barbaramente falciati dal
piombo nazi-fascista e i loro cadaveri furono fatti saltare in aria con le bombe a mano e arsi
con il fuoco dei lanciafiamme.

ll ricordo dell`eccidio e dell’estremo gesto di valore sara celebrato domani a Eboli, dove
anche la locale caserma del Corpo è intitolata alla memoria dell’eroica Fiamma Gialla; nei
giardini pubblici comunali, alla presenza del Sindaco e del Comandante territoriale, awerrà
la deposizione di una corona d’alloro al monumento dedicato alla Medaglia d`Oro,
inaugurato nel 2014, che sarà benedetta dal Cappellano Militare del Comando Provinciale,
Don Roberto.

Nel corso della cerimonia, che si svolgerà dinanzi agli occhi della collettività sociale
ebolitana e della locale Sezione dell’A.N.F.l., un picchetto di Finanzieri del Gruppo di Eboli
renderà gli onori militari, che, al termine del triplice squillo di tromba e del silenzio
d”ordinanza, saranno seguiti dalla preghiera delle Fiamme Gialle.

Anche a Carrara, nella caserma della Guardia di Finanza dedicata alla valorosa Fiamma
Gialla unitamente al viale cittadino ove è ubicata, avrà luogo un’analoga cerimonia civile,
militare e religiosa, che si svolgerà anche presso la scuola elementare e l’Ossario del locale
cimitero dove riposano tutte le vittime dell’eccidio.