Amy Adams ha conquistato la giuria di Giffoni Film Festival con piccoli-grandi gesti, come le mani chiuse a forma di cuore, ed è riuscita nell’incredibile missione di ammutolire la sala, tutta concentrata in un silenzio estatico.
Ad una ragazza che le ha chiesto un consiglio per affrontare il mondo dello spettacolo ha risposto: “Non sono mai stata una brava a fare i provini, ma ho capito che non bisogna mai prenderla sul personale né rimuginarci sopra, ma voltare pagina, ricominciare da zero senza smettere mai di studiare e di crederci. E ve lo dice una che da giovane era timida… anzi che lo è tuttora”. Mentre prova a continuare a rispondere si emoziona e, con gli occhi lucidi, aggiunge: “Scusate, in prima fila c’è mia figlia e sta provando a farmi ridere a tutti i costi. Per inciso, l’ho chiamata Aviana in onore al vostro splendido paese dove sono nata e dove tuttora mi sento a casa. Qui la gente ti apre le porte della sua abitazione e t’invita a cena anche se ti conosce appena e tu non ti senti a disagio ad accettare. Ecco perché non vedevo l’ora di venire a Giffoni e di ritornare prestissimo”.
Un giurato le ha chiesto con quale criterio sceglie i ruoli: “Ora che sto invecchiando è importante per me scegliere storie che possano aiutare la gente, qualcosa che lasci il segno”. Tra i ruoli che l’hanno toccata di più un posto di primo piano lo riserva all’ultimo lavoro, Arrival, dove parla con gli alieni da esperta semiologa e un ragazzo in sala l’ha ringraziata perché questo film l’ha invogliato a scegliere questa professione. E lei, ha detto ricevendo il Giffoni Experience Award, non potrebbe esserne più orgogliosa.
“Il messaggio di questo lavoro – ha spiegato poi aggiunto – è la promozione del senso di unità tra i popoli in un periodo in cui non si fa che parlare di guerra. Lo so, sono un’idealista ma davvero spero ci si renda spesso conto che i conflitti non ci stanno portando da nessuna parte e che dobbiamo trovare un modo di comunicare. Lo dico per voi, per le nuove generazioni che si affacciano alla vita e vedervi qui a Giffoni, tutti insieme, mi sembra un ottimo primo passo in questa direzione, in voi ripongo tutte le mie speranze”. E, a proposito di desideri e sogni per il futuro, almeno uno lo vorrebbe realizzare, anzi due: “Mi piacerebbe cimentarmi nuovamente in un musical e vorrei lavorare ancora con Patty Jenkins (regista dell’acclamato Wonder Woman con Gal Gadot, ndr.), una delle prime registe con cui ho collaborato nella mia carriera, una donna di grandissimo talento”. Il legame con i mondi di supereroi non le mancano di certo, visto che a fine anno tornerà nei panni della reporter Lois Lane accanto al suo Superman/Henry Cavill in Justice League, la summa di tutti i personaggi DC Comics più famosi, Batman incluso.
Per trasformare i tanti luoghi comuni sul Meridione in un’occasione di crescita professionale ci vuole davvero un enorme talento. E i sei protagonisti di Casa Surace ne hanno da vendere. Figli dell’arte dell’improvvisazione tipica del Sud Italia, i sei amici sono stati accolti con enorme affetto dai tantissimi ragazzi della Giffoni Masterclass 2017, di cui BadTaste.it è partner. “Prima di essere parte di un medesimo progetto siamo stati uniti da un forte rapporto umano e amicale “, ha esordito Ricky, l’alter 2.0 di Riccardo Botteghelle.
“Forti della comune appartenenza alla cultura meridionale abbiamo avvertito l’esigenza di smontare i tanti stereotipi che negli anni si sono stratificati sul nostro territorio. Ci siamo enormemente divertiti, spesso anche sbagliando o esagerando, nello smontare le percezioni comuni e nel raccontare un micro cosmo fatto di provincia, abitudini culinarie, comportamenti e modus vivendi tipici di chi è cresciuto in uno dei luoghi più belli del mondo”.
Alla base del successo di Casa Surace, però, c’e soprattutto un’approfondita conoscenza delle dinamiche del web: “I nostri video si sono oggettivamente evoluti”, ha proseguito Simone Perrella. “Da realizzazioni scarne e molto semplici, grazie ai tantissimi insegnamenti da chi ci ha affiancato, abbiamo imparato a rubare a piene mani dal mondo del cinema e dalla magia del teatro, adattando i nostri video ogni volta a un contesto oggettivamente mutevole e amorfo come quello della rete. Imprescindibile, in ogni caso, la voglia di divertirci e di non snaturalizzarci”.
Un progetto artistico e imprenditoriale su cui pochi avrebbero inizialmente scommesso, ma che oggi vanta numeri stratosferici: “Quando qualcuno ci ricorda che siamo artefici di oltre 280 milioni di visualizzazioni tra Facebook e YouTube restiamo ancora increduli”, ha commentato Alessio Strazzullo. “Anche oggi che siamo una casa di produzione a tutti gli effetti, orgogliosa di vantare collaborazioni con alcuni dei più importanti brand nazionali e internazionali, non ci sentiamo molto diversi da quei trentenni che hanno deciso di mettersi in gioco. In realtà noi ci sentiamo molto più vicini, per spirito e voglia di fare, ai tanti giurati che oggi sono qui ad ascoltarci”.
I tantissimi ragazzi del Giffoni Film Festival, infatti, sono sicuramente la miglior cartina di tornasole della loro continua ricerca di innovazione: “le migliori idee che abbiamo portato in video nascono dai contributi del nostro pubblico: un enorme bacino di utenza, identico a quello che oggi ci accoglie e ci ascolta, che ogni giorno ci dona spaccati della propria storia umana. Tra di voi c’è un tale potenziale che ci lascia sempre increduli e commossi. Non smettete mai di stupirvi e di ricercare il lato comico della vita, anche di fronte ai tanti drammi”, ha concluso Daniele Pugliese.
La giornata di Claudio Amendola al Giffoni 2017 è iniziata con un’ovazione e una standing ovation tributatagli da ragazzi della Masterclass, freschi di proiezione di Il Permesso – 48 ore fuori, sua seconda prova dietro la macchina da presa ma esordio nel doppio ruolo di attore a regista. “Me l’avevano detto che nessun altro festival dà le emozioni del Giffoni, ma dal vivo è davvero incredibile. Se questo è l’inizio avevano proprio ragione” esordisce l’attore quasi intimidito dall’accoglienza dei ragazzi. “Per la mia famiglia sei come il Natale: ci ritroviamo tutti al cinema per vedere i tuoi film” si sente dalla platea e il ghiaccio è facilmente rotto. A Giffoni Masterclass 2017, di cui BadTaste.it è partner, Amendola, guidato da Francesco Alò, Amendola ha rivissuto la carriera da attore, doppiatore e regista, iniziata per un favore alla madre, Rita Savagnone: “Ho smesso di studiare presto, ma ai miei tempi non avevamo la paura di non trovare lavoro come voi. Feci un provino per caso e quasi a mia insaputa mi sono ritrovato attore”.
Una carriera iniziata di fatto con i film di Vanzina negli anni ’80 ma la svolta arriva presto: “Ero destinato a una soddisfacente carriera cinepanettoniana quando arrivò la telefonata del produttore Claudio Bonivento, anche lui fino ad allora alle prese con commedie neanche troppo sofisticate”. A completare il trio Marco Risi: insieme realizzarono a stretto giro di posta Soldati – 365 all’alba (1987) e Mery per sempre (1989): “Se il primo mi ha fatto annusare il mestiere, Mery per sempre mi ha fatto decidere di fare l’attore. Insieme a Ultrà di Ricky Tognazzi, i film di Risi mi hanno aperto un altro cinema”. Da Scola a Mazzacurati, passando per Wilma Labate, regista del film di cui è più soddisfatto in assoluto nella sua carriera, Domenica (2001). La sua carriera ora guarda alla regia: “Avevo voglia di dirigere perché volevo mettere in pratica tutto quello che ho rubato sui set per tanti anni, stando a occhi aperti e bocca chiusa. E anche per soddisfare il mio egocentrismo: essere circondati da 80 persone che vogliono risposte da te è una figata”.
Ci sarà un terzo film ne è certo, anche se non sa quando: “Ho scritto di getto un progetto. Per ora vi dico solo questo, ‘Nino’: “Ricordatevene, ne sentiremo parlare”. Di certo ha lasciato un segno con Suburra, come testimoniano le domande dei ragazzi: “È stato un ruolo delicato, ma il personaggio è riuscito. Ecco perché non l’ho fatto nella serie tv”. E la sala applaude, anche quando confessa di avere avuto un peso nell’interruzione de I Cesaroni: “Quella serie non aveva davvero più nulla da dire”. Non smetterà di parlare delle carceri, protagoniste anche de Il Permesso: “A 19 anni ho fatto una sciocchezza e ho passato una notte a Regina Coeli. Mi è bastata per capire un’enormità di cose: la prima è che non ci sarei voluto tornare mai più, perché la libertà è sacra ed esserne privato è la cosa peggiore che possa accadere a una persona. Ma ho imparato anche che in nessun altro posto c’è così tanta solidarietà: l’affetto e la comprensione che ho avuto dai miei compagni di cella non l’ho avuta mai più in vita mia. Le condizioni delle carceri italiane è da quinto mondo, ma noi ce ne dimentichiamo troppo facilmente”, dice con amarezza e la voglia di scuotere le coscienze dei ragazzi in sala. Intanto li ringrazia di cuore: “Con le vostre domande avete dimostrato grande intelligenza e libertà di pensiero. Spero siate i cineasti di domani perché così il cinema non finirà mai”.
I sogni dei bambini, nel 2017, sono social. Viaggiano sulle ali di youtubers, di star nate su social network, tablet e piattaforme virtuali. La loro emozione è la fotografia di un mondo che avanza, che è sempre più in rete. E il delirio nella Sala Alberto Sordi del Giffoni Film Festival per Favij è la testimonianza che il calore ed il colore delle emozioni non cambia, non si trasforma poi così tanto. Assume forse delle sfumature evolute, ma resta pieno di sorrisi e lacrimoni, di curiosità ed energia, come quando i social erano meno diffusi.
In subbuglio i piccoli giurati della categoria Elements +10, travolti dall’uragano Favij: cartelloni e cori da stadio per una sfrenata standing ovation. “Siete bellissimi, mi date energia e vibrazioni positive – ha sottolineato il giovane re di Youtube -. Tutto quello che sto vivendo in questo preciso istante è magico, voi siete magici”. Inarrestabile Lorenzo Ostuni, il 18enne torinese dai numeri da capogiro. Quasi quattro milioni di followers, visualizzazioni da record e un cassetto pieno di sogni che aspettano solo di essere realizzati. “Negli ultimi anni fare lo youtuber è diventata una moda – ha spiegato ai giurati -. Si tende ad estremizzare il tutto, io preferisco la definizione di creator perché mi permette di esprimermi in più contesti. Quando ho cominciato non avrei mai immaginato di trovarmi oggi qui davanti a tutti voi quindi vivo alla giornata e mi godo ogni momento”.
Di tempo ne è passato da quando la mamma gli nascondeva la sveglia a forma di fragola sotto al cuscino, Favij è cresciuto ma la sua estrema semplicità lo rendono “eterno bambino spensierato”. Non si è montato la testa e guai a definire come dei fan il fiume di ragazzini accorsi per lui al Festival: “Sono la mia famiglia, noi siamo una grande e grintosa famiglia”. Dalla sala di Giffoni è addirittura partita una promessa, un regalo consegnato nelle mani della folla letteralmente impazzita. “Farò un video sul calcio, visto che me lo state chiedendo – ha continuato Favij -. Quando lo vedrete, sappiate che lo dedico al Festival del Cinema di Giffoni. Voi siete la fonte di ispirazione, così nascono i miei video – ha continuato – dalle vostre richieste. Non smettete mai di studiare, io inseguo questo sogno da qualche anno ma non ho mai abbandonato lo studio”.
Difficili da contenere i giurati della categoria Elements +10, e non solo loro. Favij, completamente a suo agio in Cittadella, ha rotto qualsiasi genere di schema con un’esibizione live – seguita a squarciagola dalla platea – della parodia di Occidentali’s Karma dedicata agli Haters d’Italia. “Quando ho aperto il mio canale Youtube ho avuto paura di non piacere – ha raccontato – ma mi è andata alla grande. Il mio primo ricordo con il Pc è legato a mio padre, avevo 5 anni e gli rompevo le scatole mentre giocava al computer. Adesso che ci lavoro, ci passo tantissimo tempo davanti allo schermo – ha continuato – state però attenti a non abusarne, divertitevi e godetevi anche il mondo fuori”.
Tra le sue passioni, la collezione di tazze. Da oggi Favij ne avrà tante da aggiungere alla sua collezione, i giffoners hanno infatti pensato di arricchirla con quella ufficiale della 47esima edizione del Festival. “Mi state travolgendo, riempendo di regali e attenzioni – ha rincarato la dose -. Siete così preparati, mi state arricchendo di domande per niente banali e di cose che conserverò con cura”. Uno scambio di energia sconvolgente, espresso a chiare lettere nei tatuaggi improvvisati del piccolo Bernardino, nelle lacrime di Dalila, nella tazzina portafortuna che Camilla ha scelto di affidare al suo idolo e nella tenacia di Siria che l’ha aspettato per cinque ore sotto al sole: “È un sogno che si realizza, lo attendevo a Giffoni da cinque anni. Mi piacciono i suoi video, i suoi giochi e i suoi ricci”. I sogni dei bambini sono socialmente utili, e al Giffoni Film Festival trovano lo spazio che meritano.
Negli uffici della Cittadella del Cinema di Giffoni Valle Piana, il direttore del Giffoni Film Festival Claudio Gubitosi, il presidente del Giffoni Experience Piero Rinaldi e il sindaco paganese Salvatore Bottone hanno firmato un protocollo d’intesa per avviare un percorso formativo, culturale ed educativo in sinergia tra il comune di Pagani e il Giffoni Experience. Ben dieci le giornate dedicate agli istituti scolastici dell’Agro nocerino sarnese, e non solo, che si svolgeranno presso l’auditorium “Sant’Alfonso Maria de’ Liguori” di Pagani. Un primo passo per dar vita ad una partnership che possa contribuire all’educazione e alla formazione delle nuove generazioni per educare gli studenti ai linguaggi artistici e audiovisivi attraverso attività legate al contrasto del disagio giovanile.
“Sono molto legato alla città di Pagani e ad alcuni suoi figli più illustri e importanti – ha affermato il direttore Claudio Gubitosi – Vogliamo realizzare grandi cose nella città di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, figura su cui mi piacerebbe realizzare un film moderno per far conoscere la sua incredibile storia alle nuove generazione”.
Grossa soddisfazione espressa da Salvatore Bottone, sindaco della città di Pagani. “Siamo orgogliosi di questo protocollo e di poter offrire un progetto di così alto spessore culturale come il Giffoni Experience alla nostra città e a tutte quelle del comprensorio. Una grande occasione di rilancio per la nostra terra. Non posso che ringraziare il direttore Claudio Gubitosi e il presidente Piero Rinaldi per l’ospitalità e soprattutto per aver creduto nella nostra città”.