Napoli e le sue contraddizioni, il filo sottile che divide il confine fra la legalità e l’illegalità, la città con la periferia “intra moenia” , alcune delle riflessioni svolte da studenti e docenti del Liceo Don Carlo La Mura di Angri sul romanzo Il Paradiso dei Diavoli, nel corso di una conversazione- dibattito insieme all’autore del testo, lo scrittore Franco Di Mare.
Raccontare Napoli, senza cadere nei luoghi comuni, rappresentare personaggi e realtà della capitale del mezzogiorno in un composito ed inedito mosaico antropologico e sociologico, accompagnato dal tentativo di contribuire alla diffusione di un messaggio pedagogico per contribuire ad una rinascita culturale e morale della sua città di origine. Messaggio e volontà che emergono in ogni azione del giornalista Franco Di Mare, non solo nelle pagine del romanzo, ma anche nella impostazione con la quale l’autore approccia le iniziative intorno alla sua opera.
Il romanzo diventa veicolo per affrontare in particolare, con i giovani e nelle scuole il tema della legalità e del rispetto delle norme, troppe volte eluse o bypassate in una città come Napoli. Un comportamento che, a dire dell’autore, in questo supportato da autorevoli analisi storiche e sociologiche, dovuto al non aver vissuto nel mezzogiorno l’esperienza dei “Comuni”, come avvenuto nelle regioni del centro- nord, una Istituzione che responsabilizzò le popolazioni con il coinvolgimento nel governo della cosa pubblica attraverso le corporazioni.
L’assenza al sud di questa esperienza, sarebbe la causa di quella visione dello “ Stato altro da sé” ed il conseguente rifugiarsi nel cosiddetto familismo amorale che pervaderebbe la società nel meridione. Il romanzo è anche e soprattutto un autentico spaccato della multiforme società partenopea, che si snoda attraverso le storie di personaggi , con storie, percorsi e scelte diverse , determinati a volte da volontà individuali ma spesso anche dalla causalità.
E’ un racconto d’amore per Napoli e la sua gente, venato di malinconia ed di disappunto per quello che vorrebbe fosse la sua città e che non riesce a diventare. Una città matrigna, di una bellezza infinita, dai monumenti al paesaggio: ci sono più Chiese che a Roma, ma nessuno lo sa; ha il lungomare che affaccia sul golfo più bello del mondo, ma alle spalle il degrado del pallonetto e dei quartieri spagnoli.
Il romanzo Di Mare, autore che non credo abbia bisogno di presentazioni, è questo ed altro ancora, come più volte ripetuto dal Preside Toriello e dall’assessore Mascolo, nella presentazione di ieri ad Angri, iniziata al Liceo La Mura e proseguita in serata nello splendido Castello Doria anche grazie alla collaborazione dell’editrice Gaia, “è tutto da leggere”.
Gerardo Sano