Arte, storia, cultura, tradizione e innovazione: è Stelle Divine, il Festival che fino al prossimo 7 gennaio renderà speciale il soggiorno di residenti e quanti hanno scelto Atrani e la Costiera per trascorrere le festività.
Un presepe naturale, raccontato quest’anno da eventi, mostre e un’originale narrazione visiva fatta di immagini, luci e versi, che sarà possibile (ri)scoprire grazie una serie di Percorsi guidati teatralizzati attraverso i luoghi più suggestivi e ricchi di storia.
Il ciclo di visite si chiude in bellezza con Il Matrimonio ducale, sabato 7 gennaio alle ore 17.00 in piazza Umberto I. Attraverso una spettacolare rievocazione storica in costume verrà data l’occasione ai presenti di tornare indietro nel tempo fino ai fasti del Ducato ed esaltare il fascino della testimonianza più significativa del nobile passato di Atrani: la chiesa di San Salvatore de’ Birecto.
La tradizione vuole che svolgesse ai tempi del Ducato di Amalfi l’importante ruolo di cappella palatina e che al suo interno avesse luogo la cerimonia dell’investitura del Duca, con l’imposizione della ‘berretta’, nome da cui deriverebbe l’attributo della chiesa.
Appare a prima vista in stile neoclassico, ma in realtà è antichissima, con le sue raffinatissime arcate trilobate, poggianti su sottili colonne binate in marmo: fu fondata nel 940 d.C. La porta in bronzo ed agemine in argento, analoga nella fattura a quella del Duomo di Amalfi, fu fatta fondere a Costantinopoli nel 1087 da Pantaleone Viaretta, che probabilmente la volle donare prima alla Chiesa di San Sebastiano in Atrani; poi in un tempo imprecisato essa fu fatta trasferire al San Salvatore.
All’interno della chiesa vi sono numerose opere marmoree di varie epoche, come urne e ceppi funerari romani, lastre di sepoltura medievali, stemmi, iscrizioni e ceramiche a spirale, tipiche in Campania a fine XIII ed inizi XIV secolo, molti simili a quelle ritrovate al Castello Arechi di Salerno, a Villa Rufolo a Ravello e al monastero di San Lorenzo a Napoli. Si segnala ancora un pluteo marmoreo con sculture a rilievo, raffiguranti dei pavoni del XII secolo, dai tratti bizantini e dal significo allegorico con i simboli della Resurrezione e dell’immortalità dell’anima.
I dipinti su tela risalgono per lo più al XIX secolo ed abbelliscono altari e cappelle. Sono complessivamente di fattura popolare, hanno scarsa qualità artistica ma racchiudono per gli abitanti del luogo un grande valore devozionale.
La Chiesa ospita una statua lignea policroma di grande qualità scultorea, raffigurante la Madonna con il Bambino, importante esempio di scultura quattrocentesca attribuita alla bottega napoletana di Pietro e Giovanni Alemanno, attiva tra la fine del XV e gli inizi del XVI secolo.
Il racconto della bellezza del borgo, di quella bellezza in grado di veicolare i messaggi di pace e fratellanza che sostengono tutto il progetto Stelle Divine, è affidato alle associazioni locali Atrium, Arte Atrani e coro polifonico Pina Elefante, da anni impegnate nella valorizzazione dell’identità artistica e culturale di Atrani.